Sul sentiero dei selfie al Seceda, in Alto Adige, è tornato in vigore il tornello che richiede il pagamento per l’accesso di cinque ore. Dopo una breve tregua durata pochi giorni a luglio, i proprietari dei pascoli hanno rilanciato l’iniziativa, attirando l’attenzione dei media nazionali e internazionali. La situazione evidenzia il contrasto tra la pressione turistica cresciuta negli ultimi anni e i problemi di gestione del territorio da parte dei contadini locali.
La protesta dei contadini e la richiesta di rispetto per i pascoli
L’area attorno al Seceda ha registrato un afflusso massiccio di visitatori attratti dall’opportunità di scattare “selfie” lungo il sentiero. I proprietari dei terreni si sono detti esasperati dai danni causati dal passaggio indiscriminato di turisti. Georg Rabanser, uno dei quattro proprietari, ha spiegato che la mancanza di risposte dalle autorità provinciali ha spinto a riattivare il tornello per controllare gli ingressi, a eccezione di residenti e bambini.
Le parole di georg rabanser sui problemi causati dal turismo
Rabanser ha sottolineato che mentre gli impiantisti traggono profitti sostanziosi dall’aumento dei visitatori, i contadini si trovano a gestire i costi derivati dai danni ai prati e dall’abbandono dei rifiuti lungo il sentiero. Secondo loro, l’iniziativa serve anche come segnale per le istituzioni affinché intervengano concretamente, non con parole ma con azioni. L’esasperazione cresce soprattutto per l’assenza di comunicazioni ufficiali o diffide formali da parte della Provincia, che avrebbe dovuto affrontare la questione.
Gli interventi dell’apt e la gestione dei flussi turistici
L’apt di Santa Cristina ha adottato una strategia diversa per contenere i problemi generati dal turismo eccessivo. Sono stati impiegati quattro rangers per pattugliare l’area, tenere i turisti nei sentieri e impedire che droni o altri dispositivi possano danneggiare l’ambiente. Lukas Demetz, presidente dell’apt locale, ha ammesso che la situazione è migliorata rispetto ai mesi scorsi.
La posizione dell’apt sui rifiuti e il tornello
Demetz ha minimizzato la questione dei rifiuti, definendola meno grave di quanto raccontato. Tuttavia, ha espresso disappunto per la riattivazione del tornello, sottolineando che non sono chiare le basi legali per esigere un pagamento a quel punto. Dal punto di vista dell’apt, i proprietari agiscono per ottenere un guadagno immediato dopo che le richieste di indennizzo sono state rifiutate sia dagli impiantisti che dall’associazione turistica.
Inoltre l’apt ritiene che se dovesse risarcire quei proprietari, si aprirebbe un precedente difficile da gestire in tutta la regione, poiché molti terreni sono privati e spesso attraversati da sentieri turistici. È evidente che il problema non riguarda solo l’accesso al Seceda, ma più in generale la regolazione delle attività nel territorio montano alpino.
La posizione del cai alto adige sul tornello del seceda
Carlo Alberto Zanella, presidente del cai Alto Adige, ha preso posizione con un post su Facebook in cui ha definito “una balla” la storia della provocazione legata al tornello. Zanella ha confermato che il dispositivo è funzionante e si richiede il pagamento dell’ingresso sul sentiero.
Il cai, come principale associazione escursionistica della regione, svolge un ruolo importante nel monitoraggio e nella tutela degli spazi naturali. Con il suo intervento Zanella ha voluto chiarire che non si tratta di un’azione simbolica o temporanea, ma di una misura concreta presa dai proprietari per limitare il passaggio incontrollato di turisti.
Le tensioni tra rispetto della proprietà privata e turismo
Questo episodio sottolinea come tra il rispetto delle proprietà private e le esigenze turistiche permangano tensioni irrisolte. Il controllo degli accessi e la gestione sostenibile dei flussi rappresentano un tema centrale per tutte le aree alpine interessate da un turismo massiccio e sempre più diffuso.