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Il venezuela si prepara al voto per sindaci e consiglieri comunali in un clima di tensione politica

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Il Venezuela è pronto a tornare alle urne per eleggere sindaci e consiglieri comunali in 335 municipi. In contemporanea, per la prima volta si svolgerà una consultazione nazionale dedicata alla gioventù, che coinvolge migliaia di progetti comunitari promossi dai giovani. Queste elezioni arrivano in un contesto politico delicato, con l’opposizione che ha deciso di boicottare il voto denunciando mancanze di garanzie democratiche e accuse di irregolarità che seguono la controversa rielezione presidenziale del 2024. Il governo ha adottato misure di sicurezza molto rigide per evitare disordini.

Allestimento dei seggi e consultazione popolare giovanile

Secondo le dichiarazioni di Carlos Quintero, vicepresidente del Consiglio Nazionale Elettorale , il 99% dei seggi elettorali sono già pronti per ospitare i votanti. Le operazioni di allestimento hanno interessato tutti i 335 municipi del Venezuela, con particolare attenzione alle misure organizzative e logistiche che garantiranno lo svolgimento della consultazione.

Questa tornata elettorale si distingue per una novità assoluta: accanto all’elezione di sindaci e consiglieri comunali, si organizza la “consulta nazionale popolare” rivolta ai giovani del paese. In questa iniziativa, oltre 37.000 progetti elaborati da gruppi giovanili, distribuiti in 5.338 circuiti locali, saranno sottoposti a votazione popolare. Il governo punta a coinvolgere attivamente le nuove generazioni nei processi decisionali e nella realizzazione di interventi comunitari, con il fine di rafforzare la partecipazione civica nelle realtà più piccole del territorio.

L’organizzazione di questa doppia consultazione richiede uno sforzo notevole da parte degli organi elettorali, considerando anche l’attuale situazione politica e sociale del paese.

Contesto politico e boicottaggio dell’opposizione

Le elezioni si svolgono in una situazione di profonda tensione politica. La principale coalizione dell’opposizione, la Piattaforma Unitaria Democratica , ha annunciato un boicottaggio totale di questo processo elettorale. Il motivo addotto è la mancanza di condizioni democratiche accettabili, a partire dalle contestazioni che hanno accompagnato la rielezione di Nicolás Maduro nel 2024.

L’opposizione sostiene che le elezioni presidenziali sono state manipolate e ritiene che il vero vincitore fosse il suo candidato, Edmundo González. Denuncia inoltre simili irregolarità durante le elezioni regionali dello scorso maggio, aumentando così la sfiducia nei confronti delle istituzioni elettorali attuali.

Questo clima di sfida e accuse reciproche alimenta una forte divisione tra governo e opposizione. Le tensioni sono aumentate a causa della crisi economica, che pesa sulla popolazione e complica ulteriormente la situazione politica del paese.

Misure di sicurezza e repressione delle proteste

La crisi politico-sociale legata alle elezioni ha spinto il governo a prendere misure restrittive. Le frontiere terrestri del Venezuela sono state chiuse fino al 28 luglio, un provvedimento volto a contenere eventuali infiltrazioni o manifestazioni provenienti dall’esterno.

È stato vietato vendere alcolici durante il periodo elettorale e le manifestazioni pubbliche non autorizzate sono state bloccate. Il controllo dell’ordine pubblico è affidato a oltre 380.000 agenti tra polizia e militari, mobilitati attraverso un’operazione denominata “Piano Repubblica”.

Il ministro dell’interno, Diosdado Cabello, ha accusato i gruppi di opposizione di pianificare atti violenti con l’obiettivo di sabotare le elezioni. Queste accuse si inseriscono in un clima di crescente repressione, che ha già visto episodi di denuncia di abusi e restrizioni alla libertà di manifestazione.

La stretta sicurezza e le limitazioni stabilite mostrano la volontà del governo di assicurare lo svolgimento del voto nonostante le tensioni, ma rappresentano anche una fonte di criticità per la credibilità dell’intero processo elettorale.

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