La transizione verso le energie rinnovabili si configura come un processo che sta modificando profondamente l’economia e la geopolitica globale. António Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, ha posto l’accento su questi cambiamenti durante un intervento dedicato all’azione per il clima, sottolineando i benefici economici, la sicurezza energetica e l’accessibilità delle fonti pulite. In questo articolo si approfondiscono i motivi per cui abbandonare i combustibili fossili non è più un’ipotesi, ma un traguardo ormai concreto e supportato da dati solidi.
Il ruolo della transizione nella crescita economica e nel lavoro globale
Il cambiamento nel tipo di energia utilizzata non ha rallentato la crescita economica, come mostravano invece i modelli precedenti. Per decenni, lo sviluppo è stato legato a un aumento parallelo delle emissioni inquinanti. Adesso diverse economie avanzate hanno raggiunto il picco nelle emissioni, senza rinunciare a crescere. Nel solo 2023, l’energia pulita ha contribuito per il 10% alla crescita del PIL mondiale.
Occupazione e nuove opportunità
Un altro aspetto rilevante è l’occupazione. Il settore delle energie rinnovabili assicura lavoro a 35 milioni di persone nel mondo, superando i posti di lavoro legati al petrolio o al carbone. Anche aree tradizionalmente legate all’industria fossile, come il Texas, si sono convertite in protagoniste della nuova economia verde. Guterres sottolinea che il passaggio è dettato dal “senso economico” e non solo da ragioni ideologiche o ambientali.
La crescita degli investimenti e il vantaggio economico delle energie pulite
Negli ultimi anni, i flussi di denaro verso le energie rinnovabili hanno superato quelli destinati ai combustibili fossili con una differenza rilevante. Nel 2024, il settore dell’energia pulita ha registrato investimenti pari a circa 2mila miliardi di dollari, quasi 800 miliardi in più rispetto alle fonti tradizionali. Questo aumento dimostra un cambio profondo nella realtà economica globale, che viene confermato anche dai dati dell’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili. Ad esempio, il costo del solare si è ridotto del 41% rispetto ai combustibili fossili. Un calo simile riguarda l’energia eolica offshore, scesa del 53%.
Questi dati indicano un passaggio epocale, che Guterres definisce «alba di una nuova era dell’energia pulita». Spesso si pensa che la transizione sia solo una questione ambientale o politica, eppure lo stesso mercato ha scelto le fonti rinnovabili. La capacità energetica installata nel 2023 proviene quasi interamente da fonti pulite e le strategie dei singoli continenti puntano più all’energia rinnovabile che a quella fossile. Per Guterres, questo fenomeno si presenta come un’opportunità di riallineare la nostra relazione con l’ambiente, ma senza dimenticare l’aspetto economico.
Ostacoli alla transizione: i sussidi ai combustibili fossili e la distorsione del mercato
Nonostante la spinta verso le energie pulite sia chiara, le fonti fossili godono ancora di ingenti sussidi a livello globale. Attualmente, il sostegno economico pubblico ai combustibili fossili supera di nove volte quello destinato alle energie rinnovabili. Questa situazione crea una distorsione del mercato che, secondo Guterres, danneggia l’economia più che proteggerla. In questo contesto, Stati Uniti e altre economie potenti contribuiscono a mantenere in vita un sistema meno efficiente e meno competitivo.
La conferma arriva dai risultati concreti nella crescita e nel lavoro prodotta dalle rinnovabili, che potrebbero aumentare notevolmente se rimosse queste distorsioni. La sfida rimane quindi quella di rivedere le politiche pubbliche per eliminare gli incentivi diretti o indiretti che continuano a favorire le vecchie fonti energetiche inquinanti.
Sicurezza energetica e ruolo geopolitico delle fonti rinnovabili
L’attuale scenario internazionale spinge verso una maggiore sovranità energetica che le energie rinnovabili permettono di raggiungere più facilmente rispetto ai combustibili fossili. Le lacune di approvvigionamento legate ai conflitti, come l’invasione russa dell’Ucraina, hanno evidenziato i rischi di dipendere da fonti concentrate in alcune aree politicamente instabili o ostili.
Le fonti pulite, distribuite in modo più capillare e meno soggette a monopolio, riducono il rischio conflitti legati al controllo delle risorse energetiche. Guterres indica questo come uno dei motivi fondamentali per accelerare la transizione. La produzione e la distribuzione di energia pulita aumentano la capacità degli Stati di gestire in autonomia il proprio fabbisogno, limitando le dipendenze esterne.
Accessibilità e diffusione delle energie rinnovabili, un vantaggio insuperabile
Una peculiarità dell’energia solare e di quella eolica è la facilità con cui possono essere installate anche in zone remote o marginali, dove una centrale a carbone o nucleare sarebbe impraticabile. Pannelli solari e turbine permettono di portare elettricità in villaggi isolati, migliorando la qualità della vita anche in contesti difficili.
Secondo Guterres, questo rende impossibile tornare indietro nella transizione, perché l’energia pulita può espandersi in modo più veloce, economico e flessibile. Pur ritenendo che il nucleare continui a fare parte del mix energetico globale, sottolinea come non possa colmare il gap di accesso tra le diverse popolazioni. L’energia rinnovabile sembra dunque non solo la soluzione migliore per il clima, ma anche quella più pratica per garantire elettricità a un numero crescente di persone.