La spinta verso un trasporto merci meno impattante sull’ambiente coinvolge costruttori, operatori e clienti finali. Negli ultimi anni, la domanda di soluzioni pulite è cresciuta e ha spinto i produttori di mezzi pesanti a esplorare diverse tecnologie alternative. Scania Italia si muove in questo scenario con una strategia che combina elettrificazione, biocarburanti e carburanti alternativi, offrendo ai clienti una scelta che va oltre la semplice riduzione delle emissioni. Simone Martinelli, responsabile delle Charging Solutions e Business Development per i carburanti alternativi di Scania Italia, ha illustrato a Rinnovabili l’approccio dell’azienda su questo fronte.
La visione di scania per un trasporto sostenibile a 360 gradi
Scania interpreta il trasporto sostenibile con una visione ampia che coinvolge aspetti ambientali, sociali e di sicurezza. Non si tratta soltanto di ridurre l’impatto ambientale, ma di creare un sistema di trasporto pulito, sano, sicuro, inclusivo, efficiente e decarbonizzato. Questi cinque elementi costituiscono i pilastri della strategia “driving the shift”, che indica la volontà di guidare il cambiamento nel settore. L’efficienza energetica, i carburanti rinnovabili, l’elettrificazione, la digitalizzazione e la sicurezza rappresentano le leve su cui Scania lavora insieme ai propri clienti.
L’azienda sottolinea che il trasporto sostenibile non riguarda solo la tecnologia dei veicoli ma anche il modo in cui si gestisce l’intero ciclo operativo, con un occhio particolare alle condizioni di lavoro e alla responsabilità sociale.
Pluralità tecnologica tra biocarburanti e elettrico
Scania ha scelto una strada di pluralità tecnologica che supera l’idea di neutralità tecnologica cioè non scegliere. L’azienda punta su tutte le opzioni disponibili, adattandole alle diverse esigenze dei clienti. Per quanto riguarda i carburanti alternativi ai combustibili fossili, l’HVO assume un ruolo di primo piano. La sua compatibilità con i motori già esistenti permette di ridurre le emissioni di CO2 fino al 90% semplicemente cambiando carburante, senza modifiche al veicolo e con costi di manutenzione invariati. Questa caratteristica rende l’HVO una soluzione di immediata applicazione.
Accanto all’HVO, Scania investe da anni nel biometano liquido e compresso, con nuovi motori a metano da 420 e 460 cavalli recentemente introdotti. Sul fronte elettrico, l’azienda presenta soluzioni che, se alimentate da energia da fonti rinnovabili, garantiscono una riduzione delle emissioni di CO2 fino al 99% calcolata “well-to-wheel”, cioè considerando l’intero ciclo di produzione e utilizzo dell’energia.
Scania non impone alcuna tecnologia ai clienti ma affianca le imprese in scelte personalizzate che rispondono alle loro esigenze specifiche e agli obiettivi di sostenibilità da raggiungere.
La risposta del mercato e i numeri dei camion elettrici in italia
In Italia il settore dei mezzi pesanti registra ancora un calo delle vendite in termini generali, ma cresce l’interesse per le soluzioni più pulite, come dimostra l’aumento dei camion elettrici in circolazione anche se in numeri contenuti. Spesso la richiesta di sostenibilità non parte direttamente dalle aziende di trasporto ma dalla committenza che esige servizi più rispettosi dell’ambiente. Questo crea una catena di responsabilità a più mani dove il trasportatore cerca di adeguarsi alle richieste del cliente.
Dal 2021 Scania ha iniziato a proporre mezzi elettrificati. La mobilità elettrica si verifica ancora in una fase iniziale, con progetti complessi che coinvolgono diversi attori. Il 2025 viene indicato come anno di svolta, soprattutto per le missioni regionali e quelle di lungo raggio che finora hanno risentito di limiti tecnici e infrastrutturali.
L’offerta elettrica di scania e come affronta l’autonomia
L’elettrificazione proposta da Scania si basa su un sistema modulare che consente di scegliere tra vari configurazioni di trattori, autotelai, cabine e assi. Attualmente l’offerta copre gran parte della gamma, consentendo di adattare i veicoli alle necessità di trasporto.
Un tema centrale rimane l’autonomia. Scania oggi può offrire camion elettrici con autonomia fino a 600 chilometri in configurazione trattore 4×2 con massa complessiva di 29 tonnellate. Questo dato è significativo perché la maggioranza delle missioni giornaliere si svolge in distanze inferiori a questo limite. Per esigenze superiori, la potenza di ricarica è cruciale: i veicoli attuali supportano ricariche in corrente continua fino a 350 kW. A partire dal 2026 Scania introdurrà camion con sistema MCS che permetterà di ricaricare entro la pausa obbligatoria di 45 minuti, garantendo autonomia sufficiente per quattro ore e mezza di guida successive.
L’azienda monitora anche l’infrastruttura di ricarica, incoraggiando soprattutto la ricarica privata nei depositi o a destinazione, più rilevante nelle fasi iniziali rispetto alla rete pubblica. Offre inoltre servizi digitali che permettono di individuare punti di ricarica compatibili, gestire le operazioni con un’unica card e controllare in tempo reale lo stato del veicolo.
L’idrogeno come opzione per missioni selezionate
Scania sta portando avanti progetti pilota con idrogeno, soprattutto nel Nord Europa, dove la logistica ha esigenze differenti e più specifiche. L’idrogeno verde, prodotto da fonti rinnovabili, è centrale per considerare questa opzione senza sacrificare la sostenibilità.
Pur essendo un veicolo elettrico a fuel cell, il sistema presenta un’efficienza complessiva inferiore rispetto ai camion totalmente elettrici: dal 75% di un mezzo 100% elettrico si scende al 25% per il fuel cell, a causa delle perdite nella produzione, stoccaggio e conversione dell’idrogeno. Questo rende il fuel cell adatto a missioni dove l’elettrificazione convenzionale incontra limiti tecnici o logistici, come lunghi percorsi o mancanza di infrastrutture di ricarica.
In questo contesto, l’idrogeno rappresenta un’opzione complementare, destinata a specifici usi e condizionata dalla disponibilità di idrogeno verde.