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Ex assessore carlo masseroli e le chat con il numero uno della commissione paesaggio milanese sull’immobiliare

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Tra le centinaia di pagine della maxi inchiesta milanese emergono conversazioni che coinvolgono carlo masseroli, ex assessore all’urbanistica nella giunta moratti e manager del gruppo immobiliare nhood. Le chat con giuseppe marinoni, allora presidente della commissione paesaggio del comune di milano, mostrano come masseroli abbia messo in contatto marinoni con progettisti coinvolti in progetti del gruppo per cui lavora. Le comunicazioni riguardano interventi immobiliari delicati, in particolare la trasformazione di piazzale loreto, un tema che richiama l’attenzione degli inquirenti.

I contatti tra masseroli e marinoni nel cuore della trasformazione di piazzale loreto

Nel settembre del 2023, carlo masseroli scrive a giuseppe marinoni offrendo un incontro con uno dei progettisti, caputo, che lavora per la società gestita da masseroli. Marinoni mostra disponibilità, accettando anche di discutere in call. Il 17 ottobre i due si scambiano messaggi per fissare un nuovo confronto su un progetto su cui caputo ha lavorato, confermando le modalità di comunicazione da remoto. Questi scambi rivelano una rete di dialogo privata tra un ex esponente pubblico e un funzionario comunale chiave, che riguarda temi urbanistici sensibili.

Quel rapporto, seppur non oggetto di indagine per masseroli stesso, descrive la posa delle basi per una possibile influenza nei progetti immobiliari legati a nhood, sottolineando la centralità di piazzale loreto come sito strategico per le trasformazioni urbanistiche a milano.

Il ruolo di progettisti e relazione con la commissione paesaggio

Massimo rilievo acquisiscono i riferimenti a progettisti come sergio asti, che oltre a essere citato nelle chat con masseroli e marinoni, è stato mandato a processo per le vicende legate alle park towers, un ramo controverso della stessa inchiesta. Il 12 maggio 2023 masseroli chiede a marinoni una disponibilità per un incontro proprio con asti: il dialogo tra i due appare mirato a gestire rapporti diretti tra chi progetta e chi interviene nelle decisioni pubbliche.

Asti rappresenta un punto di contatto critico, un professionista sotto indagine per fatti al centro del procedimento penale. I suoi legami con masseroli e marinoni rafforzano le ipotesi investigative di una rete di relazioni che ha incrociato interessi pubblici e privati nel tessuto cittadino milanese.

Le nuove indicazioni sull’architetto paolo mazzoleni e i progetti sotto la lente

Le indagini si allargano anche a torino, coinvolgendo paolo mazzoleni, architetto e assessore all’urbanistica della città. Secondo un’informativa della guardia di finanza datata febbraio 2024, lo studio di mazzoleni ha emesso fatture per oltre 800mila euro, senza precisarne l’oggetto, a una impresa interessata al progetto scalo house. Questo progetto ha subito un sequestro preventivo, segno della rilevanza criminale della vicenda.

Mazzoleni compare anche tra i progettisti del lambrate twin palace, oggetto di ulteriori accertamenti della procura, e in relazione al progetto salomone 77, per il quale risulta coinvolto lo studio asti. Questi legami rafforzano il quadro delle connessioni tra professionisti e gruppi imprenditoriali che sono finiti sotto la lente degli investigatori. La presenza di mazzoleni, già assessore, amplia la portata dell’indagine dal solo ambito milanese a un contesto più ampio nel nord Italia.

Impatto sui progetti urbanistici e immobiliari attuali

L’inchiesta porta alla luce rapporti e scambi che spiegano come alcuni lavori e trasformazioni urbanistiche abbiano coinvolto figure istituzionali e professionisti già noti. Lo scalo house, piazzale loreto, lambrate twin palace e salomone 77 sono solo alcuni dei progetti più importanti interessati dalle investigazioni.

Il procedimento ha avuto come conseguenza arresti e sequestri, mettendo in discussione la regolarità di operazioni edilizie che riguardano parti significative della città e dell’area metropolitana. La convinzione degli investigatori è che le interferenze portate avanti con rapporti personali tra esponenti pubblici e progettisti abbiano avuto un peso concreto nello sviluppo di questi interventi.

Sul piano amministrativo e giudiziario, l’inchiesta influenzerà probabilmente modalità e controlli sulle pratiche urbanistiche, con attenzione particolare ai contatti e alle comunicazioni tra chi decide in comune e chi opera nella realizzazione materiale dei progetti immobiliari. Le carte e le chat indicate forniscono un quadro di relazioni a volte informali, ma molto pregnanti nelle scelte e nelle autorizzazioni passate.

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