Il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo è tornato a parlare pubblicamente riguardo all’inchiesta sul delitto del sindaco pescatore Angelo Vassallo, avvenuto ad Acciaroli il 5 settembre 2010. Dopo mesi di detenzione e un’indagine che prosegue ancora, Cagnazzo ha usato i propri canali personali per difendersi e chiarire la sua posizione. La vicenda, seguita con attenzione dalla procura di Salerno, coinvolge diversi indagati e ha visto recentemente importanti sviluppi sulle misure cautelari.
Il contesto dell’inchiesta e la posizione di fabio cagnazzo
Il caso riguarda l’omicidio di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica noto come “il sindaco pescatore” per la sua attenzione all’ambiente e alla pesca locale. La procura di Salerno ha indagato diverse persone, tra cui il colonnello Fabio Cagnazzo, ufficiale dei carabinieri. Nel corso dell’inchiesta, Cagnazzo è stato arrestato e ha trascorso circa sei mesi in carcere, fino alla scarcerazione decisa dal tribunale del riesame di Salerno.
La decisione del tribunale, avvenuta a maggio 2025, si è basata soprattutto sulla mancanza di prove sufficienti a mantenere la detenzione preventiva. In particolare, la cassazione ha annullato un precedente provvedimento contenente gravi “carenze in tema di gravità indiziaria”, segnalando che non si può ignorare la debolezza delle prove contro l’ufficiale.
Nonostante la scarcerazione, la procura ha confermato la richiesta di rinvio a giudizio per Cagnazzo e altri indagati. Il procedimento quindi continua, e il colonnello ha espresso pubblicamente la sua volontà di ricorrere nuovamente alla cassazione per chiarire la sua posizione.
Le dichiarazioni di fabio cagnazzo e il suo ruolo nella vicenda
Fabio Cagnazzo ha voluto chiarire personalmente, senza più passare attraverso i suoi avvocati, la sua totale estraneità ai fatti contestati. Sui social, ha ringraziato quanti gli sono stati vicini durante la difficile fase della detenzione, citando amici, colleghi e conoscenti che hanno espresso solidarietà.
Il colonnello sottolinea di aver sempre mantenuto fede al suo impegno nei confronti della Repubblica Italiana e della comunità che serve da oltre trent’anni. Ricorda inoltre come questa vicenda, che lo vede coinvolto da quindici anni, sia stata più volte oggetto di archiviazione da parte della magistratura, con una mole considerevole di documenti processuali – oltre 80mila pagine – che dimostrerebbero la sua innocenza ma che pochi hanno avuto modo di visionare.
Cagnazzo ha espresso fiducia nella giustizia, pur precisando di sentirsi ferito da questa situazione, e ha escluso qualsiasi sentimento di rancore verso chi lo accusa. Ha poi annunciato la decisione di continuare la battaglia legale per ottenere un pronunciamento definitivo.
Le implicazioni legali e le prossime mosse nel procedimento
La vicenda processuale si sviluppa attorno alle contestazioni rivolte a Fabio Cagnazzo e ad altri indagati per presunti legami con il delitto di Angelo Vassallo. Dopo la scarcerazione, decisa dal tribunale del riesame, la procura non si è ritirata e ha formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio per ciascuno degli imputati.
La cassazione, nella sua ultima decisione, ha evidenziato lacune nelle valutazioni sui presupposti della misura cautelare che avevano portato all’arresto di Cagnazzo. Questa sentenza ha aperto la strada alla scarcerazione, ma resta ferma la possibilità di un processo che dirima le responsabilità.
Prossime fasi del procedimento
Il colonnello, assistito dal suo team legale, ha già annunciato che farà ricorso in cassazione in seguito alle motivazioni del tribunale del riesame, convinto che “la giustizia stabilirà la sua estraneità”. Il procedimento proseguirà quindi nei mesi a venire e potrebbe coinvolgere nuovi approfondimenti e testimonianze.
Il caso di Angelo Vassallo continua a rappresentare una delle inchieste più seguite nel panorama giudiziario italiano, soprattutto per le implicazioni politiche e sociali legate al ruolo del sindaco e alla sua attività sul territorio di Acciaroli. Le prossime fasi processuali saranno decisive per chiarire cosa sia realmente successo in quella notte del 2010.