Negli ultimi anni, il tema della disforia di genere ha suscitato un ampio dibattito, soprattutto tra i minori, portando a una crescente attenzione sia a livello nazionale che internazionale. In risposta a questa crescente consapevolezza, il governo italiano ha recentemente varato un’iniziativa significativa per regolamentare l’uso di ormoni e farmaci bloccanti la pubertà nel trattamento della disforia di genere. Il disegno di legge, presentato dai ministri Orazio Schillaci e Eugenia Roccella e approvato dal Consiglio dei ministri, prevede l’istituzione di un registro specifico per la gestione di questi farmaci, in particolare della triptorelina, un farmaco utilizzato per inibire lo sviluppo delle caratteristiche sessuali secondarie.
Come funziona il registro?
Il nuovo sistema stabilisce che la somministrazione di farmaci bloccanti la pubertà e ormoni sia subordinata a una diagnosi accurata da parte di un’équipe multidisciplinare. Questa squadra dovrà includere professionisti della salute mentale e medici specializzati nel campo della disforia di genere. Ecco i principali requisiti del nuovo registro:
- Diagnosi accurata: La diagnosi deve essere preceduta da percorsi psicologici, psicoterapeutici e, se necessario, psichiatrici.
- Consenso informato: Il consenso dei genitori o tutori legali è un requisito fondamentale per il trattamento.
- Monitoraggio dei dati: Le informazioni raccolte nel registro dovranno includere dettagli sul processo decisionale, i risultati di precedenti interventi e il monitoraggio clinico dei pazienti.
Questo approccio mira a garantire che ogni decisione riguardante il trattamento sia presa in modo informato e responsabile, tenendo conto delle esigenze specifiche di ciascun ragazzo o ragazza.
Il governo ha stabilito che i dati contenuti nel registro dovranno essere trasmessi al Ministero della Salute ogni sei mesi, consentendo un monitoraggio continuo e aggiornato dell’uso di questi farmaci. Inoltre, sarà istituito un tavolo tecnico per valutare i rapporti semestrali dell’Aifa e inviare una relazione triennale al Parlamento sull’andamento della situazione.
Le polemiche a Firenze e il nodo della triptorelina
Tuttavia, le misure adottate dal governo non sono esenti da controversie. La questione è emersa in modo prepotente lo scorso dicembre, quando Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato, ha sollevato preoccupazioni riguardo all’uso della triptorelina presso l’ospedale Careggi di Firenze. Secondo le sue affermazioni, il farmaco sarebbe stato somministrato a bambini di soli 11 anni senza un adeguato supporto psicoterapeutico. Questa denuncia ha portato il Ministero della Salute ad avviare un audit e un’ispezione presso l’ospedale, da cui sono emerse diverse criticità.
In seguito a questa situazione, il Ministero ha fornito alla Regione Toscana un elenco di 11 azioni di miglioramento, tra cui l’obbligo di una visita specialistica da parte di un neuropsichiatra infantile per tutti i pazienti. Queste misure sono state adottate con l’intento di garantire che ogni bambino che intraprende un percorso di transizione riceva l’assistenza e il supporto necessari.
Nel maggio 2024, il ministro della Salute ha istituito un tavolo tecnico per effettuare una ricognizione delle modalità di trattamento adottate e delle evidenze scientifiche disponibili. Questo tavolo ha il compito di esaminare le pratiche attuali e di proporre eventuali miglioramenti, in un contesto in cui la questione della disforia di genere è ancora oggetto di dibattito pubblico e scientifico.
Inoltre, nel novembre 2024, il Comitato Nazionale di Bioetica ha esaminato l’uso della triptorelina, ribadendo la necessità di avere dati più solidi e affidabili sui minori trattati in Italia. Il comitato ha raccomandato l’istituzione di un registro specifico, evidenziando l’importanza di una regolamentazione accurata e scientificamente informata.
Secondo le stime dell’Aifa, nel 2023, il numero di soggetti trattati con la triptorelina è stato di circa 25, ma si sospetta che questo numero possa essere sovrastimato. Le critiche al provvedimento governativo sono arrivate anche da rappresentanti della comunità LGBTQ+, come Rosario Coco, presidente di Gaynet, che ha descritto il disegno di legge come una strategia per ostacolare l’accesso alla triptorelina e ha parlato di una possibile “schedatura ideologica” dei minori che desiderano intraprendere un percorso di affermazione di genere.
Queste polemiche evidenziano la complessità della questione e l’importanza di trovare un equilibrio tra la protezione dei minori e il rispetto delle loro scelte e identità di genere. Il dibattito è destinato a rimanere aperto e a evolversi ulteriormente, mentre il governo e le istituzioni continuano a lavorare per stabilire linee guida chiare e sicure per il trattamento della disforia di genere.