In un contesto globale caratterizzato da conflitti e ingiustizie, il cinema può svolgere un ruolo fondamentale nel dare voce a chi è silenziato. La visione di Myriam Sassine, lead producer di Abbout Productions, e del CEO Georges Schoucair è chiara: creare opere cinematografiche che non solo intrattengano, ma che fungano anche da strumenti di resistenza e documentazione. Durante il Locarno Film Festival, hanno ricevuto il prestigioso Raimondo Rezzonico Award, un riconoscimento che sottolinea il loro contributo al cinema arabo e libanese.
Abbout Productions: un faro per il cinema libanese
Abbout Productions si è affermata come una delle principali case di produzione indipendenti di Beirut, capace di produrre film in un ambiente spesso ostile per i cineasti. Sassine ha dichiarato: “Così non può andare bene”, evidenziando l’importanza della loro missione. Il cinema libanese è più di un semplice intrattenimento; è un mezzo per esplorare e riflettere sulla realtà del Libano. “Quando realizziamo un film, non facciamo cronaca: facciamo un film per la storia, per le generazioni future”, ha spiegato Sassine, sottolineando l’importanza di raccontare le storie del proprio paese.
Film emblematici
Durante il festival, Abbout Productions ha presentato due dei suoi film di maggior successo, entrambi rappresentativi della loro visione artistica e della loro lotta contro l’oppressione:
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Costa Brava, Lebanon (2021) – Diretto da Mounia Akl, narra la storia di una famiglia in cerca di una vita sostenibile che si ritrova a fronteggiare la costruzione di una discarica vicino alla loro nuova casa. Questo film è una potente allegoria del degrado politico e della corruzione in Libano.
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Memory Box (2021) – Realizzato da Joana Hadjithomas e Khalil Joreige, esplora il passato di una giovane ragazza che scopre la tumultuosa adolescenza di sua madre durante la guerra civile libanese, offrendo uno sguardo profondo sulle memorie collettive di un popolo segnato dai conflitti.
L’arte come strumento di cambiamento
Sassine e Schoucair hanno condiviso il loro percorso artistico, che è iniziato con l’obiettivo di raccontare le storie del Libano. “Un passo alla volta, abbiamo capito che era una missione quasi più grande di noi”, ha affermato Schoucair. L’arte, secondo loro, ha il potere di creare consapevolezza e di generare cambiamento. “Quando sei autentico e credi in ciò che dici, a un certo punto succede qualcosa”, ha aggiunto Schoucair, evidenziando la speranza che il loro lavoro possa ispirare la società.
Abbout Productions si distingue non solo per la qualità dei suoi film, ma anche per il coraggio di affrontare tematiche scomode e attuali. La loro missione di dare spazio a voci diverse contribuisce a creare un panorama cinematografico che riflette la complessità della società libanese. In un’epoca in cui il potere sembra prevalere sulla giustizia, il lavoro di Abbout Productions rappresenta un invito a non arrendersi e a continuare a combattere attraverso l’arte, affermando la propria identità e creando un futuro migliore.
Il cinema diventa così una forma di resistenza, un mezzo per dare visibilità alle storie di chi ha vissuto in prima persona le difficoltà e le ingiustizie. Con il loro impegno, Sassine e Schoucair dimostrano che l’arte può davvero cambiare il mondo.