La morte di michele noschese, medico in pensione e dj, avvenuta a ibiza lo scorso 19 luglio, ha scosso la famiglia e suscitato diverse domande sulle cause e le modalità dell’accaduto. Le autorità spagnole hanno effettuato accertamenti e autopsia, mentre i familiari aspettano i risultati degli esami tossicologici per chiarire il quadro sanitario e giudiziario. Le versioni dei testimoni e le dichiarazioni del padre raccontano una vicenda complessa, caratterizzata da momenti di tensione e difficoltà personali della vittima.
Le dinamiche dell’evento e il ruolo della guardia civil
I fatti si sono verificati nella mattinata del 19 luglio a ibiza, quando michele noschese ha avuto un comportamento agitato e violento vicino al balcone di un anziano vicino di casa. Testimoni oculari hanno descritto una scena caotica con il dj che scuoteva l’82enne, facendo temere per la sua sicurezza. Alcune persone presenti hanno cercato di fermarlo, ma senza successo: «È come uscito di senno, è impossibile», ha raccontato una donna intervistata dal diario di ibiza.
A quel punto sono intervenuti uomini della guardia civil, affiancati dalla sicurezza privata e da un’ambulanza, chiamata inizialmente per soccorrere il vicino. Gli agenti hanno proceduto al fermo di noschese, che si trovava in uno stato agitato. L’autopsia ha confermato l’assenza di segni di percosse, suggerendo che l’azione delle forze dell’ordine si sia limitata a immobilizzare la persona senza usare violenza eccessiva, come confermato anche da filmati e testimonianze.
Interpretazioni mediche e dubbi della famiglia
L’autopsia ha indicato come possibile causa del decesso «la continua assunzione di stupefacenti», ma il padre di michele ha contestato questa ipotesi. Giuseppe noschese ha definito il figlio uno sportivo, sempre in buona salute e ha chiesto evidenze di eventuali denunce legate a consumi o comportamenti aggressivi. Inoltre ha sottolineato che non erano mai stati segnalati episodi di violenza a carico di michele, né da parte dell’anziano coinvolto, né di altre persone presenti.
Il padre ha riferito anche di un messaggio inviato da michele poco prima della morte, alle 7.49 della mattina, in cui invitava gli amici a non fare chiasso per non disturbare i vicini. Circa mezz’ora dopo, alle 8.15, il ragazzo è deceduto. Questo fatto alimenta ancora più interrogativi sulle reali cause del decesso. Inoltre, noschese senior ha evidenziato che se il figlio avesse avuto convulsioni dopo il fermo, sarebbe dovuto essere soccorso immediatamente, non ammanettato, sottolineando una possibile leggerezza nel trattamento delle emergenze.
Le reazioni della famiglia e le prossime mosse
Dopo la morte di michele, il padre, la madre daniela e l’altro figlio giampiero sono rimasti profondamente colpiti e stanno organizzando il ritorno a napoli. La salma è stata liberata e la cremazione è prevista nelle prossime ore. Giuseppe noschese ha spiegato che serviranno un paio di giorni per avere i risultati delle nuove analisi – tac e risonanza magnetica – richieste dalla famiglia con un consulente di parte presente.
Il medico in pensione ha voluto chiarire che la sua intenzione non è trovare capri espiatori, ma capire cosa sia realmente accaduto a michele. Ha confermato di avere fiducia negli organi giudiziari spagnoli e attende con serenità i risultati ufficiali. La denuncia per omicidio contro la guardia civil è stata definita un atto necessario, legato alle condizioni in cui è stata gestita la crisi, e che verrà valutata nei dettagli dalle autorità.
Sul piano personale
Noschese descrive michele come un ragazzo amato e solare, mai aggressivo, che quella notte si trovava in compagnia. La famiglia si trova ora ad affrontare un evento traumatico e attende risposte chiare, mentre la città spagnola continua a seguire il caso con attenzione.