Il governo italiano sta valutando una modifica significativa per i lavori legati al superbonus, interessando il modo in cui vengono calcolati gli stati di avanzamento lavori . Dopo mesi di interpretazioni restrittive da parte del ministero dell’economia e delle finanze , arriva un ordine del giorno presentato durante la conversione del decreto fiscale che punta a includere nei SAL anche i materiali consegnati in cantiere ma non ancora utilizzati. La questione coinvolge direttamente il diritto alla detrazione fiscale e interessa molti contribuenti e imprese impegnati nei cantieri del superbonus.
Il nodo dei materiali a piè d’opera e la loro contabilizzazione nei sal
Il tema centrale riguarda l’esclusione fino ad oggi operata dal MEF, secondo cui nel calcolo degli stati di avanzamento lavori per il superbonus non potevano essere considerati i materiali consegnati in cantiere ma non ancora impiegati nelle lavorazioni. Questa interpretazione, adottata con effetto retroattivo, ha complicato la situazione fiscale di molte imprese e proprietari di immobili, soprattutto dopo le verifiche della Guardia di Finanza e le contestazioni dell’Agenzia delle Entrate.
Nei fatti, raggiungere una certa quota di SAL è essenziale per attivare le detrazioni o per recuperare crediti d’imposta derivanti dal superbonus. Per esempio, nella proroga precedente riservata alle villette unifamiliari, era necessario raggiungere almeno un SAL del 30% entro la fine del 2022. Finora, molte pratiche avevano conteggiato anche i materiali a piè d’opera tra i lavori completati, una prassi che ha facilitato l’ottenimento delle agevolazioni ma che il MEF ha contestato.
Questa nuova lettura del ministero ha innescato contenziosi giudiziari e rischi economici per chi aveva già usufruito delle detrazioni basandosi su SAL che secondo l’interpretazione restrittiva non erano validi. L’ordine del giorno presentato da Erica Mazzetti punta a risolvere questa ambiguità, evitando che contribuenti, imprese e istituti di credito debbano restituire importi rilevanti o subire sanzioni sproporzionate.
Ordine del giorno e richiesta di superare l’interpretazione restrittiva
L’ordine del giorno al decreto fiscale elaborato dall’onorevole Mazzetti propone di considerare tra gli stati di avanzamento lavori anche quei materiali consegnati in cantieri e fatturati, benché non ancora impiegati. Questo ampliamento sarebbe comunque soggetto all’asseverazione di un tecnico abilitato, che deve attestare la reale presenza e disponibilità dei materiali nel cantiere alla data del SAL.
La richiesta mira a bilanciare sicurezza fiscale e realtà operative nei cantieri, evitando che un’interpretazione troppo rigida annulli diritti maturati. L’asseverazione tecnica rappresenta un passaggio fondamentale: il professionista incaricato deve certificare che i materiali sono a disposizione del beneficiario e saranno effettivamente messi in opera successivamente.
L’asseverazione inoltre serve a contrastare tentativi di frode o contabilizzazioni non corrispondenti alla reale situazione del cantiere. La proposta indicata dall’OdG introduce quindi un criterio concreto e verificabile, con l’obiettivo di fornire certezze e stabilità a imprese e proprietari.
Sentenza della corte tributaria di rieti conferma la contabilizzazione parziale delle forniture
A sostenere questa linea arriva la recente sentenza n. 18/2025 emessa dalla corte tributaria di primo grado di Rieti. Il tribunale si è soffermato sul ruolo del direttore dei lavori nella contabilizzazione dei SAL, riconoscendo che può includere lavorazioni e forniture solo nella parte effettivamente eseguita e documentata dall’appaltatore.
Questa decisione giuridica sostiene la possibilità di contabilizzare i materiali presenti nel cantiere ma ancora non installati, purché il loro impiego sia previsto e comprovato successivamente. L’interpretazione è una mediazione tra il rigore imposto dal MEF e le prassi consolidate sul campo.
Rischi di contenziosi e tutele per imprese e cittadini
Con un quadro giuridico che contempla questa opzione, si eviterebbero numerosi contenziosi legati alla decadenza delle detrazioni. Il rischio di dover restituire crediti richiesti o ceduti con l’applicazione di interessi fino al 250% potrebbe ridursi sensibilmente, alleggerendo il carico su imprese e cittadini.
Questa lettura della corte tributaria di Rieti sembra porre un punto fermo su un tema finora controverso e delicato, aprendo la strada a soluzioni più ragionevoli e pratiche per la gestione del superbonus e degli stati di avanzamento lavori nel rispetto di regole trasparenti.