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Rinvio a giudizio per sei imputati nel caso park towers di milano su abusi edilizi e falso

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Il tribunale di Milano ha disposto il rinvio a giudizio dei protagonisti coinvolti nel progetto delle Park Towers, un complesso residenziale di tre torri con 113 appartamenti in zona Crescenzago. Le accuse comprendono abuso edilizio, lottizzazione abusiva e falso, segnalando nuove tensioni sulla gestione urbanistica della città. Il procedimento punta i riflettori su figure chiave tra imprenditori, progettisti e funzionari pubblici.

Il progetto park towers e le accuse mosse agli imputati

Le Park Towers sono state al centro di controversie sin dalla loro concezione. Il progetto prevede la costruzione di tre grattacieli residenziali che, secondo l’accusa, avrebbero violato normative urbanistiche e edilizie della zona Crescenzago a Milano. Le indagini hanno evidenziato presunti abusi edilizi, ossia modifiche e opere edili eseguite senza le autorizzazioni necessarie o in contrasto con i regolamenti vigenti. Al centro dell’inchiesta c’è anche la contestazione della lottizzazione abusiva, che riguarda la divisione e l’utilizzo irregolare del territorio edilizio.

Altri capi di accusa

Altri capi d’accusa riguardano la falsificazione di documenti, atto che ha causato un’alterazione delle condizioni imprescindibili per ottenere permessi edilizi regolari. Il procedimento penale si concentra dunque su violazioni gravi, che avrebbero favorito la costruzione di un intervento edilizio non conforme alle leggi.

I protagonisti coinvolti: imprenditori, progettisti e funzionari comunali

Il rinvio a giudizio riguarda sei persone. Andrea Bezziccheri, proprietario di Bluestone, figura centrale nel progetto come immobiliarista, dovrà rispondere delle accuse assieme al progettista Sergio Francesco Maria Asti. Entrambi avrebbero avuto un ruolo diretto nella creazione e presentazione delle documentazioni edilizie oggetto di contestazioni.

Tra gli imputati si trovano poi tre ex dirigenti e funzionari dello Sportello Unico Edilizia del Comune di Milano: Carla Barone, Francesco Rosata e Maurizio De Luca. Secondo le indagini, il loro ruolo nel procedimento amministrativo sarebbe stato decisivo nel consentire o coprire le irregolarità. Infine, Roberto Vederio, rappresentante legale della Devero Costruzioni, società coinvolta nella realizzazione delle torri, dovrà chiarire le proprie responsabilità legate alla gestione dell’intervento edile.

Il ruolo dei funzionari pubblici

L’indagine punta a chiarire come alcune autorizzazioni siano state concesse e se ci siano state negligenze o complicità da parte degli uffici pubblici.

Implicazioni legali e prospettive del processo milanese

Con il rinvio a giudizio i sei imputati affronteranno un dibattimento che approfondirà la loro responsabilità penale. Il processo prenderà in esame ogni elemento raccolto dalla procura, dai documenti tecnici alle testimonianze che riguardano permessi, pianificazioni e lavori eseguiti. L’attenzione delle autorità e dei cittadini è alta, perché il caso coinvolge non soltanto questioni urbanistiche, ma anche possibili connivenze tra imprese private e uffici pubblici.

La posizione del tribunale e il seguito del procedimento

Il fascicolo rappresenta un tassello rilevante nelle indagini più ampie sulle pratiche edilizie a Milano. La decisione della gup Alessandra Di Fazio mostra l’intenzione del tribunale di fare chiarezza sul quadro normativo e sulle procedure, che dovranno essere valutate davanti al giudice.

Le prime udienze del processo nelle aule milanesi definiranno i tempi e le modalità dell’esame della vicenda, mentre la città segue con attenzione la vicenda dopo anni di polemiche legate a questo progetto edilizio.

“La trasparenza e la legalità devono essere il fulcro di ogni intervento urbanistico”, ha dichiarato un esperto urbanista locale.

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