Nel mondo, il problema dello sfruttamento e della schiavitù moderna coinvolge milioni di persone, e quasi un quarto di queste sono minorenni. L’ultimo dossier di Save the Children, intitolato “Piccoli schiavi invisibili” e diffuso nel 2025, fa emergere numeri preoccupanti sulla presenza di bambini e adolescenti in situazioni di abuso e costrizione. Tra matrimoni forzati, lavoro coatto e sfruttamento sessuale, i minori affrontano diverse forme di oppressione che spesso restano invisibili a tutti, anche alle autorità. Scopriamo come si distribuiscono questi fenomeni a livello globale e nelle diverse aree geografiche, soffermandoci sui dati più recenti.
La distribuzione delle forme di sfruttamento tra i minori nel mondo
Secondo il rapporto di Save the Children, dei 12,3 milioni di minorenni che vivono in condizioni di sfruttamento moderno nel mondo, circa 9 milioni sono costretti a matrimoni forzati. Questa pratica rappresenta la forma più diffusa di violenza contro i minori e coinvolge prevalentemente ragazze, spesso in contesti di estrema vulnerabilità economica e sociale.
Gli altri 3,2 milioni si dividono tra diverse forme di abuso: 1,6 milioni subiscono sfruttamento sessuale, mentre 1,3 milioni sono soggetti a lavoro forzato o costretti a svolgere attività illecite. Inoltre, circa 320.000 bambini e adolescenti sono impiegati in lavori forzati imposti da autorità statali, una realtà meno visibile ma altrettanto grave. Questi numeri fotografano una situazione globale in cui i diritti fondamentali dei minori vengono quotidianamente violati, spesso senza un adeguato intervento di protezione da parte di istituzioni o comunità.
L’incidenza della tratta di minorenni e le differenze di genere
Il dossier evidenzia anche che nel 2022 più di un terzo delle persone vittime di tratta sono minorenni: su un totale di 68.836 vittime rilevate, 26.000 erano bambini o adolescenti, segnando un aumento del 31% rispetto al 2019. Le ragazze costituiscono il 57% delle vittime minorenni e nel 60% dei casi subiscono sfruttamento sessuale. I ragazzi, invece, risultano più spesso vittime di lavoro forzato, pari al 45% delle situazioni in cui sono coinvolti.
Questi dati mostrano come la tratta abbia un forte impatto sulle giovani generazioni, e come il sesso influisca sulle modalità di sfruttamento. Nel caso delle ragazze, la predominanza dello sfruttamento sessuale riflette dinamiche di genere e discriminazioni radicate, mentre per i ragazzi prevalgono le attività lavorative obbligate, spesso pericolose e malpagate. La tratta minorile si presenta così come un fenomeno che alimenta una doppia violenza: da un lato la privazione dei diritti e dall’altro l’imposizione di ruoli sociali forzati.
La distribuzione geografica delle vittime minorenni di tratta e sfruttamento
Dai dati emersi, le zone più colpite sono quelle dell’America Centrale e dei Caraibi, dove il 67% delle vittime è minorenne. In questa regione, quindi, oltre tre vittime su cinque non hanno ancora raggiunto la maggiore età. Seguono l’Africa Subsahariana, con il 61% di vittime giovanissime, e il Nord Africa, con il 60%.
Queste aree mostrano condizioni di povertà, instabilità politica e carenze nei sistemi di protezione che favoriscono l’espansione del fenomeno. La domanda di lavoro a basso costo e il traffico di esseri umani trovano terreno fertile in ambienti dove la presenza dello Stato è debole e le reti criminali riescono a operare con minori ostacoli. Questo quadro accentua il rischio per i minorenni, spingendoli verso situazioni di forte indigenza e rischio personale.
La situazione in europa: numeri e tipologie di sfruttamento minorile
Nel 2023 in Europa le vittime minorenni di tratta erano il 12,6% del totale, circa 1.358 bambini e adolescenti. La maggior parte di loro è stata identificata in Francia , Germania e Romania . Nel 70% dei casi il fine era lo sfruttamento sessuale, mentre il resto si divide tra lavoro forzato e altre forme di abuso, come l’accattonaggio obbligato o attività criminali.
Le vittime di tratta provenienti dall’Unione Europea rappresentano una parte significativa, pari all’81% del totale nel biennio 2021-2022, e l’88% di questi giovani subisce lo sfruttamento nel proprio paese. Questi dati sottolineano quanto il problema non interessi solo i flussi migratori, ma tocchi anche minorenni inseriti in contesti europei, spesso vittime di vulnerabilità interne come povertà e disagio sociale. La tratta assume così molteplici volti, dal reclutamento interno alle reti transnazionali.
Il fenomeno della tratta minorile in italia e le sfide nascoste
In Italia, la tratta e lo sfruttamento dei minori rappresentano un fenomeno difficile da misurare e affrontare. Spesso si tratta di realtà sommerse che coinvolgono flussi migratori ma anche minori nati o cresciuti nel paese, inseriti in contesti di disagio sociale. La vulnerabilità interna alla società italiana rende difficile il riconoscimento precoce dei casi di abuso e lo sviluppo di interventi mirati.
Le strategie di contrasto devono quindi tenere conto sia degli aspetti legati alla migrazione sia delle condizioni socio-economiche che espongono i giovani a rischi di sfruttamento. La chiave per limitare questo fenomeno passa attraverso una rete di protezione che coinvolga istituzioni, operatori sociali e comunità locali, in modo da intercettare e aiutare i minori ancor prima che entrino nelle reti di sfruttamento.
Il dossier rende evidente che, anche se esistono dati più precisi e aggiornati, molte realtà restano nascoste. Senza un impegno costante e concreto a prevenire e reprimere questi abusi, una parte significativa dei minori continua a rimanere invisibile agli occhi della società.