Una vicenda giudiziaria partita da un controllo del nucleo carabinieri Cites di Ponte Chiasso ha portato alla confisca di un’iguana adulta detenuta illegalmente in Lombardia. L’animale, privo di documenti che ne attestassero l’origine e la legittima detenzione, è stato sequestrato ed è scattata una multa salata per il proprietario.
Sequestro dell’iguana in lombardia: come sono andate le indagini
Nel corso di una operazione volta al contrasto del traffico illecito di specie protette, i carabinieri del nucleo Cites di Ponte Chiasso hanno ispezionato l’abitazione di un residente nei dintorni di Como. Durante il controllo hanno scoperto la presenza di una iguana adulta, ma il proprietario non ha potuto esibire alcuna documentazione valida sulla provenienza dell’animale. Non c’erano registrazioni ufficiali, marchi identificativi conformi o attestati di nascita in cattività riconosciuti dall’ente competente. Questi elementi sono fondamentali per dimostrare la legalità della detenzione di specie che rientrano nelle normative di protezione ambientale.
La mancanza di tali documenti ha fatto scattare immediatamente il sequestro dell’esemplare. L’operazione rientra nelle attività svolte per tutelare specie esotiche che rischiano il traffico e l’allevamento illegale.
Le conseguenze legali e il controllo delle autorità
Questa vicenda evidenzia le conseguenze legali dell’acquisto e detenzione di animali esotici senza riscontrare le procedure amministrative previste. Le autorità mantengono un controllo stretto per evitare fenomeni di traffico illecito e abusi, tutelando le specie a rischio e preservando gli equilibri ambientali.
La decisione del tribunale di como e le sanzioni previste
Il caso è arrivato davanti al tribunale di Como, che ha valutato la situazione in base alle norme vigenti sulla detenzione di animali protetti dalla convenzione Cites. La corte ha confermato l’illegalità della detenzione dell’iguana, ritenendo che la documentazione mancante costituisse una violazione delle norme di tutela.
Di conseguenza, il tribunale ha applicato una sanzione pecuniaria di 40mila euro al cittadino coinvolto, insieme alla confisca dell’animale stesso. La decisione sottolinea quanto sia rigido il quadro normativo in tema di specie protette e quanto siano severe le pene per chi non rispetta tali regole.
Sanzioni e normativa
“La decisione sottolinea la necessità di rispettare scrupolosamente le normative per la detenzione di specie protette, pena conseguenze rilevanti sia economiche che giudiziarie.”
Affidamento dell’iguana confiscata al reparto carabinieri per la biodiversità
Dopo la confisca, l’iguana è stata trasferita al Reparto carabinieri per la Biodiversità di Punta Marina, situato a Ravenna. Questa unità si occupa di accogliere gli animali sequestrati, garantendo loro cura e protezione in ambienti adeguati.
Il trasferimento segue protocolli precisi per assicurare il benessere degli esemplari e per facilitarne eventualmente il reinserimento in strutture specializzate o in natura, quando possibile. Grazie a questo intervento l’animale sarà sotto supervisione finché non si deciderà il suo destino definitivo.