Il 1912 è un anno che segna profondamente l’Italia, non solo per gli eventi storici, ma anche per la scomparsa di Giovanni Pascoli, uno dei più grandi poeti del Novecento. Le sue esequie rappresentano un momento di lutto collettivo, coinvolgendo studenti, autorità e familiari. Tra i presenti, la sorella Maria, affettuosamente chiamata Mariù, diventa il simbolo di un legame intimo con la vita del poeta. Il viaggio in treno da Bologna per le esequie si trasforma in un vero e proprio pellegrinaggio, un tributo da parte di persone di tutte le classi sociali, unite nel ricordare un uomo che ha dato voce alle emozioni più profonde e ai dolori universali.
Questa cornice storica e personale è il punto di partenza della narrazione di Giuseppe Piccioni nel tv movie Zvanì – Il romanzo familiare di Giovanni Pascoli, che sarà presentato in anteprima il 31 agosto a Venezia, nella sezione ‘Confronti’ delle Giornate degli Autori. L’opera, coprodotta da Rai Fiction e MeMo Films, si basa su un soggetto e sceneggiatura di Sandro Petraglia, con la collaborazione di Lorenzo Bagnatori ed Eleonora Bordi. Il cast, che include talenti emergenti come Federico Cesari e Benedetta Porcaroli, nonché nomi di spicco come Riccardo Scamarcio e Margherita Buy, promette di catturare l’essenza e la complessità del mondo pascoliano.
La narrazione di Mariù
La storia si snoda attraverso i ricordi di Mariù, che diventa la narratrice privilegiata della vita di Pascoli. La sua prospettiva permette di esplorare non solo il genio poetico del fratello, ma anche le tragedie personali che hanno segnato la sua esistenza. Tra queste, l’assassinio del padre nel 1867 è un evento cruciale che influisce profondamente sulla sua visione del mondo e sulla sua produzione letteraria. Pascoli scrive spesso di temi legati alla perdita, alla solitudine e al dolore, riflettendo la sua esperienza personale in versi che risuonano con forza universale.
Le sfide della giovinezza
La giovinezza di Giovanni è caratterizzata da povertà e difficoltà, ma anche da un forte impegno politico e sociale. Si confronta con figure significative del suo tempo, come Giosuè Carducci, il cui rapporto complesso evidenzia rivalità e amicizie della vita intellettuale dell’epoca. Nonostante le sfide, Pascoli riesce a laurearsi, un traguardo che rappresenta una vittoria personale e professionale, riabbracciando le sorelle dopo anni di separazione.
Le dinamiche familiari tra i tre fratelli sono complicate. Mariù e Ida, la sorella più indipendente, vivono con Giovanni, ma il loro convivere è intriso di tensioni. Ida, desiderosa di affermarsi, decide di lasciare il fratello, segnando una frattura nei legami familiari già fragili. Giovanni, pur diventando una figura di spicco nel panorama letterario, si sente sempre più infelice e isolato. La sua ritirata a Castelvecchio, una dimora che diventa rifugio e prigione, simboleggia la sua vulnerabilità e ricerca di pace interiore.
Un viaggio onirico
Il treno che porta Pascoli alla sepoltura attraversa un paesaggio surreale, evocando atmosfere oniriche e misteriose delle sue poesie. Questo elemento visivo è centrale in Zvanì, dove il ricordo e la realtà si intrecciano in un flusso di coscienza che riflette la complessità dell’animo umano. Le apparizioni misteriose e le visioni evocative richiamano l’immaginario poetico di Pascoli, rendendo omaggio alla sua capacità di trasformare il dolore in bellezza attraverso la parola.
La scelta di presentare Zvanì a Venezia, uno dei luoghi più iconici per il cinema e la cultura, non è casuale. La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia rappresenta un palcoscenico di prestigio per opere che esplorano tematiche profonde e universali. Con la distribuzione prevista dal 2 ottobre da parte di Academy Two, il pubblico avrà l’opportunità di immergersi nella vita di Giovanni Pascoli, scoprendo non solo il poeta, ma anche l’uomo, con le sue fragilità, i suoi sogni e le sue speranze.
La storia di Pascoli è, in fondo, una storia di rinascita e ricerca, una testimonianza di come la letteratura possa essere un rifugio e una fonte di forza in tempi di crisi. Con Zvanì, Piccioni ci invita a riflettere su quanto il passato possa interagire con il presente, mostrando che le esperienze familiari e i legami affettivi continuano a influenzare le generazioni future, rendendo la vita di Pascoli non solo un capitolo della storia letteraria italiana, ma un patrimonio condiviso da tutti noi.