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Arresto dell’attivista albany colmenares nel Venezuela centrale tra nuove proteste contro maduro

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L’arresto di Albany Colmenares, segretaria del partito Vente Venezuela, mette in evidenza la crescente repressione politica nel paese sudamericano. Le organizzazioni per i diritti umani e le forze di opposizione denunciano più di 35 arresti arbitrari negli ultimi giorni, segnalando un clima di tensione che si acuisce dopo le elezioni presidenziali del 2024.

Il ruolo di albany colmenares e la sua permanenza in clandestinità

Albany Colmenares rappresenta una figura chiave delle opposizioni in Venezuela, in particolare nello stato di Carabobo. Segretaria di Vente Venezuela, il partito guidato da María Corina Machado, è stata costretta a nascondersi per mesi a causa delle persecuzioni contro chi si oppone al governo. La sua latitanza nasce dalle conseguenze della disputa elettorale del 28 luglio 2024, che ha scatenato una nuova ondata di repressione.

Nel momento dell’arresto, Colmenares era recentemente emersa dalla clandestinità, attirando l’attenzione nazionale e internazionale. La sua detenzione segnala un irrigidimento da parte dell’esecutivo di Nicolás Maduro, che utilizza metodi repressivi per affrontare il dissenso politico. Questa operazione conferma il clima di paura che continua a avvolgere chi contesta l’attuale regime.

La repressione degli oppositori dopo le presidenziali del 2024

L’arresto di Albany Colmenares segue una serie di detenzioni che hanno colpito dissidenti, attivisti e figure politiche dell’opposizione negli ultimi giorni. Secondo le denunce delle ONG locali e di partiti contrari al governo, si superano i 35 casi di fermo arbitrario.

Questi arresti riguardano persone con ruoli diversi: coordinatori dei partiti, studenti, avvocati, giornalisti, sindacalisti. L’intento sembra chiaro: limitare la mobilitazione e silenziare le critiche. La repressione arriva dopo le elezioni del 2024, contestate da larga parte dell’opposizione, che sostiene la vittoria del candidato Eduardo González.

Nonostante qualche rilascio recente di personalità critiche, come l’ex ministro delle Finanze Rodrigo Cabezas, il clima resta teso. Le opposizioni mantengono firme campagne contro le restrizioni, segnalando che nessuna scarcerazione cambia lo stato di crisi che attraversa il paese.

Reazioni e denuncia internazionale sulle violazioni dei diritti umani

Le organizzazioni per i diritti umani si sono mosse rapidamente dopo la nuova stretta del governo, segnalando le continue violazioni sulla libertà personale e politica. Tamara Suju, direttrice del Casla Institute, ha sottolineato l’arresto di oltre 35 persone negli ultimi giorni come un esempio della “sequestrazione” da parte del regime.

Tra i fermati ci sono rappresentanti di vario genere, cosa che conferma il carattere sistematico e non casuale delle manovre represse. L’azione del governo Maduro viene descritta come una forma di oppressione che mira a bloccare qualunque opposizione organizzata.

Le piattaforme di opposizione e le ONG ribadiscono che dietro ai tentativi di far sparire voci critiche resta intatta la crisi sociale ed economica del Venezuela, con milioni di persone che continuano a soffrire per la mancanza di prospettive.

L’arresto di Albany Colmenares e le detenzioni collegate rappresentano una tappa importante nella lotta politica che interessa il Venezuela, in un quadro di crescente tensione e restrizioni ai diritti civili, in un contesto già segnato da instabilità e difficoltà profonde.

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