Il viaggio di Giulio Base nel complesso mondo di Giuda Iscariota è una narrazione affascinante che esplora le sfaccettature di un personaggio spesso considerato un semplice traditore. Con il suo film “Il vangelo di Giuda”, presentato in prima mondiale al Festival di Locarno, Base si imbarca in un’analisi profonda e innovativa, cercando di restituire umanità a una figura biblica che ha suscitato dibattiti e controversie per secoli. Con un cast di eccezione che comprende Giancarlo Giannini, Rupert Everett, Paz Vega e molti altri, il film promette di offrire una prospettiva unica su Giuda, lontana dagli stereotipi consolidati.
Giuda: un personaggio complesso
Giuda viene descritto da Base non solo come un traditore, ma anche come un uomo complesso, debole e spesso in conflitto con le sue scelte. “Un debole, un infido, un ribelle che vuole la rivoluzione” è solo uno dei tanti volti che la storia e la letteratura hanno attribuito a questo personaggio. La scelta del regista di non mostrare l’aspetto adulto di Giuda, ma piuttosto di utilizzare riprese in soggettiva, permette allo spettatore di immergersi nei suoi pensieri e nella sua coscienza, creando un legame emotivo più profondo. Questo approccio innovativo rimarca l’intento di Base di far vivere al pubblico un’esperienza immersiva nella mente di Giuda, piuttosto che limitarsi a raccontare la sua storia.
La ricerca dietro il film
Il film è il risultato di una ricerca meticolosa e di un lavoro di sceneggiatura che ha visto Base rileggere oltre cento testi, dai Vangeli canonici a quelli apocrifi, come il Vangelo di Giuda, passando per autori come Borges e Berto. Questa vasta preparazione ha consentito al regista di costruire un’immagine di Giuda come figlio di una prostituta, cresciuto in un ambiente difficile, un bordello, e segnato dalla violenza sin dalla tenera età. Un’infanzia segnata da traumi che lo porteranno a diventare, da adulto, tenutario di un postribolo prima di decidere di seguire Gesù.
Il conflitto interiore di Giuda
La figura di Gesù, interpretato da Vincenzo Galluzzo, entra nella vita di Giuda in un momento cruciale: dopo aver salvato la sorella di Giuda, Maria Maddalena, dalla lapidazione, il giovane guaritore diventa il faro di speranza per un uomo che ha vissuto nel dolore e nella disperazione. Tuttavia, il conflitto interiore di Giuda si intensifica quando i suoi sogni e le sue aspettative riguardo a Gesù iniziano a scontrarsi con una realtà complessa e spesso incomprensibile. “Quello che volevo rappresentare è che Giuda ci siamo tutti noi”, afferma Base. Questa riflessione invita gli spettatori a considerare come la traiettoria di Giuda possa rispecchiare le proprie esperienze di tradimento, sia verso gli altri che verso se stessi.
La resilienza di Giulio Base
Base, che ha già affrontato figure religiose in passato, come Padre Pio e Giovanni Paolo II, sente un legame particolare con Giuda. “È una figura che mi ha sempre intenerito”, confessa. Questo legame personale è alla base della sua motivazione creativa, che si distacca dal racconto tradizionale per abbracciare una narrazione più empatica. La sua ricerca di verità e comprensione lo ha portato a voler esplorare le domande esistenziali legate al tradimento, alla fede e alla scelta.
Nonostante le sfide che ha affrontato nella sua carriera, come le critiche ricevute per il suo recente film “Albatross”, Base continua a spingersi oltre i limiti delle convenzioni. Le polemiche legate al suo ruolo di direttore artistico del Torino Film Festival, dove ha dovuto affrontare critiche riguardo al budget e alla nomina della moglie Tiziana Rocca come consulente, non lo hanno fermato. Con un sorriso, Base dichiara: “Non piace a tutti Gesù, figurati se posso piacere a tutti io”. Questa attitudine leggera di fronte alle critiche dimostra la sua resilienza e la sua dedizione al cinema.
Il film di Base si propone di esplorare i confini dell’umanità, invitando il pubblico a riflettere sulle proprie scelte e sui propri errori. In un’epoca in cui le figure storiche e religiose vengono spesso semplificate o demonizzate, l’approccio di Giulio Base nel dare voce a Giuda rappresenta un’innovazione significativa. Con “Il vangelo di Giuda”, Base non solo racconta una storia, ma invita gli spettatori a un’esperienza di introspezione e comprensione, rendendo il film un’opera di grande rilevanza nel panorama cinematografico contemporaneo.