La nasa si trova ad affrontare un’importante riorganizzazione del proprio organico a causa di tagli drastici imposti nel bilancio federale. Questa manovra coinvolgerà quasi un quinto dei dipendenti entro la fine del 2025, con impatti significativi sull’attività dell’agenzia spaziale americana.
Adesione massiccia al programma di dimissioni differite
Secondo quanto comunicato da Cheryl Warner, responsabile della comunicazione della nasa, il numero di dipendenti che ha scelto di partecipare al programma governativo di dimissioni differite è salito a quasi 4.000 unità. Questa iniziativa, voluta dalla Casa Bianca per contenere le spese, si è articolata in due fasi distinte. La seconda fase si è conclusa venerdì scorso con la partecipazione di circa 3.000 lavoratori. Nella prima fase, chiusa a febbraio, erano già uscite 870 persone.
Le dimissioni differite permettono ai dipendenti di sospendere il proprio lavoro con un periodo di congedo amministrativo fino alla data di uscita definitiva. In questo modo la nasa procederà a una graduale diminuzione del personale, ottenendo una riduzione effettiva che vedrà scendere gli addetti dagli oltre 18.000 attuali a circa 14.000 entro il 9 gennaio 2026. Si prevedono comunque leggere oscillazioni nei numeri finali, considerata la possibilità che alcuni dipendenti ritirino la loro adesione o vedano respinta la domanda.
Conseguenze dirette dei tagli al budget e proteste interne
Il piano di taglio del personale accompagna un ulteriore taglio del 24% sul bilancio complessivo della nasa, come stabilito dalla recente legge federale. Il finanziamento dedicato alla ricerca subirà un dimezzamento, limitando i programmi e le sperimentazioni in corso. Questa drastica riduzione ha sollevato forti critiche da parte del personale interno e di numerosi esperti e sostenitori del settore aerospaziale.
Negli ultimi giorni si sono moltiplicate le manifestazioni di dissenso, in particolare perché l’agenzia rimane senza una guida ufficiale. Al momento, la gestione è affidata all’amministratore ad interim Sean Duffy dopo che il presidente Trump ha deciso di non confermare la nomina di Jared Isaacman, imprenditore con legami a Elon Musk, come nuovo capo dell’agenzia. Questa instabilità amministrativa ha accentuato le preoccupazioni circa il futuro del programma spaziale degli Stati Uniti.
Impatti sulla nasa e prospettive future
La riduzione del personale e il taglio al budget mettono in discussione molte delle attività programmate, inclusi i progetti di esplorazione e le missioni scientifiche. La perdita di circa 4.000 dipendenti rappresenta una contrazione significativa per l’agenzia, che dovrà adattarsi a un organico ridotto per mantenere operativi i suoi centri e preparare nuove missioni con risorse più limitate.
Pressione per rivedere le priorità
In questo frangente, la nasa subirà una pressione crescente per rivedere le priorità, riorganizzare le squadre di lavoro e rinunciare ad alcune iniziative meno urgenti. Rimane aperto il dibattito sul supporto a lungo termine all’attività spaziale americana e sulla capacità dell’agenzia di competere con programmi emergenti nel mondo, malgrado la riduzione imposta dal governo.
L’andamento delle adesioni al programma di dimissioni differite potrà subire variazioni nel breve, ma la direzione sembra ormai tracciata verso un’azienda più snella e con un budget più contenuto, in attesa di una nuova stabilità politica e di decisioni di rilievo che possano orientare il futuro della nasa nei prossimi anni.