Il terremoto del 2016 ha avuto un impatto devastante sull’Italia centrale, lasciando segni indelebili nei territori colpiti. Tuttavia, oggi si intravede una luce di speranza grazie al turismo lento, un’opportunità per la rinascita delle comunità locali. Sono stati progettati nove percorsi a piedi che attraversano la natura e i borghi storici, come descritto nel volume “I cammini della rinascita. Tesori nascosti nell’Appennino centrale” di Chiara Giacobelli. Questo progetto è stato presentato presso Palazzo Chigi, con la partecipazione della ministra del Turismo, Daniela Santanchè, e del Commissario straordinario per il sisma, Guido Castelli.
I cammini come percorsi di rinascita
Questi cammini non sono semplici itinerari, ma veri e propri percorsi di rinascita per i territori colpiti. Secondo il dossier “Italia, Paese di cammini” di Terre di Mezzo, nel 2024 sono stati registrati oltre 191mila camminatori in Italia, con un aumento del 29% rispetto all’anno precedente. Questo crescente interesse per il trekking potrebbe rappresentare una chiave fondamentale per risollevare le aree segnate dal sisma, che custodiscono una parte significativa della storia e della cultura del nostro Paese. Tra i cammini presentati si trovano:
- Cammino Francescano della Marca
- Via Lauretana
- Cammino dei Cappuccini
- Percorso nelle Terre Mutate
- Cammino di San Giuseppe da Leonessa
- Cammino di San Benedetto
- Via di Francesco
- Percorso dei Parchi
- Cammino dei Monti e dei Santi
Creare una rete di accoglienza
Il Commissario Castelli ha enfatizzato l’importanza di creare una rete di accoglienza lungo questi cammini. “Nei 70 posti tappa lungo i cammini del cratere, contiamo che in breve tempo nasca una rete di accoglienza, sia presso le abitazioni dei residenti sia attraverso la riconversione di strutture dedicate,” ha dichiarato. Questo approccio non si limita alla ricostruzione delle case, ma mira a curare anche il bilancio economico e sociale del territorio. Con quasi 50 milioni di euro messi a disposizione per lo sviluppo del turismo lento nei 138 comuni coinvolti, si punta a favorire flussi turistici in aree storicamente trascurate.
Il valore del turismo lento
Il turismo lento si distingue per il suo approccio sostenibile e per la capacità di instaurare un legame profondo tra le persone e il territorio. “L’elemento più importante è il legame che si crea tra persone e territorio,” ha affermato Santanchè, sottolineando come questo modello di turismo possa contribuire a sviluppare un senso di identità e appartenenza all’area appenninica. Questa regione, spesso considerata il “figlio più fragile” rispetto alle Alpi, ha un bisogno urgente di attenzione e intervento.
I nove cammini della rinascita si snodano attraverso paesaggi mozzafiato, ricchi di storia e cultura, e offrono esperienze uniche. Tra le località da non perdere ci sono il ponte tibetano di Sellano, la ciclopedonale del Nera, il Museo delle mummie di Ferentillo, e le Gole del Velino. Questi luoghi non sono solo attrazioni turistiche, ma rappresentano anche un patrimonio culturale da preservare e valorizzare.
Il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio, ha commentato l’importanza di questo tipo di turismo: “Questo turismo dolce ed esperienziale fa assaporare il territorio letteralmente passo dopo passo.” Inoltre, la presidente dell’Umbria, Stefania Proietti, ha evidenziato come l’opera di ricostruzione vada oltre la semplice ricostruzione fisica dei beni: “È un’operazione di rinascita non solo dei beni fisici, ma delle comunità.”
L’idea di camminare per riscoprire i luoghi colpiti dal sisma è un atto di resilienza e celebrazione della bellezza culturale dell’Appennino centrale. Questi percorsi offrono l’opportunità di immergersi nella storia, nella natura e nel calore delle comunità locali, contribuendo a un processo di rinascita collettiva. Con il supporto delle istituzioni e la partecipazione attiva dei cittadini, i nove cammini della rinascita rappresentano una speranza concreta per il futuro delle aree colpite. La riscoperta di questi luoghi attraverso il turismo lento non è solo un modo per attrarre visitatori, ma anche un mezzo per rinnovare il legame tra le persone e i loro territori, rafforzando l’identità collettiva e promuovendo una nuova forma di sviluppo sostenibile.