Un episodio drammatico e inquietante ha scosso la comunità di Viterbo giovedì 21 agosto, quando un bambino di un anno e mezzo è caduto da un’auto in corsa lungo la strada provinciale che collega Vallerano a Canepina. Questo incidente ha suscitato preoccupazioni non solo per la salute del piccolo, ma anche per le circostanze che lo hanno causato, sollevando interrogativi sulla sicurezza dei bambini in auto.
La ricostruzione dell’incidente
Secondo la madre del bambino, una donna di 27 anni, la responsabilità dell’incidente sarebbe da attribuire al fratellino maggiore di tre anni. Il racconto della donna descrive come il primogenito abbia sganciato la cintura di sicurezza del seggiolino del piccolo e aperto la portiera posteriore, provocando la caduta del bimbo in strada. “Ho inchiodato subito, ho raccolto mio figlio e l’ho portato di corsa all’ospedale Santa Rosa,” ha dichiarato la madre, visibilmente scossa.
Il bambino è stato trasferito in eliambulanza al Policlinico Gemelli di Roma, dove attualmente è ricoverato. Ha riportato un trauma cranico e una sospetta frattura dell’orbita, ma per fortuna non è in pericolo di vita, con una prognosi di 20 giorni. Tuttavia, le indagini condotte dalla polizia hanno sollevato dubbi sulla narrazione fornita dalla madre.
La mancanza di seggiolini
Gli agenti non hanno trovato seggiolini per bambini all’interno del veicolo esaminato. Il proprietario dell’auto, un uomo di 39 anni di origine rumena, ha dichiarato che i seggiolini venivano “passati da una famiglia all’altra”, una giustificazione che ha suscitato scetticismo tra gli inquirenti. La mancanza di seggiolini adeguati ha portato a considerare che i due piccoli potessero essere stati in auto senza alcuna protezione, rendendo l’incidente ancora più grave.
Un cambiamento nella narrazione
La dinamica dell’incidente si è rivelata più complessa di quanto inizialmente previsto. Inizialmente si pensava che la madre fosse al volante, ma ulteriori accertamenti hanno rivelato che alla guida c’era un amico di famiglia. Questo cambiamento ha portato a interrogativi sulla responsabilità degli adulti coinvolti. L’uomo ha assicurato che i bambini erano “legati sul seggiolino”, ma la mancanza di evidenze fisiche ha sollevato perplessità.
Il momento dell’incidente è avvenuto subito dopo che la madre e l’amico avevano fatto la spesa. La rapidità con cui hanno soccorso il piccolo è stata fondamentale, ma la questione centrale rimane: perché i seggiolini non erano presenti nell’auto? La polizia ha considerato la possibilità che il bambino potesse essere stato spinto di proposito, ma dopo i primi interrogatori non sono emersi elementi a sostegno di tali ipotesi.
Implicazioni legali e necessità di sensibilizzazione
Il caso ha attirato l’attenzione non solo per la gravità della situazione, ma anche per le implicazioni legali che potrebbero derivarne. Attualmente, né la madre né il conducente risultano denunciati, ma la relazione della polizia è stata inviata alla Procura di Viterbo, che dovrà decidere eventuali responsabilità. Gli investigatori, per ora, ritengono che si tratti di un incidente, ma le circostanze rimangono nebulose e richiedono un approfondimento.
L’assenza di seggiolini appropriati per il trasporto dei bambini è una problematica che continua a destare preoccupazione in Italia. Secondo le normative vigenti, il loro utilizzo è obbligatorio fino a una certa età e peso, e la loro mancanza può avere conseguenze gravi. Questo episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza dei bambini in auto e sull’importanza di sensibilizzare i genitori riguardo all’uso corretto dei dispositivi di protezione.
In conclusione, con le indagini in corso, la comunità di Viterbo attende risposte e chiarezza su quanto accaduto. La salute del bambino rimane la priorità, ma le domande su responsabilità e sicurezza continuano a pesare sull’intera vicenda. È fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza sulle norme di sicurezza stradale e sull’importanza dell’educazione dei genitori riguardo alla protezione dei più piccoli durante gli spostamenti.