Raoul Bova, noto attore italiano, ha deciso di intraprendere una doppia causa civile contro Ryanair e il Napoli Calcio. Questa controversia è emersa a seguito dell’uso non autorizzato di messaggi vocali privati che Bova aveva inviato alla modella Martina Ceretti. La situazione si complica ulteriormente, poiché Ceretti è attualmente coinvolta in un’indagine per tentata estorsione avviata dalla procura di Roma.
La diffusione di alcuni messaggi vocali privati attribuiti all’attore ha scatenato una reazione virale. In uno di questi messaggi, Bova si rivolge a Ceretti con toni affettuosi, ma una volta resi pubblici, i contenuti sono stati reinterpretati in chiave ironica e utilizzati a scopi promozionali da vari brand e account social.
Il tweet di Ryanair e il video del Napoli
La reazione di Bova è stata scatenata da due episodi specifici. Il primo è un tweet pubblicato da Ryanair Italia, in cui si legge: «Buongiorno passeggeri speciali dal sorriso meraviglioso e gli occhi spaccanti, avete scaricato l’app?». Questa frase, che ricorda una parte dei messaggi vocali di Bova, è stata utilizzata in un contesto ironico e pubblicitario. Sebbene il post abbia ottenuto un notevole riscontro, per l’attore si è trattato di un’ulteriore umiliazione pubblica.
Pochi giorni dopo, il Napoli ha pubblicato un video sul proprio profilo TikTok, in cui si sentiva chiaramente l’audio autentico di Bova, utilizzato in un contesto ironico legato al calciatore Kevin De Bruyne. Non si è trattato di una semplice imitazione, ma di un utilizzo diretto dei vocali, montati su immagini che aggraverebbero ulteriormente l’impatto sulla reputazione dell’attore.
La possibile mossa dei legali
Gli avvocati di Bova stanno preparando un’azione legale per danni all’immagine, sostenendo che si tratta di un uso non autorizzato di materiale personale. L’avvocato David Leggi ha dichiarato all’ANSA che le azioni compiute, ora sotto indagine, hanno alimentato un’ondata di contenuti illeciti e inaccettabili sul web. «Si è messa in moto una macchina infernale – ha commentato Leggi – che non risparmia nessuno, né le persone né i loro figli».
Questo incidente solleva interrogativi sui meccanismi che regolano il mondo dei social media, sempre più paragonabili a un nuovo “Far West” dove la privacy sembra non avere più valore. La questione della violazione della privacy è cruciale, specialmente in un’epoca in cui la diffusione di contenuti personali può avvenire in un attimo e senza preavviso.
L’inchiesta giudiziaria
Nel frattempo, la modella Martina Ceretti e il pr milanese Federico Monzino, entrambi coinvolti nella diffusione degli audio privati di Bova, sono stati ascoltati dagli investigatori. Tuttavia, le domande continuano a moltiplicarsi e la ricostruzione della filiera di responsabilità appare ancora complessa. La procura di Roma sta indagando non solo sull’uso non autorizzato dei vocali, ma anche su potenziali reati come la ricettazione e la violazione della privacy.
La situazione si complica ulteriormente a causa delle versioni contrastanti fornite dai protagonisti. Ceretti ha dichiarato di aver condiviso in buona fede gli audio e le chat con Monzino, senza secondi fini. Tuttavia, Monzino ha sostenuto che Ceretti gli aveva dato il consenso a inoltrare il materiale, ma poi ha cambiato idea, rendendosi conto dell’impatto che la pubblicazione avrebbe potuto avere sulla sua vita privata e sulla sua immagine.
«Ho rispettato la sua volontà e da quel momento ho fatto di tutto perché quelle chat non venissero pubblicate», ha dichiarato Monzino. Questo conflitto di versioni ha reso ancora più difficile per gli investigatori delineare una chiara traiettoria di responsabilità in questa intricata vicenda.
La reazione del pubblico e la riflessione sul web
La situazione ha sollevato un acceso dibattito tra gli utenti del web. Molti sostengono che l’uso di materiale privato senza consenso sia inaccettabile, mentre altri sembrano minimizzare l’accaduto, considerandolo parte del gioco mediatico. Questo caso mette in evidenza le sfide etiche e legali legate alla privacy nell’era digitale, dove la rapidità con cui i contenuti possono diventare virali rende sempre più difficile il controllo sulle proprie informazioni personali.
In un contesto in cui la notorietà di una persona può essere messa a repentaglio da un semplice audio condiviso, è fondamentale una riflessione profonda sulle normative che regolano la privacy e la proprietà dei contenuti nel panorama dei social media.