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Omicidio Sharon Verzeni: Moussa Sangare capace di intendere e volere, niente attenuanti secondo i periti

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Omicidio Sharon Verzeni: Moussa Sangare capace di intendere e volere, niente attenuanti secondo i periti
Omicidio Sharon Verzeni: Moussa Sangare capace di intendere e volere, niente attenuanti secondo i periti
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L’omicidio di Sharon Verzeni, avvenuto nella notte tra il 29 e il 30 luglio 2024, ha scosso profondamente la comunità di Terno d’Isola, in provincia di Bergamo. La giovane, di soli 21 anni, è stata trovata senza vita nell’appartamento del suo presunto assassino, Moussa Sangare, 30 anni. La dinamica del delitto è emersa nel corso delle indagini: secondo le ricostruzioni, Sangare avrebbe colpito Sharon con numerose coltellate durante una lite, un evento che ha lasciato la comunità locale in uno stato di shock.

il risultato della perizia psichiatrica

Recentemente, una perizia psichiatrica condotta dalla dottoressa Giuseppina Paulillo ha chiarito la condizione mentale di Sangare al momento del delitto. La Corte d’Assise di Bergamo aveva nominato la perita lo scorso aprile per valutare se l’imputato fosse in grado di intendere e volere. I risultati della perizia sono stati inequivocabili: Moussa Sangare era pienamente capace di comprendere le proprie azioni e le conseguenze di esse. La perizia ha rivelato che, sebbene Sangare soffra di un disturbo di personalità narcisistico e antisociale, questi tratti non hanno compromesso la sua lucidità. Anzi, secondo la psichiatra, il comportamento dell’imputato ha messo in evidenza una «assenza di rimorsi ed empatia», fattori che complicano ulteriormente la sua posizione nel processo.

la reazione della comunità

Il delitto ha suscitato una forte reazione da parte della comunità, che ha ricordato Sharon Verzeni come una giovane solare, piena di vita e affettuosa. Originaria di Mapello, la ragazza era ben voluta da amici e familiari, il cui affetto è emerso con grande forza durante il suo funerale, celebrato all’inizio di agosto e frequentato da centinaia di persone. Questo evento ha rappresentato un momento di grande dolore, ma anche di unione per una comunità colpita da una tragedia così inaspettata.

le indagini e il processo

Le indagini sull’omicidio sono state condotte con attenzione, e la strategia difensiva di Sangare ha cercato di mettere in luce una presunta fragilità psichiatrica, sperando di ottenere un’attenuante per vizio di mente. Tuttavia, la perizia psichiatrica ha chiuso a questa possibilità, suggerendo che la mancanza di empatia e rimorsi di Sangare non giustificherebbe una riduzione della sua responsabilità penale. Attualmente, l’imputato resta in carcere a Bergamo, in attesa di ulteriori sviluppi processuali.

Il processo, che entrerà nel vivo il 22 settembre, si preannuncia complesso. Il giudice e la giuria dovranno esaminare attentamente non solo le conclusioni della perizia psichiatrica, ma anche le testimonianze e le prove scientifiche raccolte dagli inquirenti. Le testimonianze di amici e familiari di Sharon, così come quelle di chi ha conosciuto Sangare, saranno fondamentali per dare un quadro completo della situazione e delle motivazioni dietro l’omicidio.

Le indagini hanno anche rivelato alcuni dettagli inquietanti sulla relazione tra la vittima e l’imputato. Ci sono stati segni di tensione e conflitti pregressi, il che rende ancora più complesso il profilo psicologico di Sangare. Le ricostruzioni indicano che la lite che ha preceduto il delitto potrebbe essere stata scatenata da fattori personali e relazionali, ma la natura esatta di questi conflitti rimane da chiarire.

Un altro aspetto significativo riguarda il contesto sociale in cui è avvenuto l’omicidio. La violenza di genere è un tema sempre più discusso in Italia, e questo caso si inserisce in un quadro più ampio di problematiche legate alla sicurezza delle donne. In questo senso, il processo potrebbe avere ripercussioni non solo sulla vita di chi vi è coinvolto direttamente, ma anche sulla società in generale, ponendo interrogativi sulla necessità di interventi più incisivi per prevenire simili tragedie.

In vista della prossima udienza, la comunità di Terno d’Isola e le associazioni che si occupano di diritti delle donne seguono con attenzione l’evoluzione del caso. La speranza è che la giustizia possa fare il suo corso, non solo per Sharon Verzeni, ma per tutte le vittime di violenza. La questione della responsabilità penale di Moussa Sangare è destinata a rimanere al centro dell’attenzione pubblica, mentre la ricerca di giustizia continua a essere un tema cruciale per la società italiana.

Il prossimo appuntamento in aula rappresenterà un momento fondamentale per il chiarimento di molti aspetti del caso, e le parole del perito psichiatra potrebbero influenzare in modo significativo non solo il destino di Sangare, ma anche il dibattito più ampio sulla violenza di genere e sulla salute mentale.

Written by
Luca Carlini

Sono un appassionato di economia e del mondo del lavoro, con un occhio attento alle dinamiche sociali e politiche che influenzano la nostra vita quotidiana. La mia carriera giornalistica mi ha portato a esplorare vari aspetti dell'attualità, dalla cronaca alle notizie politiche, sempre con l'intento di fornire un'analisi critica e ben informata. Collaboro con smetteredilavorare.it per offrire approfondimenti utili e stimolanti su come l'economia influisce sulle nostre scelte professionali e sul nostro benessere. Credo fermamente nel potere dell'informazione e nella sua capacità di generare cambiamento, e mi impegno a raccontare storie che possano ispirare e informare i lettori. Quando non scrivo, mi piace esplorare nuovi luoghi e immergermi in culture diverse, sempre in cerca di nuove prospettive.

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