La storica sede del Partito Comunista Italiano, situata in via delle Botteghe Oscure, sta per riaprire le sue porte in una forma completamente rinnovata. Dopo 45 anni di occupazione come centro politico, il palazzo, noto anche come “Bottegone”, sta per trasformarsi in un lussuoso hotel a cinque stelle, gestito dalla catena americana Hyatt. Questo cambiamento rappresenta un epilogo significativo e controverso per un luogo ricco di storia politica e sociale.
Costruito nel 1938, il palazzo divenne la sede del Partito Comunista Italiano nel 1946, un periodo in cui il partito stava guadagnando forza nel panorama politico italiano. La sua storia è legata a figure chiave come Palmiro Togliatti e Enrico Berlinguer, i cui uffici si trovavano nelle stanze cariche di ricordi. La vendita dell’immobile avvenne nel 2000, quando gli eredi del PCI, schiacciati da debiti, furono costretti a cedere questo simbolo del potere comunista. Da quel momento, il Bottegone ha visto una serie di utilizzi temporanei, fino a giungere nelle mani della Tosinvest, una società controllata dalla famiglia Angelucci.
trasformazione in hotel di lusso
La scelta di trasformare un luogo carico di significato in un hotel di lusso ha suscitato un acceso dibattito tra storici e cittadini. La famiglia Angelucci, già proprietaria di importanti quotidiani come Libero e Il Giornale, ha visto nella location un’opportunità per avviare un’attività turistica in un’area che attrae visitatori di fascia alta. L’hotel avrà settanta camere progettate per accogliere una clientela esclusiva, ma il rischio è quello di obliterare la memoria storica di un luogo che ha avuto un ruolo cruciale nella storia politica italiana.
conservazione della memoria storica
La Sovrintendenza ha imposto vincoli per garantire la conservazione di alcuni elementi simbolici all’interno del palazzo. Tra questi, rimarranno due pezzi significativi:
- Un busto in marmo nero di Antonio Gramsci.
- La bandiera della Comune di Parigi, custodita in una teca.
Questi cimeli, collocati nella nuova hall dell’hotel, rappresenteranno un legame tangibile con il passato, cercando di bilanciare il nuovo utilizzo commerciale con la memoria storica di un partito che ha segnato profondamente la vita politica e sociale del Paese.
polemiche e nostalgia
La trasformazione del Bottegone ha suscitato polemiche e una certa nostalgia tra coloro che ricordano il fervore politico degli anni passati. La sede del Partito Comunista non era solo un edificio, ma un luogo di incontri e dibattiti che hanno influenzato il corso della storia italiana. La sua metamorfosi in un hotel di lusso solleva interrogativi sulla capacità di conservare la memoria storica in un contesto sempre più orientato verso il profitto.
Non è la prima volta che edifici storici con un forte valore simbolico vengono riconvertiti in strutture ricettive. In molte città italiane, si assiste a una crescente tendenza di ristrutturare palazzi storici per farne hotel e boutique, spesso a scapito della loro identità originaria. Questa pratica ha suscitato preoccupazioni tra storici e cittadini, che vedono in essa una minaccia alla conservazione della memoria collettiva.
La scelta di Hyatt di investire in questo progetto non è casuale. La catena alberghiera ha lanciato iniziative per attrarre turisti di fascia alta, cercando di offrire esperienze uniche che combinano lusso e cultura. Tuttavia, la sfida sarà integrare la storia del luogo con l’immagine di un hotel moderno, senza offuscare il significato storico che esso rappresenta.
La riapertura dell’hotel è imminente e, mentre i lavori si avviano verso la conclusione, l’attenzione rimane concentrata su come i visitatori reagiranno a questa fusione di passato e presente. Non si tratta solo di un cambiamento architettonico o commerciale, ma di un atto che tocca le corde più profonde della memoria storica e della cultura italiana. Sarà interessante vedere come il nuovo hotel si posizionerà nel panorama turistico di Roma, mantenendo viva la memoria di un’epoca e di un partito che hanno segnato il destino del Paese.