Il tragico incidente avvenuto l’11 agosto in via Saponaro, che ha portato alla morte di Cecilia De Astis, una donna di 71 anni, ha sollevato un ampio dibattito riguardo la responsabilità legale dei minorenni coinvolti. Quattro ragazzi, tutti di origine italiana e figli di famiglie nomadi bosniache, erano alla guida di un’auto, una Citroën Ds4 bianca, che ha travolto e ucciso la donna. Tra di loro c’era un 13enne, accompagnato da un 12enne, una bambina di 11 anni e un altro coetaneo. Dopo l’incidente, i ragazzi sono stati identificati dalle forze dell’ordine e successivamente restituiti alle loro famiglie, senza alcuna misura restrittiva nei loro confronti.
Questa situazione ha sollevato interrogativi e indignazione nell’opinione pubblica, in quanto sembra che la legge non preveda conseguenze penali per i minorenni al di sotto dei 14 anni. Secondo l’articolo 97 del Codice Penale italiano, infatti, «non è imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, non aveva compiuto i quattordici anni». Questo principio giuridico si basa sulla presunzione che i minori di questa età non abbiano la maturità necessaria per comprendere appieno le implicazioni etiche e sociali delle proprie azioni.
la posizione della legge sui minorenni
Il professor Francesco Centonze, intervistato dal Corriere della Sera, ha spiegato che «fino ai 14 anni, il nostro ordinamento presume che il minore non sia imputabile». Ciò significa che, anche se il giovane ha commesso un atto grave, come nel caso dell’investimento fatale, non può essere sottoposto a procedimento penale, e il caso viene chiuso con un non luogo a procedere. Tuttavia, esistono delle misure alternative che possono essere applicate, come il collocamento in comunità, ma queste non comportano la punizione in senso stretto.
Questa interpretazione della legge è basata su dati scientifici che dimostrano come i bambini e gli adolescenti sotto i 14 anni non abbiano generalmente una piena maturità sociale. Centonze sottolinea che qualsiasi iniziativa punitiva nei confronti di un minore potrebbe risultare controproducente, poiché non contribuirebbe a una reale riabilitazione e potrebbe persino aggravare la situazione.
responsabilità dei genitori
Tuttavia, la questione non si esaurisce qui. Se i minorenni non possono essere ritenuti legalmente responsabili, la responsabilità può ricadere sui genitori. In base al diritto italiano, i genitori possono essere considerati responsabili sia civilmente che penalmente se si dimostra che erano a conoscenza della situazione pericolosa in cui si trovavano i loro figli e che avrebbero potuto agire per prevenirla. Questo solleva interrogativi sull’effettiva capacità dei genitori di monitorare e controllare il comportamento dei propri figli, soprattutto in contesti sociali complessi come quello delle famiglie nomadi.
Le conseguenze legali per i genitori potrebbero essere significative. In caso di accertamento di responsabilità, potrebbero affrontare sanzioni pecuniarie o anche la revoca della responsabilità genitoriale, se questa fosse ritenuta necessaria per il benessere dei minori. La questione della responsabilità genitoriale è particolarmente delicata e complessa, poiché coinvolge non solo aspetti legali ma anche fattori socio-culturali e le dinamiche familiari.
il risarcimento per i danni
In aggiunta, le famiglie coinvolte potrebbero dover affrontare anche il tema del risarcimento per i danni causati dalla tragica morte di Cecilia De Astis. Questo dipenderà fortemente dalle condizioni economiche delle famiglie dei minorenni. Se le famiglie si trovano in una situazione economica difficile, le vittime possono richiedere un risarcimento allo Stato attraverso il fondo previsto dalla Direttiva per la tutela delle vittime. Questo strumento è pensato per fornire un supporto a chi subisce danni a causa di reati, ma la sua applicazione può variare a seconda delle circostanze specifiche.
La morte di Cecilia De Astis ha acceso un faro su temi complessi come la responsabilità dei minorenni, i diritti delle vittime e la necessità di una riflessione più ampia sul sistema legale italiano. Mentre la legge offre tutele per i minori, è fondamentale considerare come possa essere garantita giustizia per le vittime e le loro famiglie, senza compromettere il principio della riabilitazione e della crescita dei giovani. La questione rimane aperta e invita a una discussione approfondita su come bilanciare giustizia e protezione dei diritti dei minori in situazioni di emergenza come quella di Cecilia De Astis.