La decisione della francia di riconoscere formalmente lo stato di palestina segna un passo importante nel panorama internazionale. Nel mese di settembre 2025, la francia diventerà il primo paese del g7 a prendere questa posizione, portando a 148 su 193 il totale dei membri dell’onu che riconoscono la palestina come stato. Questo movimento si inserisce in un contesto complesso di alleanze e relazioni diplomatiche che vedono ancora alcuni paesi chiave, inclusi gli stati uniti e l’italia, mantenere una posizione diversa.
Il percorso europeo verso il riconoscimento della palestina
Il primo paese europeo a riconoscere ufficialmente lo stato di palestina è stata la svezia nel 2014, all’indomani di un’intensificazione degli scontri a gerusalemme est. Prima di allora, alcuni paesi dell’est europeo avevano già conferito riconoscimento, in particolare dopo la dichiarazione d’indipendenza del 1988 da parte di yasser arafat. Stati come cipro, bulgaria, ungheria, polonia, e repubblica ceca avevano preso posizione favorevole, anche se la situazione politica post-urss ha portato alcune capitali, come praga e budapest, a rivedere tali decisioni pur mantenendo rapporti diplomatici con la palestina.
La francia adesso si appresta a fare un passo ufficiale con l’atto previsto per settembre 2025. Questo ha suscitato dibattiti simili a quelli registrati in irlanda, spagna, slovenia e norvegia negli anni scorsi. malta, pur riconoscendo il diritto alla statualità palestinese, non ha ancora formalizzato il riconoscimento, ma ha manifestato l’intenzione di farlo. L’italia, come gli stati uniti, sostiene che la soluzione debba passare attraverso negoziati diretti tra israeliani e palestinesi, con l’obiettivo di uno stato palestinese accanto a israel.
Il riconoscimento dello stato di palestina nel resto del mondo
Nel contesto globale, gran parte dell’asia, dell’africa e dell’america latina riconosce la palestina come stato. Il primo paese a farlo fu l’algeria, poco dopo la dichiarazione d’indipendenza palestinese del 1988 firmata da yasser arafat. Seguì un vasto gruppo di nazioni arabe, l’india, la turchia, diverse nazioni africane, oltre alle grandi potenze come cina e russia. Mosca ha ribadito il riconoscimento anche nel 2011 durante la presidenza di dmitry medvedev.
Tra il 2010 e il 2011, vari paesi sudamericani tra cui argentina, brasile, e cile hanno aderito al riconoscimento. Nel novembre 2012, per la prima volta la bandiera palestinese è stata esposta all’interno delle nazioni unite a new york, in seguito a una votazione che ha elevato la palestina a stato osservatore non membro. Nel 2024 l’assemblea generale ha sostenuto con larga maggioranza una risoluzione che afferma la palestina come “qualificata a diventare stato membro”, con 143 voti favorevoli, 25 astenuti e 9 contrari, compresi stati uniti.
Le relazioni diplomatiche attuali e le posizioni di stati uniti e italia
Nonostante il mancato riconoscimento ufficiale dello stato di palestina, stati uniti e italia continuano a mantenere rapporti diplomatici con l’autorità nazionale palestinese. Washington, in particolare, segue un approccio che privilegia la collaborazione diretta con i rappresentanti palestinesi senza effettuare il riconoscimento formale del nuovo stato.
Altri paesi come giappone, corea del sud, nuova zelanda, canada e australia si muovono con cautela. Alcuni di questi hanno spiegato in passato la possibilità di adottare una posizione più definita in merito, anche se fino ad ora il riconoscimento rimane in sospeso. Il dibattito sul riconoscimento dello stato rimane aperto, sospinto da tensioni storiche e da equilibri diplomatici che coinvolgono numerose capitali nel mondo.