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Il progetto dimitra mira a trasformare gli scarti agricoli in bio-fertilizzanti per un’agricoltura circolare

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Il progetto dimitra, sviluppato dall’università di Verona, punta a recuperare nutrienti dagli scarti agricoli trasformandoli in fertilizzanti naturali. Questa iniziativa rientra nelle strategie europee per un’economia circolare e ridurre la dipendenza dai fertilizzanti chimici. dimitra si concentra su un sottoprodotto chiamato digestato, residuo della produzione di biogas da rifiuti agroalimentari, con l’obiettivo di valorizzarlo in modo sostenibile e responsabile.

La trasformazione del digestato: principi e obiettivi

Il digestato è il materiale residuo dopo la digestione anaerobica degli scarti agricoli come residui vegetali, effluenti zootecnici e sottoprodotti animali. Questo processo produce biogas, utile per energia elettrica e calore, ma lascia un residuo ricco di azoto, fosforo e potassio, elementi fondamentali per la fertilizzazione del suolo. Se non gestito correttamente, il digestato può causare inquinamento ambientale, contaminare acqua e suolo e generare emissioni di gas serra e odori sgradevoli.

L’importanza del digestato in agricoltura

La funzione principale del digestato in agricoltura è triplice. Come fertilizzante naturale riduce la necessità di prodotti chimici derivati dalla sintesi; migliora la struttura del terreno fornendo sostanza organica che incrementa la fertilità; e presenta un odore meno intenso rispetto ai liquami freschi. Inoltre, il digestato contribuisce a limitare la presenza di patogeni e semi di erbe infestanti. Alla base del progetto dimitra c’è l’idea di trasformare questo residuo in un prodotto più pulito e sicuro, riducendo il volume dei rifiuti e valorizzandolo come risorsa agricola.

Due impianti sperimentali per testare nuovi metodi di recupero nutrienti

In Italia, presso l’azienda agricola “La Torre” a Isola della Scala, e in Grecia sono operativi due impianti che mettono alla prova tecnologie innovative per estrarre nutrienti dal digestato. In particolare, l’impianto italiano DEMO 2, progettato dall’università di Verona e realizzato dalla società Nuove Energie, tratta circa 20 tonnellate di digestato al giorno.

Questo sistema modulare utilizza processi di separazione, filtrazione e osmosi inversa per isolare azoto, fosforo, ammonio e potassio. L’obiettivo è ottenere biofertilizzanti con caratteristiche simili ai prodotti convenzionali, ma ottenuti da scarti di origine agricola. L’impianto riduce le emissioni di anidride carbonica e gli odori derivati dal trattamento del digestato e consente anche il recupero di acqua da riutilizzare per l’irrigazione, aumentando l’efficienza complessiva delle risorse impiegate.

Tecnologie e impatti ambientali

La tecnologia impiegata permette di ridurre l’impatto ambientale del trattamento del digestato, contribuendo così a un uso più sostenibile delle risorse agricole.

Il ruolo del progetto dimitra nella strategia europea di sostenibilità

L’Unione Europea punta a rafforzare la produzione di energie rinnovabili come il biogas e a spingere verso un modello economico circolare che riduca sprechi e impatti ambientali. Attualmente, la produzione annua di biogas nei paesi UE si aggira intorno ai 20 miliardi di metri cubi, con l’ipotesi di arrivare a 160 miliardi entro il 2050. dimitra non si limita alla produzione energetica, ma estende l’attenzione anche alla gestione responsabile del digestato.

Un elemento critico riguarda la volatilità dei prezzi dei fertilizzanti agricoli provocata dalle tensioni geopolitiche. Produrre fertilizzanti da digestato potrebbe offrire all’Europa una maggiore autonomia e ridurre la dipendenza dai mercati esteri. Federico Battista, coordinatore del progetto per l’università di Verona, definisce dimitra “più di una semplice tecnologia: è una proposta concreta per un modello agricolo sostenibile e circolare, in cui i rifiuti diventano risorse e il territorio guadagna in salute ambientale e produttività.”

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