Home Spettacolo & TV Oliver Stone ospite al marateale racconta il rapporto con il cinema italiano e la sua carriera
Spettacolo & TV

Oliver Stone ospite al marateale racconta il rapporto con il cinema italiano e la sua carriera

Share
Share

Oliver Stone, Premio Oscar di fama internazionale, è stato ospite alla 17ª edizione del Festival Marateale a Maratea, dove ha parlato del suo percorso artistico e del legame particolare con il cinema italiano. Al teatro sul mare del Santavenere, accolto da una standing ovation e dopo un confronto con studenti di cinema, ha ripercorso momenti fondamentali della sua vita e carriera, citando personaggi e opere che lo hanno formato sin da giovane.

Il legame con il cinema italiano e le sue radici

Stone ha ricordato con coinvolgimento l’impatto che film come “Novecento” e “La dolce vita” di Fellini hanno avuto su di lui sin dall’adolescenza. La prima visione al cinema, seduto accanto a sua madre, lo ha segnato profondamente, aprendo la strada a quella che sarebbe diventata la sua passione per il racconto filmico. Ha anche citato “Il caso Mattei” di Francesco Rosi come un’opera che gli ha fornito la consapevolezza del tipo di cinema che voleva fare: uno che unisce impegno e verità storica. Il suo omaggio al cinema italiano non è stato solo un ricordo affettivo, ma anche la testimonianza di quanto quel cinema lo abbia formato come cineasta e abbia influito sulle sue scelte.

Il contatto con quelle pellicole lo ha spinto a prendere sul serio la propria vocazione artistica e a guardare al cinema come mezzo per raccontare storie complesse, spesso legate alla realtà sociale e politica, mantenendo però un forte valore narrativo e spettacolare.

Un percorso personale e professionale

Nel corso dell’incontro, Stone ha condiviso anche la sua autobiografia “Cercando la luce“, pubblicata in Italia da La Nave di Teseo. Il libro racconta i primi quarant’anni della sua vita: dall’infanzia segnata dal divorzio dei genitori negli anni Sessanta, fino all’esperienza in Vietnam come insegnante e soldato. Dopo il congedo, si è iscritto alla scuola di cinema della New York University dove ha avuto come docente Martin Scorsese, figura chiave nella sua formazione.

Scorsese gli ha consigliato di realizzare un film molto personale, spingendolo a raccontare la propria esperienza diretta in Vietnam con il cortometraggio “Last Year in Viet Nam” del 1971, lavoro che segnò la sua affermazione come regista. Stone ha sottolineato però come il suo percorso non sia stato semplice, tra fallimenti iniziali e difficoltà nel trovare un proprio stile. Le esperienze di scrittura di sceneggiature e i primi tentativi cinematografici come “Salvador“, realizzato con un budget ridotto, gli hanno permesso comunque di comprendere il tipo di cinema che voleva mettere in campo.

La vera svolta è arrivata con “Platoon“, film premiato dall’Academy che ha consacrato il suo talento a livello internazionale. Attraverso questa pellicola Stone ha sviluppato un linguaggio forte e diretto, fondato su materiale autobiografico e uno sguardo critico sulla guerra e sulle sue implicazioni umane e politiche.

Idee per il futuro e nuovi progetti

Rispondendo alle domande, Stone ha anticipato di essere impegnato in un nuovo progetto cinematografico, anche se ha evitato di fornire dettagli per evitare che vengano anticipati da altri. Più chiaro invece l’interesse a proseguire il racconto della propria storia personale con la seconda parte dell’autobiografia, che coprirà i suoi “secondi 40 anni“. In questi capitoli saranno presenti episodi di vita professionale e privata, insegnamenti tratti dagli insuccessi e una riflessione sull’ossessione necessaria per lavorare nel cinema.

Questa nuova fase autobiografica sembra destinata a raccontare il percorso di un uomo che ha attraversato decenni di storia americana e mondiale, confrontandosi costantemente con i limiti e le contraddizioni del proprio mestiere.

Posizioni politiche e rapporto con gli stati uniti

Oliver Stone ha più volte espresso posizioni di forte critica verso la politica militare del proprio paese. Durante l’incontro ha ribadito il suo antimilitarismo, un tratto che ha segnato la sua carriera artistica e personale. Sul riferimento al Russiagate e alle dinamiche politiche tra USA e Russia, Stone ha sottolineato come i rapporti complicati risalgano a prima della presidenza Trump, partendo dal 2000.

Ha ricordato anche il documentario “Persona non grata” del 2003, in cui affronta il conflitto israelo-palestinese con dialoghi a più voci, inclusi leader come Yasser Arafat, Ehud Barak e Benjamin Netanyahu. Stone ha dichiarato che il suo rapporto con gli Stati Uniti attraversa momenti di tensione, tanto che per un certo periodo è stato considerato persona non grata, ma ad oggi segnala una situazione di miglioramento.

Lo spettacolo offerto dal festival Marateale e il momento di confronto diretto con il pubblico, ha permesso a Stone di mostrare una parte più intima e riflessiva, lontana dai grandi set hollywoodiani, restando sempre fedele al racconto di una storia personale legata indissolubilmente alla storia del cinema e della politica americana.

Smettere di Lavorare è un magazine che esplora stili di vita alternativi e indipendenza finanziaria con sezioni su News, Spettacolo & TV, Soldi & Risparmi, Ambiente, Trasferirsi all’estero e Lavorare all’estero.

Info & Comunicati

Per info e comunicati stampa inviare email a: info@smetteredilavorare.it

© 2025 proprietà Influencer Srls - Via Luca Bati 57 - Roma - P.IVA 14920521003

Questo blog non è una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001.