La camera ha approvato una proposta di legge che impone alle banche di aprire un conto corrente a chiunque ne faccia richiesta, fatta eccezione per motivi legati a norme antiriciclaggio e antiterrorismo. La norma mira a garantire un accesso più ampio ai servizi finanziari. Nel testo si prevede anche una restrizione sulle modalità di chiusura dei conti correnti con saldo positivo. L’approvazione è avvenuta con voto unanime, mettendo in evidenza un’attenzione crescente verso l’inclusione finanziaria.
Dettagli della proposta di legge sulla banca per tutti
La proposta introduce nel codice civile un articolo nuovo, il 1857-bis, che obbliga gli istituti di credito ad aprire conti correnti a chiunque lo chieda, senza poter rifiutare arbitrariamente. L’unica possibile eccezione riguarda le situazioni in cui si applicano le regole antiriciclaggio o per la prevenzione del finanziamento al terrorismo. La norma limita anche la libertà delle banche di chiudere conti di clienti che dispongano di un saldo positivo, imponendo maggiori cautele prima di procedere alla chiusura. Il fine è fornire a chiunque l’accesso a un servizio considerato essenziale, evitando esclusioni ingiustificate.
L’approvazione alla camera dei deputati è avvenuta all’unanimità. Ciò suggerisce consenso politico trasversale intorno al tema dell’accesso universale al sistema bancario tradizionale. L’iniziativa nasce anche per rispondere a una richiesta sociale che da tempo punta a ridurre situazioni di esclusione finanziaria. La legge intende trasformare il conto corrente in un diritto, più che in un semplice prodotto offerto a discrezione degli istituti di credito.
Le riserve dell’abi e il precedente del conto di base
L’associazione bancaria italiana ha manifestato disappunto rispetto al provvedimento, definito una restrizione della libertà contrattuale delle banche. L’abi sottolinea i rischi di limitare la capacità degli istituti di credito di valutare autonomamente le richieste e gestire i rapporti con la clientela. Il dibattito porta alla luce le difficoltà già vissute in passato con strumenti pensati per favorire l’inclusione finanziaria, ma mai realmente decollati.
Nel 2012 fu introdotto in Italia il conto di base, frutto di una convenzione siglata tra ministero dell’economia, banca d’Italia, abi, poste italiane e associazioni degli utenti. Questo prodotto doveva garantire un accesso semplice e a basso costo ai servizi bancari, soprattutto per persone svantaggiate. Tuttavia, nella pratica, molte banche non promossero adeguatamente il conto di base. Molti sportelli scoraggiarono la clientela dal sottoscriverlo e il prodotto rimase poco utilizzato. Risultò più un obbligo formale che una scelta concreta diffusa.
La situazione non cambiò neppure dopo il recepimento nel 2018 della direttiva europea 2014/92, che imponeva conti di base per tutti i cittadini europei. L’Italia mantenne un’offerta ancora molto limitata. Le statistiche ufficiali sul numero effettivo di conti di base aperti non sono mai state pubblicate da abi, banca d’Italia o dalle organizzazioni sindacali dei bancari, così il dato resta poco trasparente anche oggi.
Necessità di una carta dei servizi bancaria nel contesto attuale
Con la nuova normativa che riconosce a ogni cittadino il diritto a un conto corrente, si apre la discussione su come garantire un’offerta chiara e trasparente dei servizi bancari. Un tema rilevante riguarda la possibile adozione di una “carta dei servizi” per le banche, simile a quelle già presenti in altri servizi pubblici. Tale documento potrebbe definire diritti e doveri di clienti e istituti, standard di qualità, trasparenza e tutele per l’utenza.
L’inclusione finanziaria assume un ruolo pubblico sempre più marcato, giacché i conti correnti sono strumenti indispensabili per la partecipazione sociale ed economica. Molte persone devono obbligatoriamente servirsi di banche per ricevere stipendi, pensioni o assistenza pubblica. La previsione di una carta dei servizi aiuterebbe a disciplinare meglio i rapporti, garantendo continuità e certezza nel servizio erogato.
Prospettive legislative e reazioni degli istituti
I lavori parlamentari potranno inserire questa proposta o altre misure simili, per affrontare le criticità dei servizi bancari in Italia. Una maggiore regolamentazione sul rapporto tra cittadini e banche potrebbe evitare future esclusioni o disservizi, già noti all’esperienza italiana sia nelle aree urbane che nei territori più svantaggiati.
Il testo assicura un cambiamento importante nel modo in cui la società italiana si rapporta con il sistema bancario. Le prossime discussioni legislative e le risposte degli istituti definiranno la portata reale della novità.