Da diversi giorni l’Albania è segnata da vaste e violente fiamme che stanno distruggendo ampie zone del territorio nazionale. Le aree maggiormente colpite si trovano nel sud del paese, tra cui la località turistica di Borsh, lungo la costa ionica, dove il fuoco ha raggiunto abitazioni e strutture ricettive. L’intervento delle forze di soccorso si sta concentrando su più fronti per contenere il disastro ambientale e mettere in sicurezza residenti e turisti.
L’incendio a borsh e le evacuazioni di emergenza
I roghi divampati la sera precedente hanno rapidamente avanzato verso la zona abitata di Borsh, località balneare molto frequentata durante la stagione estiva. Per precauzione e sicurezza, nella mattinata il ministero della difesa albanese ha disposto l’evacuazione di 40 persone, tra cui turisti provenienti da diverse regioni. Questo spostamento urgente ha evitato potenziali vittime, mentre le fiamme minacciavano anche gli hotel e le strutture circostanti. Diverse famiglie e visitatori si sono riversati in spazi temporanei messi a disposizione dalle autorità locali.
I danni materiali risultano ingenti, con il rischio concreto che il fuoco si propaghi ulteriormente a causa del vento e della vegetazione secca tipica di questo periodo dell’anno. Le pareti di roccia e le aree boschive si trasformano in carburante per l’incendio, che già ha consumato ettari di terreno in prossimità della costa ionica. Le istituzioni stanno monitorando la situazione, per comprendere l’evolversi delle fiamme e prevenire ulteriori danni.
Forze della protezione civile e aiuti per spegnere i roghi
Per contenere il fronte degli incendi in Albania, sono stati dispiegati oltre 200 operatori tra protezione civile, vigili del fuoco e militari. Le squadre lavorano senza sosta da diversi giorni tra condizioni difficili. Anche due elicotteri dell’esercito sono impegnati in missioni di supporto, con lanci d’acqua mirati per rallentare la diffusione delle fiamme in punti critici.
Coordinamento e tecnologie aeree
La macchina dei soccorsi è integrata da mezzi aerei che aiutano a raggiungere zone impervie che sarebbero altrimenti inaccessibili, facilitando l’azione di spegnimento e la prevenzione del propagarsi del rogo verso insediamenti umani. Le autorità mantengono un coordinamento stretto con il governo centrale per coordinare risorse e personale.
Le condizioni meteorologiche continuano a complicare gli sforzi, con temperature elevate e venti costanti che alimentano il fuoco. Per questo l’attività delle squadre di intervento è stata organizzata anche in orari notturni, per impedire che il rogo riprenda vigore nelle ore più calde della giornata.
Indagini e arresti vicino a valona, aiuti dall’Italia
Nel frattempo, la situazione a Kanina, località nei pressi di Valona sempre nel sud dell’Albania, è risultata meno critica. Qui le fiamme sono considerate sotto controllo grazie all’azione tempestiva degli operatori. Le autorità hanno però arrestato un pastore con l’accusa di incendio doloso, apparentemente responsabile dell’origine di un rogo in quella zona.
L’intervento di un canadair della protezione civile italiana, atterrato nel pomeriggio precedente, ha contribuito a contenere gli effetti dell’incendio. Questo tipo di supporto internazionale si rivela prezioso per affrontare crisi così estese, soprattutto in aree dove il terreno è irregolare e la vegetazione fitta.
Le indagini proseguono per determinare le cause precise dei vari focolai e verificare eventuali altri reati collegati. In un contesto reso critico dal caldo e dalla siccità, la responsabilità umana è uno degli elementi al centro dell’attenzione della magistratura.
Il quadro rimane instabile, mentre le autorità continuano gli sforzi per proteggere le popolazioni e il territorio. Il coinvolgimento delle squadre di emergenza, insieme a mezzi aerei e militari, resta fondamentale per arginare la diffusione delle fiamme e mettere in sicurezza le zone più vulnerabili.