La situazione nella Striscia di Gaza resta al centro di tensioni gravi e gesti umanitari controversi. L’esercito israeliano ha annunciato che permetterà ai Paesi stranieri di effettuare lanci aerei di aiuti alimentari sulla zona, ma respinge l’ipotesi di una carestia generale. Nel frattempo, continuano i colloqui per un cessate il fuoco e si registrano nuovi episodi di violenza. Ecco un quadro aggiornato degli ultimi sviluppi a Gaza e dintorni.
Le condizioni umanitarie a gaza secondo l’idf e la comunità internazionale
Il coordinatore israeliano per le attività governative nei territori occupati ha definito la situazione nella Striscia di Gaza “difficile e impegnativa”, senza però riconoscere un quadro da carestia diffusa. Israele sottolinea che le difficoltà derivano da controlli e restrizioni, ma rifiuta le denunce di Hamas secondo cui vi sarebbe una crisi alimentare totale. Secondo l’Idf, i rifornimenti di cibo e materiali necessari stanno ancora arrivando attraverso passaggi controllati.
Paesi come la Giordania e gli Emirati Arabi Uniti si sono offerti di effettuare lanci aerei di aiuti da effettuarsi a breve. L’anno precedente Stati Uniti, Regno Unito e Giordania avevano già provveduto a inviare pacchi alimentari con questo metodo, che però aveva provocato problemi. I rifornimenti erano caduti in mare o difficili da recuperare, e in alcune occasioni si erano registrati incidenti con perdite umane tra chi cercava di recuperare gli aiuti. Questo ha reso la consegna via aerea un’operazione delicata e controversa.
Arresto di sceicco mohammad hussein nella moschea di al-aqsa
Il 2025 registra anche nuove tensioni a Gerusalemme. Le forze israeliane hanno arrestato il Gran Muftì di Gerusalemme e della Palestina, sceicco Mohammad Hussein. L’arresto è avvenuto nei cortili della moschea di Al-Aqsa, tra i luoghi più rappresentativi e sensibili per la comunità palestinese. Secondo il Dipartimento per le dotazioni islamiche, l’arresto è avvenuto dopo la preghiera del venerdì e lo sceicco è stato portato alla Porta Mughrabi della Città Vecchia.
Si tratta di un episodio che ha suscitato reazioni nella Regione e che incide ulteriormente sulle tensioni tra le parti, in un clima già teso sia per il festeggiato conflitto, sia per le questioni religiose e culturali legate a Gerusalemme.
Il bilancio delle vittime e le condizioni di malnutrizione nella striscia di gaza
Fonti mediche riferiscono che nelle ultime 24 ore nove palestinesi sono morti di fame nel territorio gestito da Hamas. Le stesse fonti aggiungono che quattro civili che attendevano aiuti umanitari sono stati uccisi dai colpi israeliani da inizio giornata. Complessivamente, secondo Al Jazeera, il numero dei palestinesi uccisi in attacchi dell’esercito israeliano si attesta a 15. Tra questi c’è un raid aereo su una scuola di Gaza City, nel quartiere Remal, che ospitava sfollati.
Le condizioni di salute della popolazione sono aggravate dall’aumento della malnutrizione. L’organizzazione Medici senza frontiere segnala uno scenario preoccupante: quattro volte più persone malnutrite rispetto a maggio frequenta la clinica Msf di Gaza City. In particolare, il 25% dei bambini tra 6 mesi e 5 anni, insieme a donne incinte e in allattamento, mostra segni di malnutrizione. L’allarme è stato ripreso anche dall’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Josep Borrell, che ha espresso delusione per l’assenza di una risposta europea efficace alla crisi.
I negoziati di doha per il cessate il fuoco a gaza
Hamas ha negato che i colloqui in corso a Doha per raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia siano falliti. La fazione ha reagito alle dichiarazioni del negoziatore americano Steve Witkoff, giudicate “negative” e sorprendenti. Un dirigente di Hamas, citato dalla Bbc, ha confermato l’intenzione di riprendere le trattative nella capitale del Qatar nei prossimi giorni.
Nonostante le difficoltà emerse portano a uno stallo apparente, Hamas ribadisce l’impegno a superare gli ostacoli presenti e arrivare a un cessate il fuoco permanente. Questi incontri continuano a essere monitorati con attenzione, data la delicatezza della crisi e la pressione internazionale per evitare ulteriori escalation di violenza.
La situazione a Gaza resta dunque incerta, con una crisi umanitaria che dalle valutazioni ufficiali israeliane non assume ancora i connotati di una carestia totale, ma presenta chiaramente segnali di aggravamento nei dati sulla salute e nella perdita di vite civili. Il contesto politico e militare intorno agli aiuti e ai negoziati si conferma complesso, con implicazioni anche per le dinamiche religiose e sociali nella regione.