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L’Ue resiste sul 15%: investimenti flessibili e la minaccia dei dazi americani sull’oro

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L'Ue resiste sul 15%: investimenti flessibili e la minaccia dei dazi americani sull'oro
L'Ue resiste sul 15%: investimenti flessibili e la minaccia dei dazi americani sull'oro
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Negli ultimi giorni, la situazione commerciale tra Unione Europea e Stati Uniti ha assunto toni di crescente tensione, con il ritorno dei dazi imposti dall’amministrazione Trump a gravare sulle spalle del tessuto economico europeo. In particolare, i dazi del 15% sui prodotti europei sono ora ufficialmente in vigore, ma la Commissione Europea si trova a navigare in un mare di incertezze. L’atmosfera all’interno di Palazzo Berlaymont, sede dell’esecutivo Ue, ha iniziato a mostrare segni di insofferenza, con funzionari che esprimono chiaramente la loro frustrazione per la mancanza di chiarezza nella situazione.

la minaccia dei semiconduttori e le reazioni europee

La questione si complica ulteriormente con la recente minaccia del presidente americano di elevare le tariffe al 100% per i semiconduttori, un settore cruciale per l’industria tecnologica europea. I funzionari europei, perlopiù pazienti, hanno ribadito che l’accordo raggiunto sull’aliquota del 15% si applica anche a farmaci e chip, cercando di mantenere un punto di vista fermo di fronte alle minacce di Washington. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha tracciato una linea rossa, dichiarando che gli investimenti promessi dagli Stati Uniti non sono vincolanti e che l’Unione non ha il potere di imporre tali impegni.

dazi sull’oro e impatti sul mercato globale

Parallelamente, la situazione si complica sul fronte dei metalli preziosi, con gli Stati Uniti che hanno recentemente imposto dazi sulle importazioni di lingotti d’oro da un chilo, una misura che rischia di destabilizzare ulteriormente il mercato globale. Secondo il Financial Times, questa decisione colpirà duramente la Svizzera, che è il principale centro di raffinazione dell’oro a livello mondiale. Christoph Wild, presidente dell’Associazione svizzera dei produttori e commercianti di metalli preziosi, ha commentato che i dazi sull’oro renderanno difficile soddisfare la crescente domanda di questo metallo prezioso.

incertezze e prospettive future

La data del 7 agosto, che rappresentava una sorta di deadline per l’entrata in vigore dei dazi, è ormai alle spalle, ma l’incertezza continua a regnare sovrana. La Commissione Europea si trova di fronte a un compito arduo: raggiungere una dichiarazione congiunta il prima possibile per fornire una direzione chiara a un’industria sempre più disorientata. Olof Gill, portavoce della Commissione, ha sottolineato che la palla è ora nel campo americano e che ci si aspetta un aiuto per fare progressi. Tuttavia, il via libera di Trump sembra essere l’elemento mancante per procedere.

In questo contesto, gli investimenti promessi da von der Leyen a Trump, ammontanti a 1.350 miliardi di euro, di cui 600 miliardi generali e 750 miliardi per l’acquisto di energia, sono stati oggetto di discussione. Tuttavia, Gill ha chiarito che tali impegni non sono vincolanti e che la Commissione non ha la facoltà di imporli. Le intenzioni sono state comunicate in buona fede, ma è evidente che non tutte le aziende dei 27 Stati membri siano pronte ad accettare passivamente le richieste di Trump.

Nel complesso, la posizione della Commissione riguardo all’intesa del 27 luglio rimane invariata. Tuttavia, nuove ombre si affacciano all’orizzonte. Il segretario di Stato Marco Rubio ha recentemente incaricato i diplomatici americani in Europa di avviare una campagna di lobby per opporsi al Digital Service Act, una legge europea che le Big Tech statunitensi detestano. L’Unione ha sempre sostenuto che il DSA non fa parte di alcun accordo con gli Stati Uniti. Sandro Gozi, di Renew Europe, ha denunciato il tentativo di sabotaggio da parte di Rubio come inaccettabile, affermando con fermezza che le regole in Europa devono essere stabilite dagli europei stessi.

La partita commerciale tra Stati Uniti ed Europa sembra essere solo rimandata a settembre, quando von der Leyen ha intenzione di accelerare i negoziati riguardanti il trattato Ue-Mercosur. Questo accordo potrebbe rappresentare un pilastro per una possibile alleanza commerciale anti-Trump, un’idea che inizia a guadagnare terreno anche in Europa. In un contesto di crescente incertezza e rivalità commerciale, sarà fondamentale monitorare da vicino gli sviluppi futuri e le ripercussioni che queste politiche potrebbero avere sull’economia globale.

Written by
Luca Carlini

Sono un appassionato di economia e del mondo del lavoro, con un occhio attento alle dinamiche sociali e politiche che influenzano la nostra vita quotidiana. La mia carriera giornalistica mi ha portato a esplorare vari aspetti dell'attualità, dalla cronaca alle notizie politiche, sempre con l'intento di fornire un'analisi critica e ben informata. Collaboro con smetteredilavorare.it per offrire approfondimenti utili e stimolanti su come l'economia influisce sulle nostre scelte professionali e sul nostro benessere. Credo fermamente nel potere dell'informazione e nella sua capacità di generare cambiamento, e mi impegno a raccontare storie che possano ispirare e informare i lettori. Quando non scrivo, mi piace esplorare nuovi luoghi e immergermi in culture diverse, sempre in cerca di nuove prospettive.

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