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Scontri no tav in val di susa, piantedosi denuncia un atto di guerriglia urbana contro lo stato e le infrastrutture

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Negli ultimi giorni in val di susa si sono verificati scontri violenti legati alle proteste no tav. Matteo piantedosi, ministro dell’Interno, ha definito quanto successo un atto di guerriglia urbana e non semplici tensioni. Le manifestazioni, inizialmente presentate come eventi culturali, hanno invece mostrato un volto di violenza organizzata che ha colpito infrastrutture e forze dell’ordine impegnate nella difesa del territorio.

Il ministro piantedosi e la dura condanna degli scontri no tav

Matteo piantedosi ha chiarito la gravità dei fatti accaduti in val di susa, sottolineando che non si è trattato di dissenso civile ma di aggressioni dirette contro lo stato. Il ministro ha definito “vergognoso” l’atteggiamento dei manifestanti, evidenziando come la violenza sia frutto di un’estremismo ideologico che richiede una risposta ferma e decisa da parte delle autorità. La sua dichiarazione punta a distinguere nettamente tra il diritto di protesta e l’uso di azioni illegali che superano ogni limite accettabile.

Piantedosi ha replicato anche alle critiche rivolte al decreto sicurezza, affermando che chi ha messo in discussione le misure di tutela dello stato si è mostrato lontano dalla realtà dei fatti. Secondo il ministro, quanto accaduto dimostra invece la necessità di mantenere un controllo stretto su gruppi che minacciano ordine pubblico e infrastrutture. Le responsabilità di questi episodi, ha aggiunto, saranno ricercate e accertate senza compromessi.

Aspetti organizzativi dietro le violenze durante la manifestazione

Le proteste no tav di questi giorni erano state presentate come momenti di cultura e confronto, ma dietro questa facciata si nascondeva una pianificazione volta a compiere azioni violente. Piantedosi ha evidenziato come si sia trattato di attacchi mirati contro proprietà pubbliche e servizi fondamentali, realizzati con la partecipazione di gruppi ben organizzati. Le modalità e la determinazione dimostrata indicano un’intenzione precisa di destabilizzare le istituzioni e impedire il normale svolgimento di attività legate alle infrastrutture.

Questa escalation va interpretata come un tentativo chiaro di mettere in discussione la sovranità dello stato in una zona delicata come la val di susa, dove la costruzione della linea ferroviaria alta velocità ha sempre incontrato resistenze. La presenza massiccia di forze dell’ordine si è resa necessaria per contenere le violenze e assicurare la sicurezza dei cittadini e degli operatori coinvolti nei lavori. Il contrasto, già da anni acceso, ha sfociato in una manifestazione che ha superato ogni limite di legalità.

Impegni e azioni future per identificare e fermare i responsabili

Dalle parole di piantedosi emerge una volontà ferma di individuare tutti coloro che hanno preso parte agli scontri, con operazioni di polizia estese e mirate. Le forze dell’ordine hanno ricevuto indicazioni precise per ristabilire l’ordine pubblico e impedire che eventi violenti si ripetano in futuro. Il ministro ha garantito un impegno massimo nelle indagini e nell’assunzione di provvedimenti adeguati verso chi ha danneggiato infrastrutture o aggredito agenti.

Questa strategia si colloca in un quadro più ampio di controlli e interventi nelle aree sensibili, con l’obiettivo di impedire che azioni violente vengano mascherate da iniziative civili o culturali. La risposta dello stato sarà quindi concreta e decisa, per preservare la sicurezza e tutelare i progetti infrastrutturali essenziali per il paese. L’attenzione rimane alta sia in val di susa sia nelle altre zone dove si registrano tensioni simili legate a movimenti di protesta.

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