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riprendono le ricerche di nicola ivaldo sul monviso dopo mesi di sospensione

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Le ricerche di nicola ivaldo, medico 66enne di albenga scomparso sul monviso a metà settembre 2024, sono ripartite questa mattina su disposizione della prefettura di cuneo. L’operazione coinvolge diverse forze e si concentra su territori impervi con l’obiettivo di trovare tracce dell’uomo, disperso da oltre otto mesi. I dettagli dell’attività in corso confermano l’impegno delle autorità nel mantenere vive le indagini.

Come si organizzano le forze sul campo

La prefettura di cuneo ha riunito un gruppo formato da soccorso alpino e speleologico, guardia di finanza e vigili del fuoco, organizzando un intervento congiunto e integrato. Questa ripresa dei lavori era stata pianificata nei giorni precedenti per garantire una copertura efficace dell’area. Sul campo operano squadre esperte, specializzate in ricerche in ambienti montani difficili. Sono impiegati droni dotati di sensori specifici, utili a scandagliare territori vasti e non facilmente accessibili a piedi. Il personale si muove anche a terra, seguendo percorsi stabiliti per sondare le zone dove il medico è stato visto per l’ultima volta o dove potrebbero esserci indizi rilevanti. Le squadre continueranno le esplorazioni nelle giornate successive, con la speranza di avere risultati concreti.

Il percorso del medico prima della scomparsa

Nicola ivaldo è scomparso dopo essersi diretto da solo verso il vallone di vallanta, sopra pontechianale, partito il 14 settembre 2024. Era un escursionista esperto, quindi la sua sparizione ha destato particolare preoccupazione. Il cellulare dell’uomo ha emesso l’ultimo segnale vicino alla vetta del monviso mentre la sua auto era stata rinvenuta nella zona della diga di pontechianale. La scomparsa fu segnalata dopo che ivaldo non si presentò al lavoro nei giorni successivi. Le operazioni di ricerca iniziarono subito il 16 settembre, ma l’avanzata di una forte nevicata rese difficili i soccorsi, limitando la visibilità e rendendo pericolosi gli spostamenti nelle alture. In seguito furono eseguiti sorvoli con elicotteri che non portarono a esiti utili. A ottobre il piano venne sospeso, lasciando una situazione di incertezza sulla sorte del medico.

Nuove speranze con la ripresa delle ricerche

Dopo una pausa di alcuni mesi, finora segnata da nessuna traccia, la prefettura ha deciso di far ripartire le attività nella zona del monviso. L’impiego di nuove tecnologie e il coordinamento tra più enti aumentano le possibilità di individuare indizi sul luogo della scomparsa. Le condizioni meteorologiche più favorevoli nel 2025 permettono un lavoro più esteso e sicuro sul terreno. Sul campo gli operatori stanno controllando luoghi specifici e sentieri escursionistici riconosciuti come possibili vie di transito per il 66enne. Anche la collaborazione con esperti locali offre un supporto prezioso per interpretare i dati raccolti e orientare le ricerche. L’obiettivo immediato resta quello di trovare un corpo o qualsiasi elemento che consenta di chiarire la sorte di nicola ivaldo sui pendii del monviso.

L’attenzione della comunità e la delicatezza delle operazioni

La vicenda mantiene alta l’attenzione pubblica nella valle e tra chi frequenta la montagna, dove si spera ancora di poter dare una risposta alla famiglia e alle autorità. Le operazioni proseguiranno per alcuni giorni, monitorando con cura una zona che è difficile da esplorare senza il rischio di ulteriori incidenti. Il coinvolgimento di diverse forze sottolinea la gravità della situazione e la necessità di non abbandonare alcuna pista nella ricerca del medico disperso. “Ogni dettaglio, ogni possibile traccia è fondamentale,” dicono gli organizzatori dell’intervento.

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