Un detenuto minorenne è riuscito a fuggire dal carcere Beccaria di milano, facendo tornare sotto i riflettori le difficoltà di questo istituto. Il ragazzo, originario del Marocco e di 17 anni, era stato arrestato per rapina a mano armata. La fuga è avvenuta dopo che il giovane ha scavalcato le inferriate della struttura, secondo quanto riportato da Aldo di Giacomo, segretario del sindacato di polizia penitenziaria.
Il contesto del carcere minorile beccaria a milano
Il Beccaria di milano è tra i più problematici istituti penitenziari per minorenni in Italia. Questa struttura accoglie giovani con storie complesse e reati spesso gravi, e deve fare i conti con problemi strutturali e di gestione. La conformazione dell’istituto, le condizioni di sovraffollamento e il contesto sociale spesso difficile dei detenuti rappresentano una combinazione che rende la sorveglianza impegnativa. Altre difficoltà emergono da carenze di organico del personale di polizia penitenziaria e dalla necessità di garantire una gestione equilibrata di ragazzi con età, provenienze e storie diverse.
Aumento delle evasioni e carenze di sorveglianza
Secondo Aldo di Giacomo, le evasioni e i tentativi di uscita non autorizzata sono aumentate del 300% negli ultimi mesi soprattutto negli istituti per minorenni come il Beccaria. Questo incremento mostra come la sorveglianza non riesca a garantire la sicurezza, soprattutto per la scarsità degli agenti in servizio. In molte strutture capita che pochi poliziotti, a volte 4, siano chiamati a controllare decine di detenuti, fino a 60-70. La situazione diventa critica quando manca il personale necessario a intercettare e prevenire tentativi di fuga, situazione che rischia di compromettere la gestione degli istituti.
Critiche e risposte istituzionali
L’esponente del sindacato ha sottolineato la mancata consapevolezza sul problema da parte delle istituzioni politiche, in particolare citando il sottosegretario Delmastro. Secondo di Giacomo, il sottosegretario continua a dare segnali di ottimismo e rassicurazioni sulla gestione, mentre i fatti raccontano storie differenti. Negli ultimi giorni infatti sono stati segnalati quattro episodi tra evasioni riuscite e tentativi, un dato che espone chiaramente la fragilità attuale delle misure di sicurezza nel carcere Beccaria e in altre strutture simili sul territorio nazionale.
La complessità della popolazione detenuta minorile
Il carcere Beccaria ospita giovani con un profilo che rende difficile la gestione quotidiana. Molti detenuti hanno un’età molto bassa e provengono da contesti migratori difficili, con esperienze di vita segnate da disagio e marginalità. Ciò richiede un’attenzione particolare, non solo dal punto di vista della sicurezza, ma anche nell’ambito dell’assistenza socio-educativa. Le condizioni di detenzione e la qualità della sorveglianza incidono direttamente sull’efficacia dei percorsi rieducativi previsti dalla legge per i minorenni. Le evasioni peggiorano uno scenario già complesso e mettono in evidenza la necessità di interventi mirati e di risorse adeguate.
La fuga del giovane dal Beccaria torna quindi a far emergere problemi antichi con i quali il sistema penitenziario minorile deve confrontarsi. Le difficoltà sulle presenze effettive degli agenti rappresentano un fattore chiave per la sicurezza delle carceri, e il caso milanese sottolinea come l’equilibrio tra controllo e tutela dei diritti dei detenuti sia ancora precario. L’attenzione delle autorità e degli operatori resta alta mentre la cronaca registra nuovi episodi di evasione.