Immaginare l’origine del mondo attraverso uno sguardo autentico e profondo sulla vita di una tribù tradizionale è ciò che offre il film “Tanna”, diretto da Martin Butler e Bentley Dean. A dieci anni dalla sua prima uscita, questa pellicola ha guadagnato l’attenzione internazionale e una candidatura all’Oscar come miglior film straniero nel 2017, ed è tornata sul grande schermo in una versione rimasterizzata grazie a Trent Film. Il film racconta una storia d’amore che va oltre una semplice narrazione romantica; è un racconto capace di influenzare leggi e tradizioni di un popolo.
La storia di Wawa e Dain
Al centro di “Tanna” si trova la giovane Wawa, parte integrante di una delle ultime tribù tradizionali dell’isola di Tanna, a Vanuatu, nel Sud del Pacifico. La sua vita cambia radicalmente quando si innamora di Dain, un giovane introverso e riservato. Tuttavia, il loro amore è ostacolato dalle norme sociali della loro comunità: in questa tribù, l’amore non è una scelta personale, ma è il capo del villaggio a decidere chi può sposare chi.
La situazione si complica ulteriormente quando scoppia una guerra intertribale e Wawa viene promessa in sposa a un guerriero come parte di un accordo di pace tra le tribù. Di fronte a questa situazione disperata, Wawa e Dain decidono di fuggire, intraprendendo un viaggio che li porterà a confrontarsi con il loro stesso popolo e con guerrieri nemici pronti a tutto pur di fermarli. La loro fuga diventa così un simbolo della lotta tra l’amore personale e le tradizioni collettive di una comunità che si oppone al cambiamento.
Riconoscimenti e impatto culturale
Il film ha ricevuto una vasta acclamazione dalla critica, cominciando il suo percorso trionfale nel 2015 alla 30/a Settimana Internazionale della Critica alla Mostra di Venezia, dove ha vinto il Premio del Pubblico Pietro Barzisa. I registi, Martin Butler e Bentley Dean, hanno trascorso sette mesi vivendo con la tribù di Yakel, condividendo non solo cibo e storie, ma anche momenti di vita quotidiana, cerimonie e tradizioni. Hanno scoperto che la comunità di Yakel caccia ancora con arco e frecce, costruisce case e abiti con materiali della giungla, e vive seguendo ritmi antichi, che iniziano all’alba e si concludono con la cerimonia del kava al tramonto.
Un aspetto fondamentale del film è la sua capacità di rappresentare un modo di vivere che è quasi scomparso altrove, ma che la comunità di Yakel è fiera di preservare e condividere. Durante le riprese, gli uomini della tribù cantarono una canzone commovente su due amanti che, vent’anni prima, avevano sfidato le leggi dei matrimoni combinati. Questa storia, che ha cambiato il corso del Kastom, è diventata la base per il film, dimostrando come l’amore possa essere una forza trasformativa e universale.
La storia dell’isola di Tanna
Per comprendere appieno il contesto di “Tanna” è importante conoscere la storia dell’isola stessa. Gli abitanti di Tanna sono arrivati circa 3.000 anni fa, quando i Lapita, un antico popolo del Pacifico, partirono dall’arcipelago di Bismarck (oggi parte della Papua Nuova Guinea) per colonizzare le isole. Questi migranti portarono con sé maiali, galline, ceramiche e diverse colture, elementi che costituiscono ancora oggi la base della vita sull’isola.
Nel 1774, il capitano inglese James Cook fu il primo europeo a visitare Tanna, dando inizio a un contatto che avrebbe avuto conseguenze durature. Nel XIX secolo, i missionari iniziarono a diffondere il cristianesimo, portando con sé nuove idee e pratiche. Tuttavia, a metà del XX secolo, emerse un potente movimento locale che rifiutava la presenza coloniale. Questo movimento promosse un ritorno al Kastom, le tradizioni ancestrali, e l’abbandono delle influenze occidentali, come i vestiti moderni e il sistema scolastico.
Nonostante le repressioni, con arresti ed esili dei leader, il movimento per il Kastom si diffuse in tutta l’isola e continua a godere di grande rispetto tra le comunità locali. Yakel, il villaggio dove si svolge la vicenda di Wawa e Dain, ha scelto consapevolmente di mantenere uno stile di vita completamente tradizionale, preservando le credenze e la struttura sociale, anche in un mondo sempre più globalizzato.
In questo contesto, la storia d’amore tra Wawa e Dain non è solo una vicenda personale, ma diventa una rappresentazione delle tensioni tra tradizione e modernità. La loro lotta per il diritto di amare liberamente riflette le sfide che molte comunità indigene affrontano oggi, mentre cercano di proteggere le loro tradizioni di fronte a una società in rapido cambiamento. “Tanna” non è solo un film, ma un documento vivente di una cultura che resiste e si evolve, un inno all’amore e alla libertà in un mondo dove le scelte possono essere limitate.