La nave oceanografica Admiral Vladimirsky, parte della flotta baltica russa, è tornata a luglio in Venezuela dopo una presenza in altri paesi caraibici come Cuba e Nicaragua. L’arrivo ha suscitato attenzione sia per gli impegni tecnici previsti sia per il contesto geopolitico in cui avviene, considerando i precedenti legati a usi militari della nave.
Il secondo approdo in venezuela e i rapporti bilaterali
Il 14 luglio 2025 Admiral Vladimirsky ha attraccato al porto di La Guaira, a circa 30 chilometri da Caracas, segnando la seconda visita in Venezuela di quest’anno. Questa tappa segue otre le missioni della stessa nave a Cuba e Nicaragua, testimonianza di una presenza russa sempre più marcata nella regione caraibica. Le autorità venezuelane hanno accolto la nave come un mezzo per rafforzare la collaborazione nel campo scientifico e marittimo tra i due Stati. Durante la permanenza sono pianificati seminari tecnici con l’Istituto Oceanografico del Venezuela e operazioni congiunte di mappatura della piattaforma continentale venezuelana.
La cooperazione riguarda aspetti concreti, come la condivisione di dati oceanografici e lo sviluppo di attività in mare aperto, ma si inserisce anche in un quadro più ampio di dialoghi strategici. Il rafforzamento dei rapporti tra Russia e Venezuela lungo la costa caraibica si riflette in iniziative civico-militari che sottolineano una collaborazione consolidata in ambiti diversi, dall’industria marittima alla ricerca scientifica.
Il profilo controverso della admiral vladimirsky tra scienza e sorveglianza
Admiral Vladimirsky non è solo una nave dedicata alla ricerca oceanografica. Nel 2023, un’inchiesta condotta da televisioni statali danesi, norvegesi, svedesi e finlandesi, con il supporto editoriale della BBC, ha rivelato dettagli sul suo impiego in operazioni militari. Secondo le ricostruzioni giornalistiche, la nave è coinvolta in un programma sofisticato di sabotaggio e ricognizione sottomarina promosso dal governo di Mosca.
Questi aspetti militari della Admiral Vladimirsky si intrecciano con le sue attività scientifiche, sollevando dubbi su finalità alternative oltre quelle dichiarate. La presenza della nave in acque vicino al Venezuela rafforza l’attenzione internazionale sulla posizione russa nel Mar dei Caraibi e sulle possibili implicazioni militari di queste missioni. Nei fatti, l’Admiral Vladimirsky sembra un hub privilegiato per manovre di intelligence marittima, non solo per raccolta dati oceanografici.
Le attività previste nel corso della permanenza venezuelana
Durante la sosta a La Guaira, la nave russo ha avviato una serie di attività congiunte con la Marina bolivariana. Tra queste spiccano mappature condivise della piattaforma continentale del Venezuela, essenziali per definire i confini marittimi e le risorse disponibili. Questi lavori si accompagnano a seminari tecnici che coinvolgono l’Istituto Oceanografico locale, con l’obiettivo di potenziare le competenze scientifiche nazionali e approfondire le caratteristiche dell’ambiente marino venezuelano.
Il programma comprende anche esercitazioni navali e scambi di conoscenza tra gli equipaggi. Le operazioni in mare permettono di testare strumenti tecnologici per monitorare le condizioni oceaniche. Queste attività scientifiche sono presentate come strumento di cooperazione, anche se la storia recente della nave lascia aperti interrogativi sulle reali intenzioni dietro la presenza russa in questa parte del mondo.