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Sopravvissuti alla strage di Nizza: una coppia racconta la loro esperienza da vittime del terrorismo

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Sopravvissuti alla strage di Nizza: una coppia racconta la loro esperienza da vittime del terrorismo
Sopravvissuti alla strage di Nizza: una coppia racconta la loro esperienza da vittime del terrorismo
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Dopo quasi dieci anni di battaglie legali, Mauro Giuseppe Sardu e Ombretta Romanin, una coppia torinese sopravvissuta alla strage di Nizza del 14 luglio 2016, hanno finalmente ottenuto il riconoscimento ufficiale come vittime del terrorismo. Questa storica decisione, emessa dal tribunale di Torino, ha anche condannato il Ministero dell’Interno italiano a risarcire i coniugi, un risarcimento che era stato negato fino a questo momento.

La strage di Nizza, avvenuta durante la celebrazione della Festa Nazionale, ha visto un camion lanciarsi sulla folla, causando la morte di 86 persone e ferendone oltre 400. Tra i feriti c’erano anche Mauro e Ombretta, che si trovavano in vacanza nella città francese. Nonostante lo Stato francese avesse riconosciuto immediatamente la loro condizione di vittime, l’Italia aveva inizialmente opposto resistenza alle loro richieste, mettendo in discussione la loro presenza a Nizza al momento dell’attentato.

La sentenza del tribunale

La sentenza del tribunale, pubblicata nel maggio 2023, ha accertato una condizione di disturbo post-traumatico da stress cronico nei coniugi, fissando per entrambi un’invalidità del 43%. Questo riconoscimento è di fondamentale importanza non solo per il risarcimento economico, ma anche per la validazione del loro trauma e della loro esperienza. Il tribunale ha stabilito il diritto a:

  1. Un assegno vitalizio di 500 euro.
  2. Uno speciale assegno mensile di 1.033 euro.

Questi aiuti rappresentano un supporto concreto per affrontare le difficoltà quotidiane dovute alle conseguenze del tragico evento.

L’impatto dell’attentato

“Abbiamo perso i nostri progetti di vita e solo grazie a questa sentenza ci sentiamo, almeno in parte, risarciti moralmente”, hanno dichiarato Mauro e Ombretta, sottolineando l’impatto devastante che l’attentato ha avuto sulle loro vite. La loro testimonianza è una delle molte che evidenziano le conseguenze dure e prolungate del terrorismo, non solo a livello fisico ma anche psicologico. I coniugi sono stati assistiti dal legale Ezio Bonanni e dall’Osservatorio Vittime del Dovere, che hanno giocato un ruolo cruciale nel sostenere la loro causa.

Un passo importante per i diritti delle vittime

Il riconoscimento come vittime del terrorismo da parte del tribunale di Torino segna un passo importante nella lotta per i diritti delle vittime di atti terroristici. In Italia, la questione del riconoscimento delle vittime del terrorismo ha spesso sollevato dibattiti accesi, con molte persone che si sentono abbandonate dalle istituzioni. La sentenza di Torino rappresenta un precedente significativo che potrebbe influenzare future richieste di risarcimento da parte di altri sopravvissuti a eventi simili.

La complessità legale che Mauro e Ombretta hanno affrontato è emblematica delle sfide che molte vittime del terrorismo devono affrontare. Non si tratta solo di ricevere un risarcimento finanziario, ma di ottenere un riconoscimento ufficiale del trauma e della sofferenza subiti. Questo aspetto è fondamentale per il processo di guarigione, che può richiedere anni e che spesso è ostacolato dalla mancanza di supporto istituzionale.

Mauro e Ombretta, come molti altri sopravvissuti, hanno intrapreso un lungo percorso di recupero. Il disturbo post-traumatico da stress cronico è una condizione comune tra le vittime di atti terroristici e può manifestarsi attraverso una serie di sintomi debilitanti, tra cui ansia, depressione e flashback dell’evento traumatico. L’assegno mensile riconosciuto dal tribunale rappresenta un aiuto concreto per affrontare le spese mediche e terapeutiche necessarie per la loro riabilitazione.

Inoltre, la loro storia mette in luce l’importanza del supporto sociale e psicologico per le vittime. Oltre al supporto legale, Mauro e Ombretta hanno beneficiato di reti di sostegno che hanno contribuito al loro allineamento emotivo e psicologico. Le associazioni che si occupano di vittime di terrorismo giocano un ruolo cruciale, offrendo non solo assistenza legale, ma anche spazi sicuri per la condivisione delle esperienze e il recupero collettivo.

La sentenza del tribunale di Torino rappresenta quindi non solo una vittoria personale per Mauro e Ombretta, ma anche un messaggio di speranza per tutte le vittime del terrorismo. La loro resilienza e determinazione nel cercare giustizia sono un esempio di come, nonostante le avversità, sia possibile trovare un percorso verso la guarigione e la riconciliazione con il passato. In un contesto in cui il terrorismo continua a rappresentare una minaccia globale, il riconoscimento delle vittime è cruciale per costruire una società più consapevole e solidale.

Written by
Luca Carlini

Sono un appassionato di economia e del mondo del lavoro, con un occhio attento alle dinamiche sociali e politiche che influenzano la nostra vita quotidiana. La mia carriera giornalistica mi ha portato a esplorare vari aspetti dell'attualità, dalla cronaca alle notizie politiche, sempre con l'intento di fornire un'analisi critica e ben informata. Collaboro con smetteredilavorare.it per offrire approfondimenti utili e stimolanti su come l'economia influisce sulle nostre scelte professionali e sul nostro benessere. Credo fermamente nel potere dell'informazione e nella sua capacità di generare cambiamento, e mi impegno a raccontare storie che possano ispirare e informare i lettori. Quando non scrivo, mi piace esplorare nuovi luoghi e immergermi in culture diverse, sempre in cerca di nuove prospettive.

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