Recentemente, Milano è stata al centro di un acceso dibattito riguardante l’urbanistica e la gestione dei progetti immobiliari, in seguito a una maxi inchiesta che ha coinvolto alti funzionari e imprenditori del settore. Gli arresti domiciliari di Andrea Bezziccheri, imprenditore del settore immobiliare, e Alessandro Scandurra, ex braccio destro di Giuseppe Marinoni nella Commissione paesaggio del Comune, sono stati annullati dal tribunale del Riesame. Entrambi torneranno in libertà, con la motivazione che non sussistono più le necessità cautelari di reiterazione del reato, fuga o inquinamento delle prove. Questa decisione ha sollevato interrogativi e discussioni, non solo per le implicazioni legali, ma anche per il contesto politico e sociale in cui si è sviluppata.
La posizione della procura di Milano
Il Riesame ha già contraddetto le conclusioni del gip Mattia Fiorentini, il quale aveva ordinato gli arresti. La procura di Milano, tuttavia, non si dà per vinta e intende portare la questione davanti ai giudici della Cassazione per rivalutare le misure cautelari. Il 14 agosto si svolgeranno udienze cruciali per discutere i ricorsi contro gli arresti domiciliari di Tancredi, Marinoni e dell’imprenditore Federico Pella, mentre il 20 agosto sarà la volta di Manfredi Catella, noto immobiliarista e patron di Coima, che ha avuto un ruolo centrale nelle comunicazioni emerse.
Le chat tra Tancredi e Catella
Le chat tra Tancredi e Catella hanno suscitato particolare attenzione. Questi messaggi, che rivelano una certa confidenza tra i due, pongono interrogativi sulla neutralità dell’operato di Tancredi, l’assessore dimissionario all’urbanistica. In un messaggio ironico, Tancredi chiede a Catella: «Mi confermi assessore?», a cui Catella risponde con entusiasmo, lodando il lavoro del gruppo e offrendo di supportarli come “segretario”. In un’altra comunicazione, il direttore generale del Comune, Christian Malangone, esprime il suo desiderio di “tatuarsi” la frase “Voi siete i best ever”, evidenziando un clima di complicità che, secondo la procura, potrebbe configurarsi come un mercimonio della funzione pubblica.
Le gravi accuse della procura
Le accuse mosse dalla procura sono gravi: si parla di “sfregio delle leggi” e di un “attentato alla democrazia urbanistica”. Si sostiene che Tancredi e Malangone si siano comportati come “dipendenti privati” agli ordini di Catella, piuttosto che come funzionari pubblici autonomi e imparziali. La procura evidenzia come le comunicazioni tra Tancredi e Catella dimostrino un’evidente mancanza di terzietà, con Tancredi che veicola le richieste di Catella a funzionari e dirigenti del Comune.
Uno degli argomenti più controversi emersi nelle chat è la gestione dei nuovi studentati affidati a Coima. In un messaggio del 15 luglio 2024, Tancredi propone di modificare i numeri riguardanti il prezzo delle stanze per evitare imbarazzi politici. Chiede di concordare una linea comunicativa per evitare danni alla reputazione del Comune, suggerendo di non divulgare numeri prima di averli modificati e verificati. Questo scambio di informazioni mette in luce le preoccupazioni di Tancredi riguardo alla percezione pubblica dell’operato dell’amministrazione.
La risposta di Catella e le implicazioni per l’urbanistica milanese
Manfredi Catella, tuttavia, non sembra intenzionato a cedere alle pressioni. Risponde alle richieste di Tancredi con fermezza, sottolineando che la convenzione stabilisce i prezzi massimi in base ai principi definiti e che eventuali tariffe inferiori devono essere compensate da altri guadagni. La sua posizione è chiara: non intende compromettere la redditività del progetto, già limitata da costi aggiuntivi.
Questa situazione solleva interrogativi sull’equilibrio tra interessi privati e pubblici nella gestione dell’urbanistica milanese. La trasparenza e la responsabilità sono temi cruciali in questo contesto, soprattutto quando si tratta di decisioni che influenzano la vita quotidiana dei cittadini. Le interconnessioni tra pubblico e privato, se non ben regolamentate, possono portare a conflitti di interesse, come dimostrano i recenti sviluppi.
La complessità della questione urbanistica a Milano non si limita quindi ai singoli arresti e alle misure cautelari, ma si estende a una riflessione più ampia sui valori che dovrebbero guidare la pianificazione e la gestione del territorio. Mentre gli sviluppi legali continueranno a essere monitorati, la città si trova di fronte a un bivio: garantire che l’urbanistica sia al servizio del bene comune e non di interessi privati, affinché Milano possa continuare a essere un esempio di innovazione e vivibilità.