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Una presunta svista nella commissione paesaggio milanese solleva dubbi sulle procedure per i conflitti di interesse

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Al centro dell’attenzione ci sono le modalità con cui la commissione paesaggio del Comune di Milano ha gestito le dichiarazioni sui conflitti di interesse nei suoi membri nel 2022. L’ex vicepresidente della Commissione, Alessandro Scandurra, si è difeso dalle accuse di corruzione e falso sostenendo che la documentazione firmata dai commissari conteneva un errore che però non spettava a loro correggere. La memoria difensiva presenta anche nuove evidenze raccolte da una funzionaria comunale, rivelando una possibile svista nella gestione amministrativa del Comune.

Il contesto delle dichiarazioni sottoscritte dalla commissione paesaggio nel 2022

Nel 2022 la Commissione paesaggio, che si occupa di valutare progetti edilizi a Milano, ha sottoscritto un documento riguardante la dichiarazione di conflitti di interesse. Secondo la difesa di Alessandro Scandurra, quel documento non corrispondeva alle reali disposizioni da seguire. La memoria presentata al gip di Milano Mattia Fiorentini specifica che ai commissari fu consegnato un modello sbagliato, tratto dalla modulistica in uso dal 2018, non aggiornato rispetto a quanto previsto dal Comune nel 2022.

La regola adottata fino a quel momento stabiliva che la dichiarazione d’astensione dalle votazioni dovesse riguardare solo i casi in cui il commissario fosse direttamente coinvolto in un progetto, ovvero quando fosse stato incaricato da privati per il progetto stesso oggetto della valutazione. Questa interpretazione lasciava esclusi i casi di incarichi affidati dallo stesso soggetto su altri progetti diversi da quelli esaminati dalla Commissione.

La versione difensiva di scandurra e il ruolo della testimonianza della funzionaria comunale

Alessandro Scandurra ha contestato le accuse chiarendo che, al momento dell’insediamento nel 2018 e alla riconferma nel 2021, ha seguito le indicazioni comunali allora in vigore. Il giurista che lo assiste, avvocato Giacomo Lunghini, ha sottolineato come Scandurra abbia rispettato le regole così come erano state fornite dalla pubblica amministrazione.

Un elemento importante arriva dalle dichiarazioni di una funzionaria comunale, riportate in un’informativa della Guardia di finanza del giugno 2023. La stessa ha ammesso che la dichiarazione firmata dai membri della Commissione nel 2022 non rappresentava il “patto di integrità” corretto da adottare, identificando così un errore proveniente dall’amministrazione. La memoria pone in evidenza che nessuna indicazione corretta fu data ai commissari e questi hanno agito in buona fede, seguendo le indicazioni ufficiali ricevute.

La modifica delle regole comunali sul conflitto di interesse a giugno 2023

Solo da giugno 2023 le norme del Comune di Milano sono cambiate. Le nuove regole definiscono con maggior rigore i casi di astensione, imponendo ai commissari di astenersi non solo quando sono coinvolti direttamente nei progetti in esame, ma anche quando vi sono incarichi affidati dal medesimo soggetto su altri progetti. Questa modifica amplia il campo di azione delle incompatibilità, puntando ad una maggiore trasparenza nel delicato ambito delle valutazioni della Commissione paesaggio.

La volontà comunale di chiarire e rendere più rigide le condizioni per la gestione di conflitti di interesse è il frutto dell’attenzione crescente verso i controlli sull’operato di chi valuta interventi edilizi in città, dove le decisioni influiscono su iniziative economiche e urbanistiche rilevanti. Il caso di Scandurra evidenzia le difficoltà nel garantire un corretto equilibrio nei rapporti tra pubblico e privato, con regolamenti che devono essere aggiornati e applicati senza margini d’errore.

Il processo prosegue e l’attenzione resta alta sulla trasparenza negli apparati amministrativi coinvolti nella gestione del territorio cittadino.

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