Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha recentemente aperto la porta a un possibile taglio dei tassi d’interesse, un’azione che potrebbe avvenire già durante la prossima riunione del 16 e 17 settembre. Durante il suo intervento al simposio di Jackson Hole, Powell ha espresso preoccupazioni significative riguardo alla debolezza del mercato del lavoro, un fattore che potrebbe giustificare un allentamento della politica monetaria in atto.
Powell ha dichiarato: “I rischi sull’inflazione sono al rialzo, mentre quelli riguardanti il lavoro sono al ribasso”, evidenziando un cambiamento nella bilancia dei rischi economici. Questa nuova valutazione ha portato il presidente della Fed a considerare un adeguamento della postura della banca centrale, necessaria per affrontare il contesto attuale. Secondo Powell, il mercato del lavoro si trova in uno “strano equilibrio”, il che suggerisce che i rischi di un ulteriore deterioramento siano in aumento. Lamentando il recente rallentamento dell’occupazione, ha menzionato alcuni fattori che potrebbero aver contribuito a questa situazione, tra cui:
- Calo della domanda da parte delle aziende.
- Riduzione dell’offerta di lavoratori, in parte dovuta alla politica di immigrazione restrittiva dell’amministrazione Trump.
Implicazioni sull’inflazione
Il deterioramento del mercato del lavoro potrebbe avere ripercussioni significative sull’inflazione, che rimane alta e ben al di sopra dell’obiettivo del 2% stabilito dalla Fed. Powell ha sottolineato che “gli effetti delle tariffe sui prezzi sono chiaramente evidenti”, un punto che ha suscitato entusiasmo tra i banchieri centrali presenti, i quali lo hanno accolto con una standing ovation. Le sue osservazioni non sono passate inosservate neanche ai mercati finanziari, che hanno reagito positivamente: le borse europee hanno chiuso tutte in rialzo, con Milano che ha registrato un incremento dello 0,69%, mentre Wall Street ha visto un guadagno di oltre il 2%.
Le aspettative di un imminente riduzione del costo del denaro sono forti, con gli analisti che prevedono un abbassamento di un quarto di punto alla prossima riunione della Fed. Si ipotizza inoltre che possano esserci altri due tagli entro la fine dell’anno, se le condizioni economiche lo richiederanno.
Le critiche politiche
La reazione di Donald Trump non si è fatta attendere. Il presidente statunitense ha espresso la sua insoddisfazione, affermando che il taglio dei tassi sarebbe dovuto avvenire già “un anno fa”. Trump ha una lunga storia di critiche nei confronti della Federal Reserve e, mentre Powell parlava a Jackson Hole, ha attaccato anche la governatrice della Fed, Lisa Cook, accusata di frode riguardo a condizioni favorevoli su un mutuo. Trump ha minacciato di licenziarla se non si dimetterà, un ulteriore segnale della pressione costante che la Casa Bianca esercita sulla banca centrale.
La Federal Reserve si trova attualmente in una posizione delicata: le sue decisioni riguardo il tasso d’interesse hanno ampie implicazioni per l’economia statunitense, ma sono anche influenzate dalle critiche politiche. Negli ultimi incontri, la banca centrale è apparsa divisa su come procedere, con membri in disaccordo su quando e quanto modificare il costo del denaro. Attualmente, il tasso è mantenuto in una forchetta tra il 4,25% e il 4,50%, un livello fissato nel dicembre del 2024.
Le sfide future
Le sfide economiche che Powell e la Fed devono affrontare sono amplificate dal contesto di incertezza macroeconomica globale. In aggiunta alle pressioni interne, la Fed deve navigare attraverso il tumulto politico, con Trump che ha avviato una vera e propria “caccia al successore” di Powell, suggerendo che già 11 candidati siano in corsa per prendere il suo posto. Questo clima di incertezza potrebbe complicare ulteriormente i già difficili ultimi mesi del mandato di Powell, che scade nel maggio del 2026.
Mentre il mercato si prepara a un possibile cambiamento di rotta nelle politiche monetarie, rimane da vedere come la Fed gestirà le pressioni politiche e le sfide economiche. La questione centrale sarà se i rischi al ribasso sull’occupazione si concretizzeranno e, in tal caso, quali misure la banca centrale adotterà per garantire la stabilità economica e la crescita sostenibile negli Stati Uniti. La situazione è in continua evoluzione e gli eventi dei prossimi mesi saranno cruciali per definire il futuro della politica monetaria americana.