Giorgio Assumma, avvocato e figura di spicco nel mondo del cinema e della televisione italiana, ricorda con affetto l’amico Enrico Lucherini, storico press agent scomparso recentemente all’età di 93 anni. La loro amicizia, che affonda le radici alla fine degli anni ’60, ha dato vita a un legame intimo e profondo, caratterizzato da una reciproca ammirazione e rispetto. Negli ultimi incontri, Assumma e Lucherini avevano discusso l’idea di scrivere un libro che avrebbe celebrato il cinema degli anni ’60 e ’70, un’epoca d’oro per la settima arte in Italia, che ha visto la nascita di grandi opere e di talenti indimenticabili.
Un titolo evocativo
Il titolo proposto da Lucherini, “I migliori anni che non tornano più”, evocava un senso di nostalgia e desiderio di rivisitare un periodo che ha segnato la storia del cinema. “Sbrighiamoci Giorgio, però, di tempo ne ho poco”, aveva affermato Lucherini, consapevole del passare inesorabile del tempo. Un monito che oggi risuona ancora più forte dopo la sua scomparsa. La loro collaborazione non ha mai preso forma, un rimpianto che Assumma porta con sé, insieme ai ricordi di un’epoca che non tornerà più, ma che vive nei cuori di chi ha avuto la fortuna di esserne testimone.
Un professionista di grande valore
Assumma, già presidente della SIAE e figura di riferimento per molti artisti, esprime il suo dolore per la perdita di un amico che rappresentava molto più del semplice ruolo di press agent. Lucherini era un “vero signore”, un uomo di garbo e intelligenza, capace di interagire con le personalità più disparate del panorama culturale italiano. “Quando stavo con lui, avvertivo quasi un po’ di timidezza”, confida Assumma, rivelando il rispetto e l’ammirazione che provava nei confronti di Lucherini. La sua professionalità era riconosciuta anche da grandi registi come Luchino Visconti, con il quale Lucherini collaborò nel film “Gruppo di famiglia in un interno”. In quell’occasione, il press agent si distinse per la sua capacità di gestire le relazioni pubbliche con un’eleganza che colpiva tutti.
Aneddoti e ricordi
La memoria di Assumma è una miniera di aneddoti legati al mondo dello spettacolo, e uno in particolare racconta di un episodio accaduto nel 1973. Mentre si trovava in ospedale per un intervento chirurgico al braccio, il chirurgo lo interpellò su un suo presunto viaggio a Zurigo per acquistare i diritti di trasposizione della “Montagna incantata” di Thomas Mann. Assumma, sorpreso, rispose: “È stato Lucherini, è stato Lucherini!” descrivendolo come un “mago” capace di rendere reali notizie altrimenti incredibili. Questo episodio dimostra non solo la versatilità di Lucherini nel suo lavoro, ma anche l’affetto e la stima che Assumma nutriva nei suoi confronti.
Un’eredità inestimabile
Lucherini ha avuto un ruolo fondamentale nel promuovere il cinema italiano all’estero, creando una rete di relazioni che ha permesso a molti film di raggiungere il pubblico internazionale. La sua abilità nel gestire le comunicazioni e il suo occhio attento per le opportunità hanno reso il suo lavoro prezioso non solo per i registi e gli attori, ma anche per l’intero panorama culturale italiano. La sua scomparsa segna una perdita incolmabile per il settore, un vuoto che difficilmente potrà essere riempito.
Oltre alla carriera professionale, Assumma ricorda anche il lato umano di Lucherini, la sua capacità di divertirsi e di portare gioia nelle vite delle persone che lo circondavano. La sua personalità carismatica era in grado di illuminare le stanze, rendendo ogni incontro un’esperienza memorabile. “Enrico era una persona di un divertimento unico”, racconta Assumma, sottolineando come il suo amico fosse capace di mescolare professionalità e leggerezza, creando un’atmosfera di complicità e amicizia.
Oggi, mentre si celebrano i funerali di Lucherini a Roma, il ricordo della sua vita e della sua carriera continua a vivere attraverso le storie di coloro che lo hanno conosciuto. Ogni aneddoto raccontato, ogni risata condivisa, contribuisce a mantenere viva la sua memoria. Assumma, con il suo rimpianto per un progetto mai realizzato, ricorda non solo le sfide e le conquiste di un’epoca, ma anche l’importanza delle relazioni umane nel mondo del cinema, un mondo che, come lui stesso ha detto, è come un mosaico di tessere che, con la perdita di ognuna di esse, rischia di disgregarsi.