La tragica vicenda di Luigi Di Sarno, un uomo di 52 anni, ha scosso profondamente la comunità di Diamante, in provincia di Cosenza. La sua morte dovuta a un’intossicazione da botulino ha messo in evidenza la fragilità della vita e i pericoli alimentari che possono nascondersi dietro a cibi apparentemente innocui. Mena Di Sarno, sorella di Luigi, ha condiviso con il Corriere della Sera un racconto straziante degli ultimi momenti di vita del fratello, un’esperienza che ha segnato profondamente la sua esistenza.
La telefonata disperata
Il racconto di Mena inizia con una telefonata che, inizialmente, sembrava una semplice richiesta di aiuto. «Per noi era una cattiva digestione. Poi, il giorno dopo, mi ha detto che aveva mangiato una fetta di pizza ma che continuava a star male», ha dichiarato Mena, ricordando il momento in cui Luigi l’ha contattata per la prima volta. La situazione sembrava sotto controllo, ma il malessere di Luigi è rapidamente peggiorato, portando Mena a rendersi conto che qualcosa di più grave stava accadendo.
Lunedì, attorno alle 13, Luigi ha chiamato Mena, dicendo: «Ho mangiato un panino ieri sera, forse non dovevo farlo, mi sento malissimo». Le sue parole, cariche di ansia, hanno destato preoccupazione in Mena, che inizialmente pensava a un semplice disturbo digestivo. Tuttavia, il giorno seguente, la voce di Luigi al telefono era molto diversa: «Aveva una voce molto, molto brutta. Diceva “io non respiro, non respiro, non vedo, non riesco a deglutire”», racconta Mena, la quale si trovava a Napoli in quel momento.
La corsa contro il tempo
La disperazione di Luigi si faceva sempre più evidente. «Sto morendo, sto morendo», continuava a ripetere, mentre Mena e la sorella si mettevano in viaggio per raggiungerlo. Nonostante la gravità della situazione, Luigi ha riferito di essere stato dimesso dall’ospedale, ma le sue condizioni continuavano a deteriorarsi. Non c’era tempo da perdere. Mena e la sorella correvano verso di lui, ma la situazione era già critica. Addirittura, mentre si trovavano in auto, Luigi ha smesso di respirare. «Meno di due minuti dopo non c’era più», ha raccontato Mena, visibilmente scossa dal ricordo di quegli attimi.
Indagini e sicurezza alimentare
La morte di Luigi ha sollevato molte domande e ha portato l’azienda sanitaria provinciale di Cosenza ad avviare un’indagine epidemiologica. Campioni di cibo sono stati prelevati dal food truck dove Luigi aveva acquistato il panino con broccoli e salsiccia. Il sindaco di Diamante, Achille Ordine, ha confermato che l’attività è stata sottoposta a «blocco sanitario» in via cautelare. Sono state aperte indagini per omicidio colposo nei confronti di tre persone, tra cui il commerciante ambulante che ha venduto il panino a Luigi.
L’intossicazione da botulino è una condizione estremamente seria e può avere conseguenze letali. I sintomi iniziali possono sembrare innocui, ma si sviluppano rapidamente in condizioni gravi. Tra i segnali di avvertimento vi sono:
- Offuscamento e visione doppia
- Pupille dilatate
- Difficoltà a mantenere gli occhi aperti
- Problemi nella pronuncia delle parole
- Difficoltà a deglutire
- Bocca secca
L’Istituto Superiore di Sanità avverte che, nei casi più gravi, può insorgere un’insufficienza respiratoria, rendendo la situazione critica. I sintomi tendono a manifestarsi in modo simmetrico e discendente, partendo dalla testa e scendendo fino a provocare paralisi agli arti.
La tragica morte di Luigi Di Sarno ha riacceso i riflettori sulla sicurezza alimentare e sull’importanza di controlli rigorosi nei punti di vendita di cibo, in particolare nei food truck. È fondamentale che i consumatori siano consapevoli dei rischi legati al cibo e che le autorità competenti adottino misure per garantire la sicurezza alimentare. Mena Di Sarno, nel suo racconto toccante, non solo condivide il dolore per la perdita del fratello, ma invita anche alla riflessione affinché episodi simili non si ripetano e le vite di altre persone non siano messe in pericolo da un pasto apparentemente innocuo.