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Dopo la puntura, il naso necrotizza: la storia di una paziente ingannata da una falsa dottoressa

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Dopo la puntura, il naso necrotizza: la storia di una paziente ingannata da una falsa dottoressa
Dopo la puntura, il naso necrotizza: la storia di una paziente ingannata da una falsa dottoressa
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Un caso di malpractice medica ha scosso la comunità di Legnano, dove una donna albanese di circa 50 anni è stata denunciata per esercizio abusivo della professione medica. Non solo priva di titoli professionali, ma anche senza alcuna formazione adeguata, la donna operava in un appartamento trasformato in uno studio di medicina estetica, dedicandosi a trattamenti cosmetici per i quali non era autorizzata. Una delle sue pazienti ha subito gravi conseguenze dopo aver ricevuto un’iniezione di acido ialuronico, che ha portato a una necrosi della sommità del naso.

La vicenda ha avuto inizio quando una donna ha deciso di rivolgersi a questa “specialista” per migliorare l’aspetto del proprio viso. Spinta dalla promozione di trattamenti estetici a prezzi stracciati, ha accettato di sottoporsi a un’iniezione di acido ialuronico. Tuttavia, ciò che doveva essere un intervento estetico innocuo si è trasformato in un incubo. La paziente ha iniziato a sviluppare sintomi preoccupanti e, dopo aver consultato un medico, ha ricevuto la terribile diagnosi: necrosi cutanea. Da quel momento, ha dovuto affrontare trattamenti medici complessi e costosi per cercare di recuperare la salute del proprio naso.

Le indagini e la scoperta dell’attività illecita

L’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Legnano e dai Carabinieri del Nas di Milano ha rivelato che l’attività della donna non si limitava a iniezioni di filler. All’interno di un frigorifero domestico, mixato con cibo e bevande, sono state trovate:

  1. 38 siringhe già pronte di acido ialuronico
  2. 10 flaconcini di botox
  3. Farmaci per contrastare reazioni avverse
  4. Dispositivi medici non autorizzati per la rimozione di neoplasie

Tutto ciò avveniva in un contesto domestico, dove una semplice poltrona rosa era diventata il fulcro delle sue attività illecite.

La mancanza di sicurezza e igiene

La scelta di operare in un ambiente domestico, lontano da strutture professionali e regolamentate, ha sollevato ulteriori interrogativi sulla sicurezza dei trattamenti offerti. La donna, che non possedeva nemmeno il titolo di estetista, non sembrava avere alcun riguardo per le norme di igiene e sicurezza, elementi fondamentali in un settore delicato come quello della medicina estetica. L’assenza di controlli e di una supervisione professionale ha esposto le pazienti a rischi elevati, rendendo l’intervento una vera e propria roulette russa.

Le indagini hanno avuto avvio grazie ai segnali di allerta sollevati dai prezzi eccessivamente bassi dei trattamenti offerti. La donna aveva pubblicizzato i suoi servizi sui social media, attirando un numero considerevole di clienti con pacchetti a prezzi stracciati per interventi che normalmente richiederebbero professionalità e competenze specifiche. L’inchiesta, coordinata dal Pubblico Ministero Nadia Alessandra Calcaterra, ha portato alla luce un’attività illegale ben strutturata, con potenziali guadagni significativi provenienti da prestazioni mediche non autorizzate.

La necessità di regolamentazione nel settore

Di fronte a una domanda crescente di trattamenti di bellezza, è fondamentale che i consumatori siano consapevoli dei rischi legati a interventi effettuati da personale non qualificato. I casi di malpractice come quello di Legnano evidenziano la necessità di una maggiore regolamentazione nel settore della medicina estetica e di una vigilanza più rigorosa da parte delle autorità competenti. Le pazienti devono essere in grado di fidarsi delle mani a cui si affidano per trattamenti così delicati e potenzialmente dannosi.

La vicenda non solo ha scosso la comunità locale, ma ha anche riacceso il dibattito sull’importanza di qualifiche e certificazioni nel settore. La domanda che molti si pongono è: come si può garantire la sicurezza delle pazienti in un campo così ampio e in rapida evoluzione? La risposta potrebbe risiedere in una maggiore informazione e consapevolezza da parte delle pazienti, che dovrebbero sempre verificare le credenziali dei professionisti a cui si rivolgono.

In un’epoca in cui l’immagine è diventata cruciale e dove i social media influenzano le scelte di bellezza, è fondamentale prestare attenzione a chi si affida la propria salute e il proprio aspetto fisico. La storia della paziente di Legnano deve servire da monito per tutti coloro che cercano soluzioni rapide e a basso costo nel mondo della medicina estetica.

Written by
Luca Carlini

Sono un appassionato di economia e del mondo del lavoro, con un occhio attento alle dinamiche sociali e politiche che influenzano la nostra vita quotidiana. La mia carriera giornalistica mi ha portato a esplorare vari aspetti dell'attualità, dalla cronaca alle notizie politiche, sempre con l'intento di fornire un'analisi critica e ben informata. Collaboro con smetteredilavorare.it per offrire approfondimenti utili e stimolanti su come l'economia influisce sulle nostre scelte professionali e sul nostro benessere. Credo fermamente nel potere dell'informazione e nella sua capacità di generare cambiamento, e mi impegno a raccontare storie che possano ispirare e informare i lettori. Quando non scrivo, mi piace esplorare nuovi luoghi e immergermi in culture diverse, sempre in cerca di nuove prospettive.

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