Negli ultimi mesi del 2025 si registra un netto calo delle spese edilizie agevolate in Italia, legato alla riduzione delle detrazioni fiscali. Questo fenomeno interessa soprattutto le piccole ristrutturazioni e potrebbe spingere a una crescita significativa del lavoro in nero nel settore edile. La CNA ha segnalato come i tagli ai bonus stiano incidendo sulle dinamiche fiscali e sulle abitudini dei cittadini che si affidano alle agevolazioni per intervenire sulle proprie abitazioni, con conseguenze sulle imprese di piccole dimensioni.
Calo delle spese agevolate ed effetti della riduzione delle aliquote fiscali
L’analisi dei dati al primo quadrimestre del 2025 mostra una riduzione del 16% nelle spese riconosciute per lavori edilizi con bonus fiscali. Secondo il Dipartimento politiche fiscali della CNA, la cifra è scesa da 11,5 miliardi di euro nel 2024 a 9,6 miliardi nell’anno in corso. La causa principale risiede nella riduzione delle aliquote di detrazione per gli interventi di ristrutturazione sulle abitazioni principali e secondarie.
Per le prime case, nel 2025 resta una detrazione del 50%, ma è previsto un ulteriore calo al 36% nel 2026. Le seconde abitazioni hanno subito già nel 2025 una riduzione al 36%, che scenderà al 30% l’anno prossimo. Inoltre, l’Ecobonus segue la stessa tendenza di diminuzione, mentre il Superbonus 110% sta per terminare: nel 2025 viene ancora applicato al 65%, ma sparirà del tutto dal 2026, salvo eccezioni per specifici interventi.
Queste modifiche impattano pesantemente sull’entità complessiva dei lavori svolti con agevolazioni, riducendo l’appeal fiscale che ha caratterizzato il settore negli ultimi anni. Per fare un confronto, la spesa per ristrutturazioni con detrazioni al 36% nel 2011 ammontava a circa 16,7 miliardi. L’introduzione di bonus più generosi ha fatto schizzare il volume d’affari oltre i 100 miliardi, ma ora si assiste a un arretramento marcato.
Il rischio di aumento dell’evasione fiscale nelle piccole ristrutturazioni
La diminuzione delle agevolazioni fiscali ha un impatto diretto sul comportamento dei cittadini e delle imprese più piccole. Senza incentivi forti, molti preferiscono rivolgersi al lavoro in nero per contenere i costi, soprattutto nei cantieri meno grandi. Operazioni come la sostituzione degli infissi, la manutenzione straordinaria o il cambio della caldaia, che richiedono investimenti contenuti, sono le più a rischio di essere effettuate senza fattura.
Secondo i dati segnalati dalla CNA, la riduzione delle spese agevolate si traduce in un taglio di circa 10 miliardi di euro su scala annua. Questa perdita si riflette in un mercato più incline al sommerso, con evidenti ripercussioni sulle imprese regolari che si trovano a competere con operatori fuori legge. L’allarme riguarda in particolare le piccole e medie imprese, che rappresentano la colonna portante dell’artigianato edile e che sono più vulnerabili alla concorrenza sleale.
Il lavoro in nero aumenta la difficoltà nel controllo fiscale e penalizza il sistema economico nel suo complesso. La scelta di affidarsi a interventi “in nero” deriva spesso dalla necessità di risparmiare sui costi, dato che lo sconto fiscale non è più sufficiente a sostenere la convenienza delle ristrutturazioni. Non a caso, il responsabile politiche fiscali della CNA, Claudio Carpentieri, ha evidenziato come “il settore stia tornando a condizioni di mercato simili a quelle precedenti gli incentivi più diffusi degli ultimi anni”.
Gli effetti sulla filiera edilizia e sulle prospettive future per le imprese
Il calo delle detrazioni influisce su tutta la filiera delle costruzioni. Con meno interventi agevolati, diminuisce la domanda di materiali, servizi e manodopera qualificata. Le piccole imprese rischiano di vedere contrarsi il proprio giro d’affari in modo significativo, con un impatto sull’occupazione locale e sul tessuto economico delle comunità.
Senza politiche di sostegno adeguate, il mercato rischia di spostarsi sempre più verso interventi sommersi, dove non vengono emesse fatture e non si applicano normative sulla sicurezza e la qualità del lavoro. Questo scenario rischia di amplificare le difficoltà di controllo fiscale e di penalizzare le aziende che operano regolarmente.
Prospettive per i prossimi mesi
I prossimi mesi saranno decisivi per valutare l’impatto complessivo dei tagli sui bonus edilizi e sulla tenuta del mercato. Le imprese attendono segnali chiari sulla possibilità di nuovi incentivi o di iniziative mirate a supportare le ristrutturazioni, soprattutto quelle di dimensioni contenute, che rappresentano gran parte delle attività nel settore residenziale.
Le scelte politiche in materia di detrazioni fiscali avranno una pesante influenza sull’andamento dell’edilizia e sul contrasto all’evasione fiscale. Al momento la situazione resta critica secondo gli operatori, con la speranza di trovare rapidamente un nuovo equilibrio tra incentivi e controlli.