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Carlo D’Attanasio chiede aiuto al governo dopo la diagnosi di tumore durante gli scioperi della fame

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Carlo D’Attanasio chiede aiuto al governo dopo la diagnosi di tumore durante gli scioperi della fame
Carlo D’Attanasio chiede aiuto al governo dopo la diagnosi di tumore durante gli scioperi della fame
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Carlo D’Attanasio, un velista originario di Pescara, ha lanciato un accorato appello al governo italiano per ricevere supporto nel suo difficile rimpatrio. Dopo cinque anni di detenzione in Papua Nuova Guinea, il suo stato di salute attuale gli impedisce di tornare in patria con un volo di linea. La sua liberazione è avvenuta mercoledì scorso, quando la Corte d’Appello locale ha finalmente assolto il velista, chiudendo un lungo e difficile capitolo della sua vita.

Attualmente, D’Attanasio è ricoverato in un ospedale pubblico a Port Moresby, ma le sue condizioni di salute destano preoccupazione. Affetto da una forma di cancro al quarto stadio, la sua malattia rende impossibile viaggiare su un aereo commerciale. In un video-appello diffuso tramite ANSA, ha dichiarato: «Spero che il governo possa organizzare un rientro adeguato alle mie condizioni di salute, nel più breve tempo possibile. Tornare con un aereo di linea per me è complicato». Le sue parole riflettono una realtà complessa; D’Attanasio deve affrontare delle stomie da sostituire e necessita di iniezioni per la terapia del dolore, rendendo ogni spostamento un’impresa ardua.

La lotta per una diagnosi medica

La situazione di D’Attanasio è stata ulteriormente complicata dalla sua lotta per ottenere una diagnosi medica. Per ben due anni, ha chiesto insistentemente di essere visitato da un medico, ma le sue richieste sono state ignorate. Ha raccontato: «Sospettavo già di avere un tumore. Ho fatto tredici proteste della fame e della sete per ottenere una visita medica». Solo dopo questa lunga e dolorosa battaglia è riuscito a ottenere gli esami necessari per confermare la presenza della neoplasia. «Sono stati momenti durissimi. Ho rischiato la vita più di una volta, ma non avevo alternative», ha aggiunto, sottolineando la disperazione che ha accompagnato la sua lotta per la salute.

Il supporto ricevuto

Il supporto ricevuto durante la sua detenzione è stato fondamentale. D’Attanasio ha espresso gratitudine verso l’ambasciata italiana, che ha svolto un ruolo cruciale nel sostenere le spese sanitarie, elevate a causa della sua condizione economica difficile. Ha inoltre espresso riconoscenza verso il ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, e la Farnesina, per il loro impegno nel suo caso. Ha voluto ringraziare anche il dottor Reginaldo Melis, un medico italiano che vive da trent’anni in Papua Nuova Guinea, e l’avvocato Mario Antinucci di Roma, per il supporto legale ricevuto.

La richiesta di rimpatrio sanitario

La richiesta di un rimpatrio sanitario è motivata dalla necessità urgente di ricevere cure adeguate in Italia. D’Attanasio ha dichiarato: «Chiedo quindi al Governo un ultimo aiuto, per permettermi di tornare in Italia e ricevere cure adeguate, fare un check-up. Perché qui non so quale sia lo stato reale dell’evoluzione del mio tumore». Le sue parole evidenziano non solo la sua fragilità fisica, ma anche la precarietà della sua situazione attuale, in cui la mancanza di un adeguato follow-up medico potrebbe compromettere ulteriormente la sua salute.

La storia di Carlo D’Attanasio è un esempio di resilienza e determinazione di fronte a circostanze avverse. La sua esperienza mette in luce le difficoltà incontrate da un cittadino italiano all’estero e il sistema sanitario e legale che deve affrontare in situazioni di emergenza. La sua lotta per la dignità e la salute è un richiamo a tutti noi, per non dimenticare che la vita di ogni individuo è un valore che deve essere protetto e sostenuto.

Le autorità italiane sono ora sotto pressione per garantire un rapido rimpatrio di D’Attanasio, affinché possa ricevere le cure necessarie. La sua vicenda ha fatto emergere un tema importante: la necessità di un supporto più robusto per i cittadini italiani in difficoltà all’estero, specialmente per coloro che affrontano malattie gravi e complesse.

In attesa di una risposta concreta da parte del governo, D’Attanasio continua a sperare che il suo appello venga ascoltato. La sua storia non è solo quella di un velista, ma di un uomo che ha combattuto per la sua vita e che ora chiede un aiuto per poter tornare a casa, dove potrà ricevere le cure e l’assistenza di cui ha bisogno.

Written by
Luca Carlini

Sono un appassionato di economia e del mondo del lavoro, con un occhio attento alle dinamiche sociali e politiche che influenzano la nostra vita quotidiana. La mia carriera giornalistica mi ha portato a esplorare vari aspetti dell'attualità, dalla cronaca alle notizie politiche, sempre con l'intento di fornire un'analisi critica e ben informata. Collaboro con smetteredilavorare.it per offrire approfondimenti utili e stimolanti su come l'economia influisce sulle nostre scelte professionali e sul nostro benessere. Credo fermamente nel potere dell'informazione e nella sua capacità di generare cambiamento, e mi impegno a raccontare storie che possano ispirare e informare i lettori. Quando non scrivo, mi piace esplorare nuovi luoghi e immergermi in culture diverse, sempre in cerca di nuove prospettive.

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