La ricorrenza della strage di via Palestro a Milano, avvenuta 32 anni fa, richiama alla memoria quel tragico momento del 1993 in cui persero la vita cinque persone, segnando una delle pagine più drammatiche della lotta contro la criminalità organizzata in Italia. Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha rilanciato, attraverso i social, un messaggio di ricordo e di rinnovato impegno delle istituzioni per contrastare le azioni mafiose e preservare la memoria di quelle vittime innocenti.
Il ricordo delle vittime della strage e il messaggio di ignazio la russa
Il 27 luglio 1993, una bomba esplose in via Palestro a Milano provocando la morte di cinque persone: tre vigili del fuoco – Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno -, l’agente di polizia locale Alessandro Ferrari e Moussafir Driss, un cittadino marocchino che dormiva su una panchina. Ignazio La Russa, nel suo messaggio social, ha voluto onorare la memoria di queste persone ricordando il sacrificio e la dedizione di chi è rimasto vittima innocente della violenza mafiosa.
La strategia eversiva e gli attentati collegati
La Russa ha definito quella serie di attentati come una “strategia eversiva ben più ampia”, che comprendeva non solo l’esplosione a Milano ma anche gli attentati di via dei Georgofili a Firenze e a Roma, colpendo luoghi di alto valore culturale e religioso come la Basilica di San Giovanni in Laterano e la Chiesa di San Giorgio al Velabro. Ha sottolineato come la mafia abbia scelto obiettivi simbolici per intimidire lo Stato e creare un clima di terrore, estendendo la sua azione criminale fino alla tragica uccisione dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Strategia mafiosa e obiettivi degli attentati nel 1993
Gli attentati del 1993 non furono attacchi isolati bensì parte di una campagna organizzata dalla mafia per destabilizzare lo Stato italiano. Provenendo da territori tradizionalmente sotto il controllo della criminalità organizzata, questi attacchi colpirono furbescamente simboli di identità nazionale, storia e cultura. La scelta degli obiettivi mirava a scuotere le fondamenta dello Stato e a rendere più vulnerabile l’azione delle istituzioni.
L’attacco a via Palestro, in particolare, toccò una zona centrale di Milano, provocando danni materiali evidenti e, soprattutto, un impatto emotivo significativo sulla popolazione. Il fatto che tra le vittime ci fossero sia forze dell’ordine sia un cittadino casuale dimostra la pericolosità indiscriminata di questo terrorismo mafioso. Non a caso, la strategia colpì anche la magistratura con gli omicidi di Falcone e Borsellino, che si stavano battendo per smantellare Cosa Nostra.
La risposta dello Stato italiano
Questi attacchi diedero un messaggio chiaro sulla volontà della mafia di non accettare alcuna forma di resa o compromesso. Per questo lo Stato italiano rispose con una mobilitazione generale che mostrò come il tessuto democratico potesse resistere anche sotto la minaccia della violenza.
Ruolo delle istituzioni e responsabilità dei cittadini oggi
Ignazio La Russa ha ribadito che quei fatti tragici chiamano oggi come allora a una responsabilità condivisa fra istituzioni e cittadini. La memoria delle vittime deve diventare uno strumento per mantenere alta l’attenzione su minacce vecchie e nuove. Custodire il ricordo significa anche vigilare sulle dinamiche criminali che continuano a insidiare la convivenza civile.
Le istituzioni, di fronte a strategie mafiose simili a quelle del passato, devono continuare a mettere in campo azioni mirate di prevenzione, repressione e divulgazione della legalità. Questo impegno si accompagna alla necessità che la società civile partecipi attivamente, facendo della memoria un momento di impegno concreto contro ogni forma di illegalità.
Un appello alla responsabilità collettiva
La Russa ha richiamato un senso profondo di responsabilità collettiva, ricordando che lo Stato non si è mai lasciato intimidire e che quella linea di fermezza deve proseguire senza sosta. La riflessione parte anche dai giovani, per costruire una coscienza civile che sappia riconoscere e reagire alla minaccia mafiosa, preservando i valori di giustizia e sicurezza per tutti.