Undici stati membri dell’Unione europea, tra cui l’Italia, hanno avanzato una richiesta alla Commissione europea per la definizione rapida di una nuova strategia di protezione commerciale destinata al settore dell’acciaio. L’appello, nato su impulso della Francia e formalizzato in un non-paper, sollecita l’adozione di misure operative a partire dal 1 gennaio 2026. L’obiettivo principale è riportare le importazioni siderurgiche dentro limiti ritenuti sostenibili per il mercato comunitario, in modo da salvaguardare la produzione europea.
La richiesta dei paesi europei riguarda la limitazione delle importazioni di acciaio per segmenti specifici
Nel documento condiviso si specifica che il nuovo quadro dovrebbe riportare la quota delle importazioni di acciaio ai livelli osservati nel biennio 2012-2013. Quelle cifre rappresentano per ciascun tipo di prodotto dei limiti precisi: per l’acciaio piatto la soglia indicata è del 15%, per l’acciaio lungo del 5%, mentre per l’acciaio inossidabile si punta a mantenere il 15%. Questi parametri andrebbero calcolati in rapporto alla domanda complessiva dell’Unione europea per ogni segmento. Lo scopo è contenere l’impatto della sovraccapacità produttiva internazionale, che continua a esercitare pressione sui produttori locali, con conseguenze negative per occupazione e competitività.
Il contesto del settore siderurgico e la pressione della sovraccapacità internazionale
Il settore siderurgico europeo ha affrontato negli ultimi anni diverse difficoltà legate alla crescente presenza di acciaio prodotto in eccesso a livello globale. Questa sovraccapacità, spesso originata da politiche industriali di altri paesi, ha portato a un afflusso massiccio di materie prime a basso costo, spesso a prezzi inferiori a quelli di mercato europei. Tale situazione ha provocato tensioni commerciali e richieste di tutela da parte di industrie e sindacati europei. L’industria dell’acciaio in Europa produce valore e posti di lavoro significativi, ma è sottoposta a una competizione molto forte da parte di importazioni che superano le necessità interne.
Il ruolo della commissione europea e i tempi previsti per l’intervento
La Commissione europea è chiamata ora a elaborare una proposta che possa rispondere a questo problema e introdurre un quadro normativo aggiornato e vincolante. Il termine indicato è il 1 gennaio 2026, data entro cui le nuove regole dovrebbero entrare in vigore. La misura si inserisce nelle politiche commerciali dell’Ue volte a bilanciare le relazioni con partner esteri, evitando che eccessi produttivi danneggino l’equilibrio commerciale interno. I governi coinvolti seguono con attenzione il processo, chiedendo un intervento tempestivo per garantire certezze alle imprese del comparto.
L’iniziativa della francia e la convergenza tra i paesi firmatari
La proposta avanzata nasce dalla spinta della Francia, che ha portato avanti l’idea di un coordinamento più stretto tra gli Stati membri in materia di protezione contro la sovraccapacità siderurgica. I 11 paesi firmatari hanno mostrato una netta convergenza sulle indicazioni da dare alla Commissione, segnalando l’urgenza di fermare l’attuale trend delle importazioni che superano i volumi storici. La loro azione indica un interesse condiviso per tutelare un settore di rilievo industriale e sociale nei rispettivi paesi. Non si escludono ulteriori sviluppi diplomatici nella fase di negoziazione del quadro regolamentare.
Questa iniziativa rappresenta uno dei passi più concreti finora compiuti da più paesi Ue per affrontare la pressione commerciale sulla siderurgia. Seguiranno aggiornamenti man mano che la Commissione valuterà le proposte e avvierà la consultazione delle parti coinvolte.