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Fermato a crotone lo scafista dello sbarco di 73 migranti partiti dalla Turchia il 22 luglio

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Un uomo di nazionalità iraniana è stato fermato dalle forze dell’ordine con l’accusa di aver guidato il viaggio dei 73 migranti sbarcati a Crotone lo scorso 22 luglio. Le indagini sono il risultato di un lavoro congiunto tra la Polizia di Stato e la Guardia di finanza, appoggiato in particolare da alcune testimonianze raccolte fra i migranti stessi.

Le indagini della questura e della guardia di finanza

L’arresto è arrivato al termine di una serie di accertamenti condotti dalla Questura di Crotone e dalla Sezione operativa navale della Guardia di finanza. Questi organi hanno coordinato le attività per individuare il responsabile dello sbarco avvenuto nelle acque calabresi nella seconda metà di luglio. Le verifiche hanno riguardato sia i movimenti in mare che le dichiarazioni dirette dei migranti, fondamentali per ricostruire le fasi del viaggio e per identificare chi aveva la responsabilità di condurre l’imbarcazione.

La collaborazione fra polizia e guardia di finanza

La collaborazione fra forze dell’ordine ha permesso di incrociare dati e testimonianze, restringendo il campo a un solo sospettato. Alcuni dettagli ricavati nell’interrogatorio hanno chiarito il ruolo dell’uomo durante il tragitto, confermando la sua posizione come scafista.

Le testimonianze chiave dei migranti

Gli stranieri salvati durante lo sbarco hanno fornito indicazioni precise ai poliziotti e finanzieri, rivelatisi cruciali nelle fasi investigative. I racconti hanno permesso di accertare il fatto che il cittadino iraniano fosse l’unico a condurre la barca. Nonostante il rischio e le difficoltà del viaggio, nessun altro si è assunto il compito di guidare l’imbarcazione: il fermato, dunque, avrebbe avuto la piena responsabilità dell’attraversata per mare.

Le deposizioni hanno anche fornito informazioni su tempi e modalità della partenza, sul comportamento durante il viaggio, e sulle condizioni dei migranti a bordo. Questi elementi hanno contribuito a ricostruire con precisione la dinamica dello sbarco e a confermare gli addebiti mossi dall’autorità giudiziaria.

Dettagli sulle informazioni raccolte

Le testimonianze si sono rivelate fondamentali per confermare l’identità e il ruolo dello scafista, permettendo una ricostruzione molto dettagliata dell’intero viaggio.

La partenza e il percorso dal porto turco a crotone

Il viaggio che ha portato i 73 migranti sulle coste italiane è partito da un porto della Turchia. Le rotte migratorie che attraversano quelle acque sono note da tempo, e spesso coinvolgono imbarcazioni di fortuna guidate da scafisti che operano in condizioni pericolose. In questo caso, l’uomo fermato avrebbe preso il comando dell’imbarcazione fin dall’inizio della traversata, percorrendo il tratto attraverso il Mediterraneo fino alla Calabria.

Attraverso la ricostruzione dei movimenti e delle soste, il lavoro degli inquirenti ha evidenziato come l’attraversamento fosse pianificato per evitare i controlli marittimi. L’utilizzo dell’imbarcazione, le tempistiche scelte e le decisioni prese durante il viaggio rientrano nelle consuete tattiche adottate da chi gestisce le tratte di migranti da paesi extraeuropei verso l’Italia.

Il contrasto al traffico di migranti via mare

La conferma del coinvolgimento diretto dello scafista iraniano rappresenta un passo avanti per le autorità che combattono i traffici illeciti via mare. Le attività di contrasto si focalizzano non solo sull’arrivo dei migranti, ma anche su chi organizza e gestisce questi viaggi rischiosi e spesso mortali.

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