L’episodio tragico che ha colpito la comunità di Cercola e Diamante, in Calabria, ha portato all’apertura di un’inchiesta da parte della Procura di Paola, guidata dal procuratore Domenico Fiordalisi. Le indagini hanno visto l’iscrizione nel registro degli indagati di due medici, coinvolti nella cura delle vittime, Luigi Di Sarno e Tamara D’Acunto. Questo passaggio è stato ritenuto necessario per consentire l’esecuzione delle autopsie, programmate per il 12 agosto.
la dinamica dei decessi
Luigi Di Sarno, originario di Cercola, è deceduto dopo aver consumato un panino con salsiccia e cime di rapa. Anche Tamara D’Acunto, 45 anni e residente a Diamante, ha seguito un destino simile, morendo dopo aver mangiato lo stesso tipo di panino. Il decesso di Di Sarno è avvenuto durante un drammatico tentativo di trasporto in ospedale, mentre il ricovero di D’Acunto non ha portato ai soccorsi necessari, portando alla sua morte il 6 agosto.
Le autopsie sono fondamentali per chiarire le cause esatte dei decessi e per valutare eventuali negligenze da parte dei medici coinvolti. Il primo esame autoptico di Di Sarno si svolgerà presso l’ospedale San Giovanni di Lagonegro, mentre per D’Acunto sarà necessaria la riesumazione della salma dal cimitero di Cirella. Le indagini si sono concentrate su due filoni principali:
- La responsabilità legata alla gestione e somministrazione degli alimenti provenienti dal food truck di Diamante.
- L’operato dei medici che hanno assistito le vittime.
la presenza di botulino negli alimenti
I risultati preliminari delle analisi effettuate dall’Asp di Cosenza hanno confermato la presenza di botulino negli alimenti serviti dal furgoncino, che è stato successivamente posto sotto sequestro. Tuttavia, rimangono dubbi sulle modalità di conservazione e somministrazione del cibo. Il proprietario del food truck ha dichiarato di aver tenuto i barattoli dei broccoli aperti per mostrarli ai clienti, riponendoli poi in frigo alla sera. Questa pratica ha sollevato interrogativi sulla corretta gestione delle temperature e delle condizioni igieniche necessarie per prevenire la proliferazione del batterio Clostridium botulinum, responsabile della tossinfezione alimentare.
le conseguenze per la salute pubblica
Il secondo aspetto dell’indagine riguarda le decisioni e le azioni dei medici che hanno curato Di Sarno e D’Acunto. Dopo aver accusato un malore, Di Sarno si era recato in una clinica privata a Belvedere Marittimo, dove gli era stato consigliato di trasferirsi in una struttura più attrezzata. Durante il viaggio di ritorno verso la Campania, le sue condizioni si sono aggravate, portando alla richiesta di un’eliambulanza, ma purtroppo non è stato possibile salvarlo. Anche la morte di Tamara D’Acunto ha seguito una traiettoria simile: dopo aver cercato aiuto medico, non ha ricevuto le cure necessarie in tempo utile.
Oltre alle due vittime, il numero di persone colpite dai sintomi di intossicazione continua ad aumentare. La Procura ha identificato 18 parti offese, di cui 16 persone hanno manifestato sintomi di intossicazione. Di queste, 12 sono ricoverate presso l’ospedale di Cosenza, con nove in terapia intensiva e tre in reparti ordinari. Sei pazienti hanno già ricevuto il siero antibotulinico, un intervento salvavita contro la tossina del botulino.
La situazione ha acceso i riflettori su un problema più ampio legato alla sicurezza alimentare e alla vigilanza sui venditori ambulanti. Il food truck coinvolto è un esempio di come le pratiche igieniche e di conservazione possano influenzare direttamente la salute pubblica. Le indagini dovranno chiarire non solo le responsabilità penali del proprietario del furgoncino, ma anche eventuali omissioni o negligenze da parte del personale medico.
In questo contesto tragico, è fondamentale sottolineare come la salute pubblica possa essere vulnerabile a situazioni di questo genere, dove il confine tra un pasto gustoso e una grave intossicazione alimentare possa essere sottile. La comunità locale ha espresso preoccupazione e richiesta di maggiore controllo e regolamentazione nei confronti di chi opera nel settore della ristorazione ambulante, per prevenire che episodi simili possano ripetersi in futuro.