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Nuova sala polifunzionale aperta nel carcere di udine entro fine 2025: teatro, aule e spazi accessibili

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Un nuovo spazio multifunzionale aprirà al pubblico nel carcere di Udine entro la fine del 2025. Nasce da una collaborazione tra istituzioni locali, associazioni del terzo settore, cooperative sociali e università. La struttura offrirà un luogo di incontro aperto non solo ai detenuti ma anche alla comunità esterna, integrandosi nel più ampio progetto di ristrutturazione dell’istituto penitenziario.

Come sarà la nuova sala polifunzionale nel carcere di udine

Nella sede di Legacoop Fvg è stato presentato il progetto della sala polifunzionale destinata al carcere di Udine. Coprirà una superficie di 200 metri quadrati e sarà completamente modulare. Tra le sue principali caratteristiche un teatro con 98 posti a sedere, aule dedicate allo studio e una hall con ingressi accessibili dall’interno e dall’esterno del carcere. Si tratta di un intervento inserito nel complesso piano di riqualificazione della struttura carceraria, che punta a trasformare gli spazi per favorire aperture verso la cittadinanza.

Contributi e collaborazioni per la realizzazione

L’iniziativa ha ricevuto un contributo economico significativo, con una donazione di 20 mila euro da parte della cooperativa sociale Dinsi Une Man. Nel progetto confluiscono competenze diverse, unendo il mondo della cooperazione, delle associazioni no profit e il settore universitario. L’obiettivo è mettere a disposizione uno spazio polifunzionale che possa svolgere molteplici funzioni, dalla cultura all’educazione, e che faciliti momenti di socialità e confronto tra persone detenute e cittadini.

Un carcere che cambia: il percorso di ristrutturazione di udine

La sala polifunzionale è solo l’ultima fase di un percorso iniziato nel 2021 finalizzato alla riqualificazione degli ambienti interni dell’istituto penitenziario di Udine. Negli anni scorsi sono state create sezioni dedicate alla semilibertà, aule per attività scolastiche, una biblioteca e una palestra. Questi spazi hanno contribuito a migliorare la qualità della vita nelle celle e a sviluppare occasioni di socializzazione tra i detenuti.

Il piano di ristrutturazione infrastrutturale terminerà nel gennaio del 2026. L’intervento vuole favorire una gestione del carcere che prenda in considerazione non solo la sicurezza, ma aspetti più ampi legati alla responsabilità sociale e alla preparazione al reinserimento. L’apertura di spazi come la nuova sala polifunzionale si inserisce in questo disegno, con l’intento di superare la tradizionale separazione tra carcere e città.

Cosa dicono le istituzioni e i garanti sulla nuova struttura

Paolo Felice, presidente di Legacoop Fvg, ha definito il progetto come una visione diversa di carcere, che si apre verso la città e promuove la responsabilità condivisa con la comunità esterna. Ha sottolineato come l’iniziativa vada oltre il semplice contenimento, orientandosi verso il reinserimento sociale delle persone detenute.

Andrea Sandra, garante comunale dei diritti delle persone detenute, ha evidenziato le numerose richieste arrivate per utilizzare la nuova sala come punto di incontro tra la popolazione carceraria e i cittadini. L’idea che uno spazio penitenziario possa diventare un luogo di dialogo tra due comunità finora separate rappresenta un cambiamento significativo nelle pratiche di gestione del carcere.

Parole sulla rilevanza sociale dell’iniziativa

Bruna Gover, coordinatrice di Legacoop Fvg, ha definito l’iniziativa come “un’impresa coraggiosa”, che segna un momento storico. Per la prima volta, ha commentato, spazi del carcere saranno fruibili direttamente dalla cittadinanza, favorendo occasioni di scambio culturale e sociale all’interno di un ambiente tradizionalmente chiuso.

Implicazioni e prospettive per il carcere di udine e la comunità

La realizzazione di questa sala polifunzionale si inserisce in un contesto dove il carcere assume sempre più un ruolo complesso rispetto alla società fuori. Accogliendo eventi culturali, incontri e attività educative rivolte sia ai detenuti che al pubblico esterno, si favoriscono occasioni di normalità in un ambiente noto per la sua rigidità.

Aprire uno spazio di questo tipo rappresenta una sfida, non solo per la gestione quotidiana dell’istituto penitenziario, ma anche per la città di Udine che potrà usufruire di un’ulteriore location culturale. La partecipazione della comunità è auspicabile per sostenere iniziative che promuovano inclusione sociale e favoriscano percorsi di reinserimento.

Il lavoro congiunto di enti pubblici, cooperative sociali e istituti accademici dimostra come siano possibili collaborazioni in ambito penitenziario orientate a migliorare il contesto di detenzione. La conclusione della ristrutturazione l’inverno prossimo rappresenterà un momento cruciale per valutare l’uso concreto di questi nuovi spazi e la loro ricaduta sulla vita interna al carcere e sul rapporto con la società civile.

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