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Washington spinge su bruxelles per escludere big tech Usa da regolamenti e alleggerire aspetti farmaceutici

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Lo scambio commerciale tra Unione europea e Stati Uniti torna a infiammare il dibattito politico e industriale. Washington sta esercitando forti pressioni su Bruxelles perché nell’accordo sulle tariffe vengano introdotte deroghe a favore delle aziende tecnologiche americane. Il nodo principale riguarda pure il capitolo farmaceutico, settore particolarmente sensibile per l’Europa. Il dialogo tra le due sponde dell’Atlantico riapre questioni su limiti tariffari e la possibilità di modificare norme in modo da facilitare la presenza delle corporation statunitensi sul mercato europeo.

Richieste degli Stati uniti per escludere big tech dai nuovi regolamenti europei

Fonti europee vicine ai negoziati confermano che gli Usa stanno chiedendo l’esclusione delle imprese tecnologiche americane da alcune norme europee in fase di implementazione. La proposta punta a evitare l’applicazione di stringenti disposizioni regolatorie che, secondo Washington, penalizzerebbero le grandi aziende del settore. Le richieste prevedono anche misure di semplificazione normativa per ridurre gli oneri burocratici sulle società hi-tech, scalarmente rilevanti a livello globale.

Questa posizione fa parte di una strategia più ampia degli Stati uniti per proteggere le proprie aziende da leggi considerate troppo restrittive in Europa. Non a caso, il confronto si concentra sul rispetto di una soglia tariffaria del 15%. Gli americani vorrebbero introdurre un meccanismo flessibile che permetta alle loro piattaforme digitali di operare con maggiore libertà, evitando per esempio nuove imposte digitali e barriere regolamentari che potrebbero limitare la loro espansione commerciale nel Vecchio continente.

Le preoccupazioni della commissione europea e gli ostacoli interni

Sul tavolo della commissione europea, come trapela da Bruxelles, cresce l’apprensione riguardo a un’intesa che potrebbe rivelarsi difficile da approvare da parte di tutti i Paesi membri. Le divisioni dentro l’Ue riguardano principalmente la diversità degli interessi economici, soprattutto in settori come tecnologia e farmaceutica, dove alcune nazioni mostrano maggiore riluttanza a derogare i propri standard regolatori per favorire imprese estere.

In aggiunta, il tessuto imprenditoriale europeo, specie quello di piccole e medie imprese, teme che concessioni troppo ampie a big tech americane possano creare squilibri competitivi. L’integrazione di criteri tariffari uniformi mantiene quindi una dimensione di complessità elevata, mentre la commissione cerca di bilanciare esigenze di apertura commerciale con la tutela di mercati e modelli produttivi propri.

L’allarme è che l’eventuale patto non riceva il suffragio politico necessario nei parlamenti nazionali, compromettendo così tutto il negoziato. Bruxelles valuta con attenzione l’impatto anche sulle politiche interne e sulla percezione pubblica, visto che temi come la tutela della privacy digitale e la sicurezza dei dati restano sensibili e sotto stretta osservazione.

Il contesto dei negoziati tra ue e usa su dazi e regolamenti commerciali

Il confronto tra Bruxelles e Washington sui dazi si inserisce in un quadro più ampio di relazioni transatlantiche che lo sappiamo, restano complesse e articolate. Aggiustamenti negli accordi commerciali spesso coincidono con sensibilità industriali e mise en place di nuove normative che incidono su importazioni, esportazioni e accesso ai mercati.

L’attenzione sull’area farmaceutica deriva da un equilibrio delicato legato a investimenti, brevetti e controllo prezzi. Settore monitorato con attenzione da parte sia europea sia americana, il comparto ha un ruolo centrale nelle dispute partnerali, dato che riguarda aspetti di sicurezza sanitaria e innovazione tecnologica.

Accordo in fase di negoziazione e prospettive future

L’accordo, attualmente in fase di negoziazione, promette di ridefinire regole per tariffe ma potrebbe anche riscrivere approcci normativi. Per Bruxelles il rischio è quello di compromettere principi di tutela fondamentali in nome di convergenze economiche. Per Washington si tratta di preservare la forte presenza internazionale delle sue aziende. Il risultato del confronto dipenderà da quanto riusciranno le parti a trovare un compromesso accettabile in tempi stretti.

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